03-06-2018: Agropoli-Castrovillari 1-1
Finale Andata Play Off
Eccellenza Nazionale.
Villa d’Almè – Busto 81, Calvina – Lumignacco, Sinalunghese – Classe, Torres – Cannara, Villafranca Veronese – Ladispoli, Vis Afragolese – Omnia Bitonto, Agropoli – Castrovillari sono queste le sette finali dei playoff d’Eccellenza che stabiliranno le altrettante promozioni in serie D.
Inizialmente avevo optato per Siena – Reggiana, ma il dubbio di un possibile rifiuto mi ha spinto verso questa gara. Non meno agitata la settimana dell’Agropoli che, in concomitanza con la gara, si ritrova lo stadio occupato per un meeting di atletica leggera. In un primo momento viene confermata la sede dello stadio “Guariglia”, ma con orario posticipato, fino all’intervento della questura che impone lo spostamento a Vallo della Lucania. Solo la caparbietà della società convince la questura a riportare la disputa fra le mura amiche spostando l’inizio alle 18:30.
Sono già stato un paio di volte in questo paese in provincia di Salerno, ma questa volta, arrivando in anticipo sulla tabella di marcia riesco anche a vedere il bellissimo centro storico comprendente il castello che dall’alto domina la città, regalando una vista mozzafiato su quello che lo circonda.
Dopo la mia solita visita storico – culturale, mi porto presto nei pressi dello stadio per attendere i tifosi ospiti, attesi in buon numero. La prima e ultima colta in cui vidi gli ultras del Castrovillari risale allo scorso anno, nello sfortunato spareggio di Potenza contro la Sarnese, che ne decretò la retrocessione in Eccellenza dopo la lotteria dei calci di rigori. I calabresi in quell’occasione mi fecero una bella impressione, presenti in gran numero e tifando praticamente per tutta la partita.
Anche oggi gli ultras rossoneri danno conferma del loro potenziale arrivando con ben 5 pullman, di cui un paio a due piani, numerosi “nove posti” e macchine private. Parte di loro si dirige subito nel piazzale antistante l’entrata, un’altra parte effettua un mini corteo con in testa lo storico striscione delle “Teste Matte” intonando cori sia per la squadra che per la città, senza dimenticare i diffidati. Corteo che confluisce nel piazzale dove già erano arrivati gli altri tifosi, fra canti, torce, fumogeni e bandiere in attesa di entrare.
Varco l’ingresso in contemporanea con i tifosi rossoneri e anche i restanti settori dell’impianto cominciano a riempirsi. Ignoro quale sia la situazione nelle fila dei padroni di casa, dopo lo scioglimento degli storici “Blue Dolphins”, che nelle mie due precedenti visite (contro il Cosenza e il Terracina, rispettivamente in campionato e coppa di Serie D) mi avevano fatto una bella impressione.
Messo piede sul rettangolo verde ho finalmente modo di appurare la realtà: stadio abbastanza pieno, con qualche piccolo vuoto nella tribuna coperta, mentre gli ultras sono presenti in una cinquantina di unità dietro la sola pezza “Carmine vive”, raccolti in una porzione di tribuna separati da un divisorio dal resto dei semplici tifosi.
Dalla parte opposta, il settore ospite viene preso d’assalto da oltre cinquecento tifosi calabresi, numero decisamente alto per un paese di poco superiore ai ventimila abitanti. Gli ultras prendono posto nella parte centrale del settore, tappezzandolo di striscioni e stendardi.
Tra le fila ospiti noto un bel mix di ultras con in testa lanciacori più “scafati” e i giovani subito dietro: istantanea bellissima di un movimento ancora capace di aggregare tantissime persone e di trasmettere alle nuove generazioni le sue regole e i suoi valori morali, spesso preziosissimi in un mondo in cui sempre più perso tra l’apparenza e la futilità.
Già prima dell’inizio, gli ultras ospiti mostrano tutta la loro potenza intonando forti cori accompagnati da impressionanti battimani a tutto settore. Molto bello anche lo sventolio dei bandieroni, in basso nel settore ma sempre in evidenza.
Con l’entrata delle squadre in campo, i sostenitori ospiti sventolano una moltitudine di bandiere con i colori sociali della squadra, oltre a bandieroni dei gruppi e vari stendardi. Dalla parte opposta i campani accendono un fumogeno blu ed intonano qualche coro.
Nel primo tempo il tifo ospite è trascinante oltre che sempre molto continuo, con numerosi battimani e bandiere sventolate senza sosta. Da menzionare pure gli “Ultras Castrovillari” con lo striscione al contrario e con una trentina di elementi che si posizionano a distanza dal resto della tifoseria, visibili per qualche battimani e sventolio del bandierone. Tifo totalmente diverso dal resto degli ultras rossoneri ma nonostante il numero, a volte riescono anche a farsi sentire.
I padroni di casa, senza la presenza del gruppo principale ormai definitivamente sciolto, purtroppo non riescono ad essere all’altezza della situazione: a parte qualche bel battimani ad accompagnare i cori, effettuati soprattutto nella prima parte di gara, il tifo risulta alquanto discontinuo e poco coreografico, senza nemmeno una bandiera sventolata.
Nel secondo tempo, dopo appena sei minuti sono proprio i biancoblu ad esultare: l’Agropoli si porta avanti grazie ad un calcio di rigore di Di Deo che ricompatta gli ultras, sparpagliatisi per il settore. Però anche in questa seconda parte di gara, il tifo non è troppo continuo.
Dalla parte ospite, nonostante lo svantaggio che comunque crea giusto un attimo di sconforto, non si molla la presa continuando a tifare sempre con buona intensità, numerosi battimani e sciarpe spesso alzate al cielo.
Proprio quando la partita sembra volgere al termine, arriva il gol del pareggio con un colpo di testa di Curcio che riapre il discorso qualificazione, mandando in estasi il popolo di fede rossonera.
Al triplice fischio ci sono comunque applausi da parte dei sostenitori locali ai propri giocatori, mentre nel settore ospiti prosegue la festa con i giocatori lungamente applauditi e che successivamente si uniscono ai cori dei propri tifosi.
Al novantesimo la serata ha un sapore più dolce, così come il ritorno a casa, ma solo tra sette giorni si saprà se questo gol sarà valso veramente a qualcosa. Intanto sognare e sperare è lecito ancora per tutti.
Marco Gasparri