Il movimento ultras austriaco è stato fra quelli che negli anni abbiamo seguito con più interesse, perché mediamente più longevo rispetto ad altri del nord Europa o perché conserva in sé quella scintilla di originalità e genuinità rispetto ad altri un po’ troppo pedissequi nelle loro reinterpretazioni. E nella scena austriaca Innsbruck è stata sicuramente una delle piazze antesignane e innovatrici, che nel corso degli anni tanti legami aveva intessuto – tanto per restare in certi termini di paragone… – anche con diversi gruppi italiani. Finisce però qui l’avventura delle “Verrückte Kopfe”, le “teste matte” di Innsbruck, che con un comunicato fortemente metaforico annunciano la fine della loro avventura cominciata nel 1991…
Ciao ragazzi!
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Abbiamo sempre pensato alla storia delle “Verrückte Köpfe” come a un tappeto intessuto con un’ampia varietà di disegni, colori (tranne il viola!) e innumerevoli singoli fili utilizzando le più svariate tecniche di tessitura. Tutto è iniziato con un filo rosso di seta che si è trasformato in tanti fili più spessi. E sono arrivate sempre più tessitori, il tappeto è diventato più largo e colorato. Tra tanti tappeti, questo si è distinto in modo particolare. Era un tappeto magico, quando lo calpestavi entravi in un altro mondo, nascosto e non accessibile a tutti, ma onnipresente, radioso, faticoso, volubile e imprevedibile.
A volte, ovviamente, un filo si spezzava o uno dei tessitori finiva la materia prima. Il tappeto tiene, ma i punti si sfilacciano e compaiono dei buchi. E in un tappeto che viene costantemente tessuto, tappare i buchi presto divora più materiale e risorse di quanto sia necessario per l’ulteriore tessitura. Tuttavia, quando gli ultimi tessitori non sono più in grado di tappare i buchi, il tappeto viene inviato al museo. Puoi guardarlo, ma non puoi più entrarci, ma i ricordi rimangono.
VERRÜCKTE KÖPFE INNSBRUCK ’41 1991-2023