Un lungo viaggio che tra andata e ritorno ha portato via quasi venti ore, tra pullman, treni e coincidenze di sorta, mi ha portato lungamente a immaginare cosa avessi potuto trovare una volta approdato in Liguria, dove mai ero stato prima d’ora per una partita di calcio.

Arrivato a Chiavari e guadagnato l’ingresso in campo, ho trovato un settore ospiti già brulicante di diversi foggiani emigrati al Nord per studio o lavoro, ottima premessa in attesa dell’arrivo del contingente ultras dalla Puglia.

Il Foggia di Zeman è chiamato a difendere l’uno a zero dello “Zaccheria” all’andata ma verosimilmente, quando ci si trova al cospetto di una delle compagini del boemo, l’unica difesa ipotizzabile è giocandosela fino alla fine.

Il pubblico rossonero ci crede e arriva sugli spalti del “Comunale” di Chiavari con oltre 1.500 tifosi al seguito, dimostrazione inequivocabile di fiducia e sostegno alla squadra in campo. Sostegno che, oltre al mero dato numerico, si realizza in un tifo spettacolare nella sua fattura, continui per tutti i novanta minuti, fatto di tanti battimani, canti secchi che sono dei veri e propri boati alternati ad altri più ritmati, mentre per quel che riguarda i contenuti, si spazia da quelli di immancabile incoraggiamento alla squadra ad altri di carattere tipicamente ultras, così come non mancano sfottò ai rivali baresi.

La tifoseria di casa fa il suo. Il confronto con i dirimpettai non è proponibile per la disparità di numeri e tradizione, ma da qualche anno sono comunque su quei gradoni cercando di dare sostanza e continuità storica al tifo per la Virtus Entella. In tempi in cui l’individualismo vince sempre sull’aggregazione e ci sono innumerevoli modi per divertirsi più che ad una partita di calcio e spendendo anche meno, merito comunque a loro che preferiscono lo stadio al resto. Merito che viene riconosciuto anche dalla loro squadra che, a fine partita, si porta presso il loro settore per applaudirli e ringraziarli.

Sul rettangolo verde infatti, l’Entella riesce a ribaltare la gara d’andata vincendo 2-1 pur in dieci uomini per larghi tratti del match. Mentre i liguri cominciano a pensare al prossimo turno di quest’infinita coda che sono i playout, riprendo la via di casa, mettendo altre ore e km sul groppone per soli novanta minuti di piacere ed evasione, mosso solo da passione come gli ultras che poi mi ritrovo davanti al mio obiettivo. La speranza dunque è, chiudendo con questa gara la mia personale stagione, quella di poter tornare a vedere altre piazze affamate di calcio come Foggia o altri posti splendidi come la Liguria attraverso uno dei pochi contenitori come il calcio, capace di racchiudere e raccontare tutte le anime dell’italica bellezza.

Davide Gallo