empoli_stadio_progetto_2015_08_12«L’idea del sindaco di realizzare uno stadio nuovo alla Viaccia? È una bischerata. Ci vorrebbero almeno sei anni tra progettazione e realizzazione. E sarebbero necessari decine di migliaia di metri quadrati a destinazione commerciale per sostenere un’operazione del genere. E magari nel frattempo l’Empoli giocherebbe in Lega Pro». Il presidente Fabrizio Corsi boccia senza mezzi termini Brenda Barnini. E allo stesso tempo spiega i vantaggi del progetto di restyling da 10 milioni di euro (sborsati da privati) del Castellani, messo a punto dalla società azzurra (comprensivo di un contributo a fondo perduto di mezzo milione per la realizzazione della pista di atletica nella zona di via Sanzio) e respinto dall’amministrazione comunale, che vuole mantenere la pista dentro allo stadio. La controproposta del sindaco non fa breccia nel cuore del presidente. Che, anzi, spara a zero sulla classe politica locale e su «un sistema di potere che ha bloccato la crescita della città».

«Io non so cosa hanno in testa – sbotta Corsi – probabilmente pensano di organizzare gli Europei di atletica, o magari le gare delle Olimpiadi 2020. Se è così fanno bene a proseguire per la loro strada. Ma non credo. La realtà è che c’è una società di calcio amata dalla città, seguita con simpatia da un tifo trasversale a livello nazionale e studiata dalle società estere che vengono a Monteboro per vedere come lavoriamo. Una società che porta allo stadio una media di 10.000 persone, quando per un campionato italiano di atletica si staccherebbero al massimo 1.500 biglietti, familiari esclusi. Ma il Comune ha deciso di non supportarci in un progetto che porterebbe sviluppo per tutta la città». E ora Corsi che farà? «Cosa volete che faccia? Per fare un affare dovrei vendere l’Empoli. Ma ho dedicato la mia vita al calcio… Vorrei semmai che il sogno dell’Enegan Stadium diventasse realtà, per dotare la città di un impianto che cambierebbe l’immagine di Empoli e fornirebbe nuovi servizi ai cittadini. Ma evidentemente non si vuole tutto questo. Io ho fatto la mia proposta e andrò avanti: a breve trasmetteremo tutta la documentazione al presidente della Lega di Serie B Andrea Abodi, che si è messo a disposizione per darci una mano. Poi si vedrà».

Ma l’orizzonte è grigio. E qui il pallone invade il campo della politica: «Empoli è questa. È una città in mano da sempre a un apparato politico-economico ben delineato che ha bloccato lo sviluppo. Non parlo da dirigente di calcio, ma da empolese». Eppure Barnini nel 2014 è diventata sindaco con una campagna elettorale improntata sulla svolta e il rinnovamento: «Nulla di nuovo. È tutto come venti, trenta, quarant’anni fa. In questa città gli imprenditori sono stati sempre stati boicottati. Si sono fatti scappare aziende e imprenditori, o si è fatto in modo che non ne arrivassero di nuovi invece di stendere tappeti rossi, e questo comportamento dell’amministrazione comunale va esattamente nella stessa direzione». Ma stavolta c’è stata una specie di sollevazione popolare: «Perché ora la gente ha toccato con mano, ha visto la bontà del progetto e non ammette la bocciatura. Perché c’è molta più informazione e in tanti hanno smesso di tenere la testa sotto la sabbia, come fanno gli struzzi. E “l’apparato” non ha più il potere di una volta». Il discorso torna sul sistema politico-economico che controlla la città: «Probabilmente si è capito che non si può vivere tutti da dipendenti pubblici, o forse non c’è più posto per tutti».

Il presidente è un fiume in piena, con la rabbia che si mescola all’amarezza: «Con le politiche sbagliate di questi decenni il centro di Empoli ha perso appeal. Io mi limito ad andare a prendere un caffè a Ponzano, difficilmente vado oltre». Corsi guarda i rendering del nuovo stadio e sa che difficilmente diventeranno realtà: «Ci bloccano tutto questo, che darebbe nuovo impulso al cuore della città, portando lavoro per le aziende e decine di assunzioni (con Conad e probabilmente Euronics in testa, ndr), proponendoci di costruire uno stadio nuovo di proprietà alla Viaccia. Conosco il calcio e so benissimo che il pallone è tondo. Magari tra qualche anno saremo in Lega Pro e nel frattempo ci troveremmo nel bel mezzo di un investimento del genere». Insomma, il momento è adesso: «E la strada è quella che abbiamo indicato: un polo attrattivo con store, supermercato, ma anche centro fisioterapico – per esempio – fast food e tante altre cose. Mi dovrebbero

spiegare che senso avrebbe fare tutto questo a Viaccia». Quindi la stoccata finale: «Se avessi la squadra di calcio in una categoria minore e ci fossero eventi di atletica di livello europeo al Castellani, chiederei di giocare a Vinci, per non essere d’intralcio».