268 pagine a colori e 155 foto, “Il cacciatore di stadi” del nostro collaboratore Federico Roccio.
Federico come è nata l’idea di questo libro?
“Il libro nasce quasi per gioco, uno scherzo. Dopo essere stato premiato dai creatori dell’app Groundhopper come primatista italiano di stadi visitati. Si scherzava con alcuni amici veneti sulla chat del Fantacalcio di Gruntopoli dove ci sono gli addetti stampa del Calcio Padova… fino a quando l’idea di scrivere queste pagine ha preso forma.
Parlando di stadi. Ci puoi illustrare sinteticamente Una visione a 360 gradi, tra modernità e antichità?
Stadio più bello visto per modernizzazione Allianz Arena di Monaco, come struttura “vecchia” Old Trafford. Per romanticismo e atmosfera Celtic Park. Stadio più brutto Hankaran Hrvatini, Serie B slovena. Viaggi massacranti tantissimi: ne ricordo due in particolare, Dortmund in macchina, più di 2mila km in due giorni per il Der Klassiker Borussia-Bayern. Eravamo in due, ma il mio amico non aveva la patente… L’altro a febbraio quando, da martedì mattina a venerdì mattina, abbiamo fatto Romania, Serbia, Macedonia e Bulgaria con 4 voli, macchine affittate, viaggi anche di notte no stop per arrivare alla fatidica soglia dei 500.

Cosa vorresti trasmettere con questo testo?

Parafrasando quanto già detto nella scheda tecnica di presentazione del libro, vorrei precisare fin da subito che questo libro non è stato pensato come un’opera perfetta, né tanto meno vuole illustrare in maniera organica le teorie del calcio. Il testo vorrebbe invece rappresentare uno stimolo a cercare sempre la bellezza nella vita, in ciò che facciamo, al lavoro o nel tempo libero. La bellezza va cercata in quanto abbiamo di più caro, in chi ci sta accanto, in chi incontriamo nel nostro cammino. Questo libro, infatti, è stato pensato e scritto perché arrivi al cuore di ciascun lettore.
Nel libro non parlo infatti solo dei miei tour, ma anche di come vivo all’interno del mondo del tifo: emozioni, passioni dei tifosi, atmosfera e tutto ciò che circonda una partita. Dai grandi match come l’Old Firm, il derby di Manchester o Upton Park, passando all’est Europa e alle serie minori, in questi dieci anni di groundhopping, saltando da uno stadio all’altro. Racconto quello che provo prima del match, come ci arrivo, quanto spendo e tutto ciò che incontro prima, durante e dopo la partita: dal tifoso allo scontro, dal panino gigante all’essere ubriaco. Statistiche, azioni, goal e giocatori sono per me marginali: informazioni facilmente reperibili e che non fanno parte della mia esperienza.

La tifoseria che ti ha maggiormente impressionato?
In positivo sicuramente Paok Salonicco. Per farti capire, lo stadio rimbombava cosi tanto tanto da far suonare gli antifurti delle macchine. In negativo sicuramente le tifoserie spagnole, anche se in linea di massima non bollo mai in maniera definitiva se c’è anche solo un gruppetto di “pochi ma buoni”, che sostengono per tutto il match la propria squadra.
Stadi o zone limitrofe con più murales, più ricchi della creatività delle loro tifoserie?
Stadi dell’est Europa, in particolare la Grecia, Atene su tutti. Scritte curate nei minimi dettagli degne di vere e propie opere d’arte.

Grazie a Federico per questa chiacchierata. Il libro, per chi desiderasse acquistarlo, è disponibile sul sito www.ilcacciatoredistadi.com o alle presentazioni.

 

Intervista a cura di Federico Longo