Il calcio riapre ai tifosi, benché ad un ritmo differente fra i vari paesi d’Europa. Per esempio, in Germania gli stadi sono aperti con una capacità ridotta (al momento circa il 25% dei posti, percentuale variabile in relazione dell’incidenza del Covid), con tante restrizioni come posti separati e personalizzati, obbligo di mascherine, numero limitato (o talvolta nullo) di posti in piedi, limitazioni per i tifosi ospiti e quindi gruppi organizzati che per ora restano fuori. In Austria la linea principale segue il cosiddetto “3G” (“Geimpft-getestet-genesen“, che significa permesso d’entrare allo stadio se “vaccinato, guarito o esaminato”), ma quasi senza restrizioni, il che lascia più libertà al ritorno del tifo organizzato.

Così, al venerdì pomeriggio prendo la macchina e mi dirigo verso Innsbruck, dove la squadra locale, il Wacker, giocherà la prima partita davanti alla propria curva, dopo che le partite della stagione precedente si sono giocate a porte chiuse o con un numero di spettatori limitati e senza posti in piedi, e di conseguenza senza tifo organizzato. Sono passati 512 giorni senza l’atmosfera creata dalla tifoseria neroverde, che nonostante i pericoli del estate (fra gli altri lo spettro di un ennesimo fallimento, le incertezze finanziarie per la nuova stagione, ecc.), decide di riempire la Tivoli Nord, il cuore del tifo Tirolese.

Quando arrivo allo stadio sono onestamente un po’ deluso perché non c’è tanta gente come mi aspettavo. Purtroppo i simboli del calcio moderno sono arrivati anche nei più piccoli paesi: la sera antecedente, allo stadio Tivoli s’era giocata l’amichevole fra Liverpool ed Hertha Berlino, con un numero totale di spettatori che superava le dieci mila presenze. Solo 24 ore più tardi, la squadra principale della città non riesce a mobilitare più di 2.000 persone per una partita di campionato in casa. Ed è tutto molto triste, anche se parliamo solo della seconda divisione nazionale.

Entro allo stadio senza problemi, le succitate regole delle “3G” tuttavia sono rigorosamente controllate. Come tante volte in Austria, il settore ospiti resta completamento deserto: per le partite di venerdì sera, giorno principale in cui si gioca il campionato di serie b austriaca, solo poche squadre si presentano fuori casa con un tifo organizzato. La Tivoli Nord rinuncia ad elementi coreografici particolari, solo le bandiere restano in alto durante tutta la partita. Il tifo è preponderante, compatto, con cori forti e tanti battimani. La passione della tifoseria, dopo tanti mesi di assenza forzata dalla curva, è netta e ben percepibile. Però, in alcuni momenti, quando la partita sul campo vive i suoi momenti di stanca, mancando anche tifosi ospiti con cui misurarsi, anche in curva ci sono dei leggeri cali.

Sul campo, i padroni di casa esercitano il proprio predominio territoriale in una gara abbastanza anonima. Sembrava una di quelle partite che non avrebbero lasciato alcun ricordo nel giro di qualche settimana, ma un quarto d’ora prima del triplice fischio finale, lo scenario cambia in un modo assolutamente inatteso. In pochi minuti si abbatte un forte temporale come raramente ho visto. Un vento di burrasca e una pioggia torrenziale trasformano, in pochi istanti, il campo in un vero e proprio lago, chiudendosi al limite della regolarità. Gli spettatori della tribuna fuggono a cercar riparo sotto le tettoie, mentre i ragazzi della curva, al contrario, restano al loro posto per incitare la squadra fino alla fine, oggi non solo in senso metaforico. Fa onore alla squadra che non dimentica di presentarsi sotto la curva per ringraziarla, nonostante il tempo pessimo.

Per riassumere, anche stasera ho sentito quello spirito particolare che trasuda dalle curve gremite, punto culminante della passione per quanti amano ben oltre il calcio o la partita sul campo. Tuttavia, per tornare ad una “nuova normalità” la strada sarà lunga, per tutto il mondo calcistico, incluse le tifoserie organizzate, e non solo per motivi connessi al Covid-19 ma anche per un intero tessuto sociale e aggregativo da ricostruire.

Jürgen De Meester