Poiché il periodo senza calcio, durante la pausa estiva, è sempre troppo lungo, ho dato un’occhiata alle partite europee per cercare di accelerare i tempi. Mi è venuto in soccorso il sorteggio delle qualificazione alle coppe europee, dove ho scoperto l’intrigante sfida tra Wisla Cracovia e Rapid Vienna. Due grandi scene in termini di tifosi il cui confronto si preannuncia di sicuro interesse. Da una parte lo stile polacco in forte ascesa in questi anni, dall’altra il Rapid Vienna che, come è noto, resta più legato alla tradizione italiana.
Calcisticamente parlando, il dato curioso è che il Wisla Cracovia nella scorsa stagione è retrocesso dall’Ekstraklasa, la massima serie polacca, ma si è qualificato comunque all’Europa League vincendo la coppa nazionale. Pur partecipando come squadra di seconda divisione, il Wisla è riuscito a superare nel primo turno il Llapi, una compagine del Kosovo.
Tanta l’euforia in vista del match. Lo stadio Henryk Tomasz Reyman di Cracovia ha una capienza di 33.130 posti, quasi tutti esauriti per quest’occasione. Viaggiando per diverse ore su un treno notturno per raggiungere l’importante centro della Polonia meridionale, ne ho potuto ammirare la bellezza grazie anche al tempo sereno, giovandomi del quale mi concedo anche un giro nella città vecchia prima di dirigermi allo stadio.
Arrivato sugli spalti, noto subito il settore principale dei locali decorato con un grande striscione in inglese recante la scritta “Always on the right side”, incorniciato dagli stemmi del Wisla e della Polonia. La parola “Patriots” viene successivamente formata con dei cartoncini bianci-rosso-blu su uno sfondo nero. Non che ce ne fosse bisogno, ma i tifosi di casa hanno inteso così ribadire, ancora una volta, le loro già note opinioni politiche.
Circa 700 gli ospiti da Vienna al seguito del loro club. Essendoci meno di 500 km di distanza, mi aspettavo qualcosa di più, sinceramente. Non bisogna però dimenticare che hanno saputo solo una settimana prima dove avrebbero giocato. Non stupiamoci dunque per quelli che non ci sono, ma rallegriamoci per quelli che sono arrivati fin qui, al di là di tutte le difficoltà logistiche. Soprattutto perché sono stati autori di una prova davvero bella. In un mare denso di bandiere e stendardi dei colori del club o con i simboli dei gruppi ultras, il loro settore ha offerto un colpo d’occhio davvero notevole. Come detto, il tifo risente molto delle influenze e della amicizie italiane di vecchia data, incentrato prevalentemente su melodie lunghe e persistenti con testi bellissimi. Difficile per loro farsi sentire, posizionati come sono dietro un divisorio in plexiglass che ne scherma il volume.
Il resto dello stadio è invece vestito per la maggior parte di rosso e occasionalmente partecipa ai cori della curva contribuendo ad alzare l’asticella del tifo. A coordinarlo due i tamburi e un corista su un’enorme piattaforma, aiutato da un sistema di microfoni che talvolta raggiunge volumi impressionanti. È invece un peccato che in tutta la Curva non si veda una sola bandiera, prerogativa questa che sembra essere parte dell’identità delle tifoserie polacche.
In campo il Rapid è riuscito a vincere in trasferta nonostante avesse ricevuto un cartellino rosso a metà partita, creando così i migliori presupposti per la gara di ritorno e per ottenere il passaggio al turno successivo. Come squadra di seconda serie, al Wisla va riconosciuto il merito di essere riuscito a tenere il passo ad club austriaco di punta in una partita davvero molto emozionante da guardare. Dopo il triplice fischio, queste stesse sensazioni e considerazioni, a partire dalla coreografia sfacciatamente politica dei padroni di casa oltre alle numerose altre impressioni di giornata le abbiamo riunite in un ristorante, dove abbiamo impreziosito le conoscenze odierne con l’ottima cucina polacca. Altamente raccomandata tanto quanto una gara al cospetto delle sue ottime tifoserie.
Totti