Partite così non sono forse, dal punto di vista dell’estetica, che poi è la base del calcio, proprio il massimo, ma sono molto utili per rimarcare qualche piccolo concetto basilare per chi frequenta i campi da calcio. Siamo alle basi: il legame tra squadra e tifoseria.

La Vigor Carpaneto vince tre a zero sul Modena, blasonato squadrone decaduto e al momento primo della classe, e i suoi sostenitori cantano cori a sostenere la squadra e se la godono.  In caso di risultato contrario molto probabilmente avrei assistito ad un eloquente silenzio dal loro fronte. Volendo quindi elaborare una formula matematica: avversario importante più eccellente prestazione degli undici in campo uguale tifo.

Vado ad aggiungere una piccola variante che su questi campi di provincia è più o meno una costante: all’arrivo di una folta rappresentanza ospite si gonfia il prezzo del biglietto.

La mia può sembrare una volgare accusa senza basi oggettive e matematiche, non avendo io a disposizione dati sui prezzi dei biglietti per il settore ospiti nelle altre gare disputate qui a Carpaneto. Ma giro da anni la quarta serie e di tagliandi a 15 euro per una tribuna in cemento scoperta ne ho visti davvero pochi, anzi zero. Evito commenti sulla birra piccola a 3,50 euro per non incorrere in sanzioni o disavventure legali.

Davanti a tutto ciò, il cartello affisso all’ingresso della tribuna di casa, oggi occupata dagli ospiti, fa quantomeno sorridere: un bel testo che espone come quello sia un luogo di sano divertimento, nonché un monito a rispettare gli avversari. Certi prezzi però non vanno a rispettare i tifosi e di sicuro sono da considerarsi in contrasto con il concetto di ospitalità.   

Ciò che ciascun tifoso che vede fallire la propria squadra spera è di assistere ad una pronta rinascita, con una campagna acquisti di livello e un solo anno da passare nel purgatorio della D, tra paeselli e avversari che fanno la partita della vita.

A Modena, come tutti sanno, tali aspettative non sono state tradite, faccio due nomi su tutti, Loviso e Ferrario. Regista di chiara fama il primo, capocannoniere del girone B di quarta serie la scorsa stagione il secondo, hanno portato i canarini in prima posizione.

Ultimamente però fuori casa si fatica, i tifosi lo sanno, quattro pareggi esterni di fila non passano inosservati, e le compagini affrontate non sono sulla carta minimamente paragonabili. Si manifesta così la tanto (da me) odiata figura del tifoso-DS o allenatore, che nota con ritardo delle cose talvolta giuste ma soprattutto dimentica il proprio ruolo.

Se c’è una cosa che è nata in Italia e che si è imposta in molti paesi al di fuori di essa è il modello di tifo ultras. E oggi a Carpaneto pochi si ricordano di avere il dovere di sostenere una maglia; il nucleo c’è, come sempre al seguito del Modena, e i due bandieroni perennemente al vento ne sono una chiara testimonianza, oltre al settore pieno in ogni suo spazio. Eloquenti sono però i pochi cori nel secondo tempo, quando gli undici in campo vanno sotto per 3 a 0, e la poca voce tirata fuori nella prima frazione.

C’è paura di sé stessi, non si reagisce alle difficoltà che la squadra ha in trasferta, ci si arrende ai dati e alle nozioni propinate con celerità dalle varie app di calcio dilettantistico. A giochi chiusi, preso il terzo gol piacentino, qualcuno ruggisce, si scaldano gli animi tra locali e gialloblu, la polizia si schiera in assetto antisommossa tra i due settori.

C’è ancora della rabbia che deve trasformarsi in sostegno.   

Testo di Amedeo Zoller.
Foto di Francesco Passarelli e Giovanni Padovani.

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