Quasi 5.000 spettatori per questa gara, 4.532 per la precisione, convergono all’Adriatic Arena di Pesaro per questa gara fra la locale Victoria Libertas e l’Olimpia Milano. Non male come cornice di pubblico considerato che, come ormai consuetudine degli ultimi anni, la squadra continua ad affondare nella mediocrità più totale dei bassifondi della classifica, lontana anni luce da quelle storiche stagioni fra la fine degli anni ’80 e gli inizi del ’90 in cui inscrisse il proprio nome nel gotha cestistico italiano, aggiudicandosi per due volte lo scudetto tricolore. Non siamo poi così lontani dai numeri espressi in quel della rinomata Basket City e forse proprio come in quei lidi un palazzo più a dimensione dei loro numeri aiuterebbe a creare un ulteriore valore aggiunto.

Da Milano solo un manipolo di tifosi al seguito, contraddistinti come ormai da anni dallo striscione di contestazione per Proli e Portaluppi, gli amministratori dell’investimento di patron Armani con i quali si è giunti da tempo al capolinea. E la presenza in quel di Pesaro è emblematica in tal senso: una squadra che pur ragionando al ribasso, continua a stazionare stabilmente nelle zone nobili della pallacanestro italiana, eppure s’è costruita attorno – forse anche volutamente, forse anche per una certa attitudine innata di questo sport – un seguito tipicamente borghese, lo stesso che magari depreca gli ultras per questa lunga diatriba con la dirigenza. Eppure a guardar lì su quei gradoni ci sono solo loro, gli ultras, mentre i tifosi dall’alto pedigree se ne stanno a casa, lasciando sola la squadra che comunque, sul parquet, si impone con un 64-78 rassicurante.

Testo di Matteo Falcone.
Foto di Tommaso Giancarli.