Virtus Verona e Vicenza si affrontano per la prima volta nella loro storia nel piccolo stadio “Gavagnin-Nocini”. Forse l’impianto più piccolo di tutta la terza serie (1500 posti).

Ambiente molto familiare e se non fosse per il quartiere Venezia che lo circonda – molto popolato e caratterizzato da palazzi alti che ti fanno capire d’essere in città – sembrerebbe di giocare nel classico campo di provincia.

Questo demoralizza i tifosi berici che sentono quasi come una sconfitta dover giocare a Verona contro la sua terza squadra. Ma alla fine mille volte meglio giocare qui, dove la Virtus è nata, cresciuta ed ha raggiunto una storica promozione in C, piuttosto che in un Bentegodi di lusso ma desolatamente vuoto.

Per intenderci quello che succede ogni volta che una tifoseria affronta l’Albinoleffe al Comunale di Bergamo. Tanta desolazione e poca voglia di tifare.

I biglietti destinati alla tifoseria vicentina (400) non saranno tuttavia sold out. Se è vero che per l’acquisto sono stati posti dei paletti stringenti (prima vendita ai possessori di abbonamento e poi online) è altrettanto vero che per una trasferta così vicina fosse lecito aspettarsi il tutto esaurito.

La verità è che il popolo berico comincia a essere deluso da questa stagione che non ha rilanciato la squadra. La società, ricca – ricchissima – ha investito poco per allestire una rosa degna della storia del Vicenza, e anche se sono nuovi, anche se hanno salvato la società da un futuro incerto e probabilmente poco roseo, ora cominciano i primi mugugni e le prime contestazioni.

Anche la Sud, malgrado la scelta di non contestare a prescindere questa società al suo primo anno, traballa davanti all’evidenza di una campagna acquisti scarsa e di secondo livello.

La serata è freddina, si gioca alle 20.30 e lo stadio è quasi colmo. Facce gialloblu Hellas venute a vedere i cugini si trovano qua e la in tribuna.

Il presidio delle forze dell’ordine è molto ampio visto che si gioca comunque a Verona e la storica rivalità tra le due tifoserie è ben nota alle Questure.

Mentre fuori tutto scivola liscio, dentro comincia la partita tra lo sventolio dei bandieroni biancorossi. Il tifo ospite stranamente non è molto acceso, fatica a prender quota. In genere i vicentini fuori casa riescono a fare gruppo e a farsi sentire, questa sera invece solo pochi cori coinvolgeranno tutto il settore ospiti.

Dal canto loro i padroni di casa rossoblu, i Rude Firm 1921, sono in 20 e ovviamente fanno quello che possono. Dimostrano comunque un gran attaccamento alla Virtus visto che per 90 minuti han cantato e sventolato le loro bandierine.

La partita termina meritatamente 1-0 per la Virtus.

I vicentini, dopo il fischio finale, fanno sentire tutto il loro malumore, facendo partire cori di contestazione ai giocatori, rei di non avere dato tutto.

Testo di Marcello Casarotti.
Foto di Marcello Casarotti e Jürgen De Meester.

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