La strada che mi porta a Velletri è lunga e il clima di questa domenica di febbraio è tutto fuorché buono per chi come me ha deciso di passare un paio d’ore sul rettangolo di gioco. La pioggia è incessante e, una volta giunto nei pressi dello Scavo, inizio ad immaginare come potrò salvaguardare il più possibile l’attrezzatura. Tra i più grandi comuni del Lazio, Velletri vanta una travagliata storica calcistica, che solo negli ultimi anni è riuscita lentamente a ritirarsi su, giungendo sino alla Promozione e sgomitando tra le sabbie mobili della classifica per mantenere la categoria. Ospite domenicale è il Settebagni, club proveniente dall’omonima e popolosa borgata romana, adagiata lungo il corso del Tevere, proprio dove la Salaria comincia a inoltrarsi dapprima verso Monterotondo e poi nella Sabina. Ironia della sorte mi ritrovo a seguire la stessa gara fatta all’andata, ma stavolta ovviamente a campi invertiti.

Dopo le classiche procedure per entrare in campo, metto la pettorina e finalmente sono libero di scattare. A dieci minuti dal fischio d’inizio gli ultras veliterni cominciano a popolare il settore, dietro all’immancabile striscione della Banda Volsca e a quello che ricorda i quarant’anni dalla scomparsa del tifoso triestino Stefano Furlan, ucciso da un’immotivata carica della polizia al termine del derby con l’Udinese. A differenza dell’andata, dove erano presenti solo gli ultras della squadra castellana, quest’oggi sono presenti anche quelli del Settebagni, che da qualche mese hanno formato un gruppo di ragazzi al seguito dei biancorossi. Anche loro iniziano da subito a sostenere i propri colori e quando le squadre scendono in campo si fanno notare con l’accensione di un paio di torce.

La partita inizia, le due tifoserie si fanno entrambe sentire ma il campo regala più emozioni agli ospiti, che terminano in vantaggio di due reti il primo tempo. Ciononostante i padroni di casa non smettono un attimo di cantare per la propria squadra e quando sta per iniziare il secondo tempo si compattano ancor di più per far capire ai propri giocatori quanto vogliano essere il vero e proprio dodicesimo uomo in campo, trasmettendo loro grinta e rabbia. Pronti via la VJS Velletri segna e accorcia le distanze. Gli ultras ci credono e aumentano i decibel, facendosi sentire sempre di più, con l’intenzione di rimarcare quanto lo Scavo non debba essere “terra di conquista” per nessuno. Sugli sviluppi di un calcio piazzato i rossoneri pareggiano. Ora manca mezz’ora e tutti credono alla rimonta. Ma il Settebagni, che nel frattempo si è ripreso dalla sbandata costata due reti, sfrutta gli ampi spazi in contropiede e uccide le velleità di vittoria dirimpettaie, andando in gol due volte e chiudendo la contesa sul 2-4.

Delirio e comprensibile soddisfazione per i tifosi ospiti che, forse, ormai, davano per scontato la rimonta avversaria. Al termine della partita i veliterni chiamano sotto il settore la squadra, chiedendo a gran voce impegno, soprattutto tra le mura amiche, che in queste categorie spesso e volentieri ancora rappresentano un luogo fondamentale per pesantissimi punti in classifica.
In sintesi: bene i supporter rossoneri, che nonostante la brutta prestazione della propria squadra sono rimasti sempre sul pezzo con cori prolungati, ben coordinati e fatti nei momenti giusti del match (sottolineo il tamburo gestito benissimo e una partecipazione da parte di ogni persona nel settore verso un unico obiettivo). Nota di merito anche per gli ospiti, rumorosi per tutto il match e fomentati dalla prestazione della loro squadra.

Marco Meloni