La leucemia è una merda, senza mezzi termini. Combatterla vuol dire entrare nel vortice della malattia, annusare l’odore caustico della fine e vivere ogni maledetto secondo a stretto contatto con la morte. La guarigione è lenta, snervante, con il flusso vitale che pian piano rinvigorisce e lascia dietro di sé molte domande. “Tornerò come prima? Tornerò di nuovo a scuotere la mia esistenza e la felicità della mia famiglia?”.

L’avrà pensato tante volte Stiliyan Alyoshev Petrov, uomo come pochi nello sport moderno, prima che centrocampista leggendario dei Celtic Glasgow e dell’Aston Villa poi, nonché bandiera della nazionale bulgara. Cresciuto nel Profesionalen Futbolen Klub Montana, alla tenera età di diciotto anni viene notato da Dimitar Penev, talent scout del CSKA Sofia che lo convince a vestire la maglia rossa della squadra dell’esercito della capitale. Nel giro di due anni, il giovane Stiliyan contribuisce alle vittorie di un titolo e due coppe nazionali, attirando su di sé gli occhi dei Celtic Glasgow che, forti di un’offerta “monstre” da quasi 3 milioni di sterline – a fronte delle 30mila spese dal club bulgaro alcuni anni prima – si assicurano le prestazioni del talentuoso centrocampista.

L’ambientamento nella città che ha dato i natali a Sir Alex Ferguson è traumatico: Stiliyan ha nostalgia della sua terra e non parla una parola d’inglese. Decide così di imparare la lingua nella scuola di vita per eccellenza: la strada. Inizia così a lavorare nell’hamburgeria ambulante di un amico, mentre sul terreno di gioco l’adattamento prosegue senza sosta, nonostante il tecnico dei verdi di “Glesga” lo posizioni esclusivamente sulla fascia destra – pur preferendo il giovane Petrov l’ampiezza visiva del centro del campo.

L’alacre impegno porta sempre dei frutti succosi, lo sa bene Stiliyan che con la maglia biancoverde colleziona nell’arco di otto stagioni ben 4 campionati, 3 coppe di Scozia, il titolo di miglior giovane della Scottish Premier League, quello di giocatore bulgaro dell’anno e una ribalta internazionale grazie alle ottime prestazioni in Coppa UEFA e con la maglia della sua nazionale.

Con coach Martin O’Neill (colui che ieri ha portato l’Irlanda agli ottavi di finale di Euro 2016, battendo di misura gli Azzurri) trasferitosi a Birmingham – sponda Aston Villa – per Stiliyan è il momento di ricongiungersi con il tecnico che ne ha favorito la consacrazione. Petrov, dopo 312 presenze e 55 goal con la maglia dei Celtic, decide così di mettersi alla prova nel massimo campionato dell’isola opposta, diventando fin da subito una colonna portante dei Villans, tanto da diventarne capitano nell’ottobre del 2008 in occasione della sfida europea contro i connazionali della Litex Lovech. Il forte centromediano bulgaro diventa ufficialmente il leader del club di Birmingham in seguito al ritiro del veterano Martin Laursen, dopo esser stato eletto giocatore dell’anno sia dai tifosi dell’Aston Villa, sia dai colleghi, guidando i suoi ad un inaspettato sesto posto, alla semifinale di FA Cup e in finale della League Cup. Non male per un ragazzo nato e cresciuto in una piccola regione dell’Est europeo.

Il 30 marzo del 2012 però giunge la notizia che cambierà drasticamente la sua vita. Subito dopo la rotonda sconfitta contro l’Arsenal, Stiliyan sviluppa una febbre improvvisa e viene sottoposto prontamente a dei test. La diagnosi è incontrovertibile, infame e scioccante: leucemia acuta. Il calciatore annuncia così in mondovisione il suo ritiro forzato dall’attività sportiva, mentre nella partita successiva i tifosi del Chelsea omaggiano l’inizio della sua lotta fra la vita e la morte, scattando insieme in piedi al minuto diciannove – il suo numero di maglia – per applaudire un avversario leale e in difficoltà.

Successivamente, in seguito all’inizio della chemioterapia, Petrov viene omaggiato da un gremito Villa Park, sfilando in mezzo al terreno di gioco fra le lacrime di familiari, compagni e tifosi – i quali non hanno mai smesso di supportarlo in questa sfida decisiva. Nonostante un rapporto altalenante con la sua nazionale, dalla quale si era ritirato nel 2006, pur vestendo la fascia di capitano, per poi tornare sui suoi passi e toccare la vetta delle 100 presenze nel 2011, il 26 maggio del 2013 al Vasil Levski National Stadium di Sofia viene organizzata una partita in suo onore, fra le vecchie glorie dell’Aston Villa e quelle della Bulgaria – fra cui Hristo Stoichov e Dimitar Berbatov.

“È un momento difficile, il mio futuro sembra tingersi sempre più di nero. Ti accorgi man mano di cosa puoi perdere e per cosa dovrai lottare”. Sta combattendo contro un male oscuro Stiliyan Petrov e la forza di continuare la lotta inizia ad affievolirsi giorno dopo giorno. “Durante l’ultimo ciclo di chemio ho pensato di mollare tutto, di arrendermi”, afferma commosso ai microfoni britannici. Ma dietro un grande uomo, vi è sempre una donna ancor più forte e la signora Paulina Petrov ne è esempio lampante. “Se sono vivo è soprattutto merito suo”, parole che non hanno bisogno di parafrasi poetiche che le renderebbero vuote, retoriche.

Ristabilitosi dalla lunga malattia, la famiglia Petrov guarda al futuro senza dimenticare le sofferenze del passato. Stiliayn decide così di fondare la Petrov Foundation, un’associazione che ha raccolto e continua a raccogliere fondi per la lotta alla leucemia. Perché un conto sono le cure se si ha un portafoglio da milionario, un altro se si vive nella normalità. E la famiglia Petrov ha toccato con mano il mostro con cui tanti altri hanno purtroppo a che fare quotidianamente. “Ora che sono guarito voglio aiutare gli altri, soprattutto i bambini, al fine di dargli l’opportunità di un futuro diverso, migliore. So quanto la ricerca possa essere utile per combattere questo male e so quanto sia difficile riprendersi”.

Durante i tre anni di chemioterapia l’Aston Villa non ha mai smesso di sostenere il suo capitano. Nel marzo del 2015, Petrov viene reintegrato nel club in qualità di assistente tecnico di coach Tim Sherwood, dopo aver ricoperto un ruolo similare nell’Under 21 dal 2013. Il richiamo di un verde campo è però troppo forte e Stiliyan torna nuovamente in gioco nella Central Warwickshire dedicata agli over-35, indossando la maglia del Wychall Wanderers e contribuendo con il suo talento alla vittoria della Premier Division One Cup.

L’odore dell’erba inglese appena tagliata è talmente inebriante da convincere Petrov a rientrare ufficialmente nel calcio ad alti livelli, prima con l’Under 21 dei Villans, quindi annunciando nella giornata odierna di essere pronto per la preparazione estiva in vista della difficile stagione dell’Aston Villa, relegato in Championship dopo un’annata disastrosa, con l’obiettivo di trascinare nuovamente i suoi ad una scalata verso la Premier League. Stiliyan Alyoshev Petrov ha già segnato il gol più importante della sua vita, con un calcio che ha distrutto la rete della malattia, creando uno breccia di luce dopo tre anni di sofferenza. Welcome back Stan!

Gianvittorio Di Gennaro.