La gara contro il San Marino al “Del Conero” è stata una formalità assolta in scioltezza dall’Ancona. Eppure, nonostante la vittoria e le ambizioni di playoff ancora vive, c’è poco da sorridere per la tifoseria, ultima vittima della famigerata “black list” e dell’interpretazione ed applicazione a discrezione del famoso articolo 9. D’altronde, lasciando così sospesa questa spada di Damocle, grazie a questo abominio di legge, è chiaro che chi di “potere” possa, a suo uso e consumo, disporne a piacimento.
Per la cronaca, ad alcuni esponenti della “Curva Nord Ancona” è stato fatto divieto di acquistare biglietti per la gara, nonostante avessero già scontato la propria diffida. Il paradosso è che alcuni erano già tornati da qualche tempo allo stadio, dopo aver pagato il proprio conto con la giustizia (se giustizia si può definire questo abuso di sanzione amministrativa senza possibilità di difesa…), riuscendo regolarmente ad acquistare i propri tagliandi ed entrare allo stadio. Invece ieri no. Così il resto della curva ha deciso di entrare solo per esporre uno striscione di protesta, “90 minuti è una partita, un fratello è per tutta la vita”, levare al cielo cori di rabbia contro questi soprusi e di libertà per gli ultras, ed abbandonare definitivamente gli spalti.
Cosa è successo ad Ancona affinché maturasse un tale assurdo scenario da “fine pena mai”? Non è dato saperlo. Non ci sono stati gravi scontri recenti che possano far pensare ad una ritorsione poliziesca, nemmeno è prevista imminentemente qualche gara da bollino rosso, in vista della quale colpire e terrorizzare i tifosi a scopo preventivo. L’unica aspra contrapposizione degli ultimi tempi è quella tra la Curva Nord ed il sindaco Mancinelli per l’intitolazione di un impianto di Collemarino (recuperato proprio grazie all’iniziativa dei ragazzi della curva) “alla memoria dei Fratelli della Curva Nord scomparsi”.
Per sintetizzare la lunga querelle, il Sindaco ha fin da subito negato il proprio benestare all’iniziativa per il classico pregiudizio che bolla qualsiasi idea degli ultras come “apologetica della violenza”. Certo la violenza è spesso uno degli aspetti più difficilmente sdoganabili e comprensibili del movimento ultras, specie agli occhi della cosiddetta “società civile”, ma ci sono casi come questi dove la violenza non c’entra un bel niente e i concetti di “società civile” andrebbero quantomeno rivisti se non ribaltati.
Striscioni contro il Sindaco e la sua giunta, comunicati, richieste di dimissioni: la contrapposizione dura da parecchio e non accenna a placarsi, né tantomeno gli enti istituzionali osano cedere al buonsenso e conciliare con le parti. Ovviamente tutto questo può non avere alcuna concausa in quanto successo ieri, collegarlo potrebbe anche risultare una forzatura, un voler a tutti i costi pensar male, ma come diceva una vecchia faina delle trame politiche sotterranee, a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina.
A prescindere da ogni tentativo di spiegazione di queste assurdità occorse, massima solidarietà ai ragazzi della Curva Nord Ancona.
Stefano Severi.