Il match clou della tredicesima giornata di C va in scena al “Tonino Benelli” di Pesaro, dove la Vis di mister Stellone, vera sorpresa di questo inizio campionato, ospita la capolista Pescara. Il calcio d’inizio è fissato all’insolito orario delle 12:30, arrivo con un certo anticipo provando una certa emozione di fronte a questo impianto storico, incastonato tra i palazzi. Passeggiando nelle strade che lo circondano, ho inoltre modo di immortalare i murales degli ultras vissini, oltre a qualche striscione che invita i tifosi ad andare allo stadio e uno di incoraggiamento per “Roby”. L’atmosfera è elettrizzante come da tempo non la si respirava in città, stesso entusiasmo che si tocca con mano su sponda abruzzese, nonostante la perenne contestazione al presidente Sebastiani, invitato ad andarsene dal solito striscione affisso in curva ospite: evidentemente per loro un momento calcistico positivo non basta a cancellare come un colpo di spugna tutti i dissapori del passato.

Dopo il giro all’esterno calpesto finalmente il rettangolo verde. L’orario è sicuramente penalizzante, per questo la “Curva Prato” impiega un po’ a riempirsi, con i tifosi che continuano a entrare anche a partita in corso e qualche seggiolino rimane comunque vuoto. Nella gradinata degli ospiti la scena è pressoché identica e quando manca poco al fischio d’inizio, la parte calda della tifoseria è ancora all’esterno.

Prima del calcio d’inizio la società vissina premia Kevin Cannavò per le cento presenze con la maglia biancorossa. All’entrata delle squadre in campo i pesaresi, che per l’occasione sono accompagnati dagli amici pistoiesi presenti con la pezza per Meco, si limitano a sventolare i bandieroni dei rispettivi gruppi e quella per l’indimenticato Cesco, alzando anche qualche sciarpa e un paio di stendardi.

Nel primo tempo i pesaresi partono subito bene, effettuando numerosi battimani ad accompagnare i cori e sventolando decisi i loro bandieroni per tutto l’arco della frazione. Una volta entrati gli ultras abruzzesi il confronto si accende e i loro decibel aumentano notevolmente, per poi assestarsi su livelli discreti. Al ventesimo minuto i padroni di casa alzano uno striscione per ricordare Christian Zanvettor, già giocatore biancorosso, bolzanino di nascita, a venticinque anni dalla sua scomparsa per un incidente stradale. Subito dopo il Pescara resta in dieci uomini per l’espulsione di Squizzato, che raccoglie due ammonizioni in cinque minuti per due brutti interventi di gioco. La “Curva Prato” cerca di spronare gli undici in campo per spingerli al colpaccio, ma pur con l’uomo in più la squadra pesarese incontra diverse difficoltà e riesce faticosamente a riversarsi nella metà campo ospite.

Nel secondo tempo i padroni di casa, nonostante un leggero calo, cercano di sostenere assiduamente la propria compagine. Al sessantunesimo minuto Okoro porta in vantaggio la Vis, facendo esultare il pubblico di fede biancorossa che aumenta l’intensità del tifo ed espone un altro striscione: “CIAO STEFANO”. Notevoli i battimani e costanti i bandieroni. Nel finale di gara alzano il terzo striscione della giornata, in solidarietà al popolo spagnolo per la tragica alluvione di Valencia Gli ultimi minuti di gioco sono concitati: il Pescara attacca a testa bassa seppur con l’uomo in meno, ma la “diga” pesarese, pur con qualche difficoltà, funziona e i marchigiani portano a casa una vittoria che regala loro tre punti importantissimi, mentre il Pescara inciampa per la prima volta in questo campionato.

Passando agli ospiti, i biglietti staccati sono 588, ma qualche tifoso abruzzese prende posto anche nella tribuna locale, con un cordone di steward a separarli dal resto dei sostenitori pesaresi. L’entrata avviene con dieci minuti di ritardo quando gli ultras mettono piede nello stadio in blocco. Dopo aver attaccato tutti gli striscioni (tra cui lo stendardo degli amici vicentini IPPO CON NOI), si compattano e sono autori di una prima parte di gara di assoluto rilievo. Tanti i bandieroni e le bandiere al vento, accompagnati da un discreto numero di stendardi. Il tifo è continuo e l’intensità si mantiene su buoni livelli. Effettuano un buon numero di battimani e braccia alzate a tutto settore. Sicuramente il primo posto della squadra li aiuta, ma gli ultras pescaresi vivono uno stato di forma strepitoso e chiudono questa prima parte di gara con una prestazione decisamente maiuscola.

Nel secondo tempo aprono la contesa sempre con bandieroni e bandiere al vento a colorare il settore, ma sia per il caldo ancora persistente, sia per il gol degli avversari, alla distanza calano un poco nell’intensità e anche il tifo ne risente, essendo caratterizzato da qualche pausa in più. In tali frangenti i lanciacori fanno riposare la voce e il sostegno continua con i soli battimani, anche se poi riprendono a cantare decisi. Il Pescara attacca ma non riesce a pareggiare, così al triplice fischio finale i giocatori salutano le rispettive tifoserie, con i pesaresi che festeggiano la vittoria, mentre i biancocelesti ricevono comunque l’incoraggiamento dei propri sostenitori per l’impegno profuso.

Si chiude qui questo intenso big-match, molto divertente sia in campo che sugli spalti, un bellissimo spot per la terza serie, troppo spesso snobbata a tutto vantaggio delle serie maggiori, ma che in realtà sa regalare qualità e belle sorprese come quella odierna.

Marco Gasparri