In questi giorni avrei voluto soffermarmi in una lunga analisi del nuovo protocollo d’intesa sulla gestione dei tifosi, “passato alla storia” come quello che metterà la parola fine alla tessera del tifoso con un cammino progressivo lungo tre anni. Un passo indietro che va sezionato in ogni suo aspetto, ma che sommariamente potrebbe rappresentare un buon punto di partenza per scrollarsi di dosso gli ultimi dieci anni di folle gestione dei tifosi, portata avanti a suon di restrizioni e divieti.

Tuttavia se il buongiorno si vede dal mattino le cose non sembrano in procinto di prendere una piega tanto diversa da quella che conosciamo ormai bene. Anzi, in questi ultimi giorni un paio di episodi remano persino in direzione diametralmente opposta a queste presunte aperture delle istituzioni. Due sono i casi sotto la lente d’ingrandimento: il preliminare di Champions League tra il Napoli e il Nizza e l’amichevole tra Avellino e Frosinone. Andiamo con ordine.

Nel primo caso sembrerebbe che le autorità italiane abbiano fatto pressione affinché venisse chiuso il settore ospiti dello stadio San Paolo. Del resto un documento ufficiale emanato dalla Questura di Napoli e pubblicato sul profilo Facebook della Populaire Sud Ultras Nice, parla chiaro. Le autorità partenopee, sotto “suggerimento” dell’Osservatorio – che ha classificato la partita ad alto rischio invitando la società a non vendere i biglietti per il settore ospiti – hanno così ottenuto il risultato sperato, con l’ufficializzazione del divieto nella giornata di ieri.

In questo contesto decadono anche un po’ di “leggende metropolitane”, su tutte quelle che vedrebbero la Uefa come cane da guardia delle trasferte libere. Se l’organo continentale sinora si era limitato a chiudere i settori ospiti per poche partite contraddistinte da serie criticità (vedasi le sfide infuocate tra compagini della ex Jugoslavia o quelle tra nazioni spesso in guerra fino a pochi anni prima) ora legittima in tutto e per tutto un organo prettamente consultivo come l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive.

In pratica un’appendice – quale è formalmente la Uefa –  di quell’Unione Europea che ha fatto della libera circolazione il proprio cavallo di battaglia, ne interdice l’applicazione. E ci si perdoni se gli incidenti dell’amichevole dell’estate 2015, peraltro avvenuti in Francia, non ci sembrano sufficienti a giustificare una simile misura. È sempre lo stesso discorso: se in autostrada si verificano 50 incidenti mortali in un fine settimana cosa si fa? Si chiude quel pezzo di strada oppure si fa di tutto per prevenire ulteriori sinistri?

Una misura che inoltre ricadrà anche sui supporter napoletani. A quanto sembra, infatti, a una privazione di una libertà si risponde con un’altra privazione della libertà. Così, quasi per ripicca, le autorità transalpine impediranno ai tifosi campani di assistere al match di ritorno.

Del resto quando si lascia gestire una simile criticità alle istituzioni italiane non si può pretendere che a pagare siano innanzitutto i tifosi delle due squadre in questione.

Tutto qua? Neanche per sogno. Contemporaneamente a questo teatrino va segnalata anche la modalità di vendita dei biglietti per l’amichevole tra Avellino e Frosinone, in programma il prossimo sabato 19 agosto allo stadio Partenio. Con le due tifoserie in ottimi rapporti e un’affluenza che non sarà certo di primo piano, si è scelto di limitare l’accesso ai tifosi ciociari solo se in possesso di tessera del tifoso. Un vero e proprio paradosso che però descrive alla perfezione la differenze tra i proclami di un calcio “libero e per le famiglie” e la realtà dei fatti che, al momento, resta ancorata a principi medioevali e repressivi.

Insomma, se questa dev’essere l’alba di un nuovo modo di vedere, trattare e gestire i tifosi non resta che farsi il segno della croce e attendere solo la prossima, insensata, decisione in merito a una partita di calcio. Finché non si applicherà un vero e proprio repulisti in seno agli organi competenti si potranno abrogare tutte le tessere del tifoso che si vuole, ma la stessa – il suo perverso meccanismo e le sue idiote derivazioni – resteranno sempre in piedi.

Simone Meloni.