Oggi per la prima volta, parafrasando il “muro giallo” di calcistica fattura, mi trovo al cospetto del “muro nero” della Virtus Bologna: lo definirei tale perché non mi ero mai trovato in un palazzetto, di fronte a una curva così gremita e grondante di passione.

La curva della Virtus non ha niente da invidiare in numeri e qualità a tante altre del calcio e la partita di Eurocup è l’occasione migliore per mettere in mostra la sua compattezza e la sua unione, alimentate da un settore che in blocco batte all’unisono le mani e risponde prontamente ai lanciacori dei “Forever Boys” e del “Vecchio stile”, i due gruppi trainanti della tifoseria bolognese.

Cori secchi e battimani si ripetono a profusione durante la serata, come anche lo sventolio di bandiere e stendardi rimane sempre costante. I ragazzi insomma, incitano la squadra fino al fischio finale senza cedere a pause, grazie anche al supporto dei tamburi che hanno accompagnato con continuità i vari cori. Ad enfatizzare il tutto, il supporto del resto del palazzo che, spesso e volentieri, si è unito al tifo del settore caldo, facendo risultare il PalaDozza un piccolo catino ribollente.

Sul parquet la squadra bolognese porta a casa il risultato, cosa che accade parimenti e più facilmente sugli spalti dove gli avversari non fanno registrare alcun seguito.

Tino Chinni