La partita con Pistoia rappresentava, nel mio personale calendario, uno degli appuntamenti più interessanti dell’anno cestistico. La città toscana, infatti, dopo tanti anni si ritrova a disputare un campionato di massima divisione e, dopo un avvio incerto, la squadra ha preso confidenza con la categoria, affrontando il girone di ritorno con tutt’altro piglio rispetto a quello di andata, un ruolino di marcia che ha proiettato i toscani verso le prime otto posizioni valide per l’accesso ai play-off. Situazione completamente differente in casa Virtus, i ragazzi guidati da Dalmonte hanno infatti offerto prestazioni luci ed ombre durante quest’annata e, nonostante la conquista di una piazza tra le prime otto non sembri troppo a rischio, il pubblico capitolino è tutt’altro che soddisfatto.

La gara viene anticipata alle 18:30 di sabato ed io, dopo essermi liberato del lavoro, raggiungo in fretta e furia il palazzetto, lasciando partire più di un anatema nei confronti dell’umanità, quando al bivio che congiunge Corso Francia e Via Cassia incappo nel classico ingorgo urbano. Riesco a raggiungere il PalaTiziano proprio quando mancano una manciata di minuti all’inizio ed una volta entrato lo sguardo va subito verso il settore ospiti.

Una cinquantina i toscani che hanno accompagnato i biancorossi nella Capitale. Francamente me ne aspettavo un po’ di più, anche considerata la distanza non proibitiva. Il gruppo è assiepato sullo striscione da trasferta della Brigata Biancorossa ma il tifo, almeno per i primi 3/4 non riuscirà mai davvero a decollare. Un peccato, perché le potenzialità ci sono eccome, e soprattutto per quanto espresso nella gara di andata, oggi mi aspettavo una vera e propria bolgia.

Per quanto riguarda il pubblico di casa, come succede da qualche giornata a questa parte, tutto lo zoccolo duro si è compattato interamente nella parte inferiore, dando una bella impressione e tifando con costanza e potenza nei cori secchi ed a rispondere. Una decisione più che saggia, a mio modo di vedere, per riportare la Curva Ancilotto a buoni livelli. Del resto ultras è aggregazione, e in una città come Roma, che difficilmente guarda oltre il rettangolo verde dello Stadio Olimpico, è importante riuscire a trasportare il movimento anche in questo spazio angusto ma ancora genuino quale è il palazzetto. Sempre nella speranza che l’ondata di repressione selvaggia non investa anche queste latitudini.

In campo le cose non si mettono propriamente bene per i capitolini, che dapprima arrancano rimanendo sempre sotto di qualche punto, mentre negli ultimi due quarti cedono di schianto, lasciando camminare Pistoia tra le macerie. Il pubblico chiaramente non apprezza e non le manda a dire, additando le colpe soprattutto nei confronti della gestione tecnica.

Di contro, gli ultimi 10’ vedono il vero e proprio scossone per gli ultras pistoiesi che, forti della vittoria ormai certa, prendono coraggio e risultano finalmente costanti e rumorosi. Molto bella la sciarpata ed un paio di sbandierate che colorano il settore, oltre al “Totalmente dipendente” che negli ultimi tempi spopola viralmente nella stragrande maggioranza delle curve italiane.

Alla sirena finale sono così gli ospiti ad alzare i pugni, al cielo andando a far festa sotto al settore dei propri tifosi. I play-off appaiono un obiettivo concreto e l’entusiasmo è alle stelle. Mentre le tribune del PalaTiziano palesano tutta la loro insoddisfazione, la curva riserva un applauso d’incoraggiamento alla squadra.

Tra le due tifoserie resta il rispetto come in occasione della gara di andata. La stagione regolare sta per finire e tra poco si entrerà nel vivo delle gare ad eliminazione. Una kermesse sempre interessante per chi ama questo sport e segue con interesse i suoi tifosi. Intanto l’ennesima partitella se ne è andata, riprendo la macchina e vado a godermi il sabato sera in centro. Tra poche ore sarà domenica e ci sarà un altro campo da calcare.

Simone Meloni.