Rivolti messaggi di solidarietà ai tifosi dell’Hellas Intanto, i gialloblù e i sampdoriani si stringono attorno alla moglie. Stabili le condizioni del ferito.

Giorgio Leoni lotta. Ma non è solo. Il tifoso veronese caduto rovinosamente da un bus in corsa domenica scorsa nel tragitto che lo stava portando allo stadio è tenuto ancora in coma farmacologia dai medici dell’ospedale Galliera di Genova. Al suo fianco la moglie Antonella, ma anche la comunità dei tifosi.
Di tanti tifosi. Anche dei «nemici». I sostenitori di Hellas e Sampdoria sono legati da tempo di solida amicizia. In questo momento drammatico, però, anche parte della tifoseria genoana ha voluto portare la propria solidarietà al tifoso gialloblù.
Leoni detto «Leo» ha incassato questi giorni il grande abbraccio virtuale dei «butei» dell’Hellas presenti all’ospedale a sostegno della moglie Antonella negli attimi immediatamente successivi all’incidente. Con loro anche i tifosi blucerchiati che di fatto stanno sostenendo la moglie di Leo in tutto e per tutto. «La accompagnano all’hotel dove ha preso alloggio», spiega Michele Munerati, veronese e tifoso Hellas stabilitosi ormai da otto anni nel capoluogo ligure, «le portano da mangiare, le danno massimo sostegno in qualsiasi momento del giorno». Anche il Verona si è fatto sentire «attraverso il direttore generale Gardini», spiega ancora Munerati, «e il team manager Mazzola. Inoltre, anche sul sito dell’Hellas si è voluto dare solidarietà a Giorgio. Ma c’è dell’altro: anche il medico sociale della Sampdoria si è presentato all’ospedale per sincerarsi delle condizioni di Giorgio».
E una volta di più va ricordato che il Movimento Gialloblù Pescantina si è reso protagonista di un’iniziativa a sostegno di Leoni con una raccolta di dichiarazioni da parte dei tifosi che erano presenti su quell’autobous maledetto il giorno dell’incidente. Un’iniziativa che va oltre la solidarietà e che potrebbe rappresentare testimonianza importante nel percorso intrapreso dalla famiglia di Leoni, assistita oggi dagli avvocati Giuseppe Trimeloni e Sara Montagna.
Torniamo al Galliera, però. E al racconto di Munerati. «Domenica sera si sono presentati anche tre rappresentanti della Gradinata Nord genoana. Hanno portato la loro solidarietà. Il gesto va oltre ogni significato legato al mondo del tifo. Ho ricevuto personalmente un sms da uno dei capi storici del tifo genoano. In questo momento anche loro sono vicini a Giorgio». Quando si entra nella sala d’attesa della rianimazione del Galliera le sciarpe non hanno più colore. E in un momento così delicato per la vita di Giorgio ma anche per il calcio italiano questa è di certo una bella storia.
Leoni, intanto, viene sottoposto ogni mattina ad una tac alle 8,30. Il suo quadro clinico sembra essere in via di stabilizzazione. I medici continuano a monitorare l’evolvere dell’ematoma. Il tifoso presente una perforazione ad un polmone, una sublussazione alla colonna vertebrale e non respira autonomamente. Nella giornata di ieri i medici lo hanno sottoposto ad un risveglio parziale per determinare l’entità del possibile danno neurologico generato dalla caduta. Non esistono, tuttavia, ancora le condizioni per procedere ad un intervento chirurgico. E i medici potrebbero avere bisogno di 10-15 giorni per arrivare ad una valutazione non più parziale dello stato di salute di Giorgio.
La moglie Antonella può vederlo non più di mezz’ora al giorno. L’altro ieri, però, giorno del 43 esimo compleanno di Leoni, le è stato concesso di portargli gli auguri. Solo per qualche attimo. Fuori i tifosi, gli amici e chi ama Giorgio. E anche oggi la processione al Galliera continuerà. Leoni lotta. Ma non da solo.

Simone Antolini

[Fonte: L’Arena]