Dopo il pesante 7-0 subito dall’Ascoli sabato scorso a Lecce, il venerdì precedente la partita contro il Benevento, gli ultras chiamano a rapporto la squadra, spiegando che questa sconfitta macchia indelebilmente la storia ultracentenaria dell’Ascoli e che tutti loro ne sono stati i protagonisti in negativo, ma bisogna voltare pagina, lo chiedono soprattutto alla squadra da cui aspettano un pronto riscatto già in questa difficile partita.
La squadra sannita punta a tornare subito nella massima serie dopo la retrocessione dello scorso anno, attualmente occupa il sesto posto in classifica, in piena zona play off, a soli sei punti da quel secondo posto occupato attualmente dal Palermo vice capolista.
Le due squadre tornano ad affrontarsi per l’ottava volta in terra picena ed il bilancio è di perfetta parità con due vittorie per parte e tre pareggi: il primo confronto risale ai gironi eliminatori di coppa Italia, datato 2 settembre 1984, quando il Benevento espugnò lo stadio ascolano con il punteggio di 0-1, mentre in campionato le due compagini si affrontarono per la prima volta solo nel campionato di serie C, nella stagione 99/00, con la vittoria bianconera per 3-0; l’ultimo confronto invece risale al 6 maggio 2017 e finì con il pareggio per 1-1.
Quest’oggi nonostante la squadra annaspi nella zona calda della classifica, allo stadio si presentano oltre 5.600 spettatori con la curva Sud che, quando entrano le squadre in campo, effettua la consueta sciarpata sempre molto fitta. Cercando di soprassedere alla brutta sconfitta di Lecce, si getta a capofitto in un tifo di buona intensità, i cori vengono accompagnati da una abbondante dose di battimani e da una sempre piacevole presenza di pirotecnica.
Al ventesimo minuto ci pensa Ardemagni a trasformare la rabbia dei propri tifosi in gioia con il gol del vantaggio con un perfetto colpo di testa ad anticipare la difesa giallorossa. Poi al trentottesimo arriva il raddoppio dell’ex Ciciretti, fischiato dai suoi vecchi tifosi, che con una punizione ben eseguita fa finire la palla sotto al sette ed esplodere lo stadio intero che pregusta tre punti pesanti che poi non arriveranno. L’Ascoli infatti dura un tempo, nella seconda parte di gara vengono fuori gli ospiti che prima accorciano le distanze ed al novantesimo, con un uomo in meno, pareggiano i conti.
La Sud ha sempre e comunque sostenuto la squadra in campo con una leggera flessione solo dopo il 2-1, nella parte centrale del secondo tempo, ma rimettendosi presto in carreggiata nonostante la delusione per questo ennesimo pareggio che serve a poco per la classifica. Da segnalare l’esposizione dello striscione “CIAO MARCO”.
Passando sulla sponda ospite, i beneventani arrivano dopo pochi minuti dal fischio d’inizio sistemandosi vicino alla curva, attaccando in pochi minuti tutte le “pezze” dei gruppi ultras della realtà campana ed iniziando a sventolare i bei bandieroni, davvero ben curati. Espongono quasi subito uno striscione per la squadra, “VIETATO MOLLARE”, che porta la firma del gruppo “PRIMO ANELLO”, poi attaccato nella parte alta del settore.
I campani effettuano un buon tifo condito da tanti battimani e torce, nonostante il gol dello svantaggio continuano come se nulla fosse, accusando il colpo solo dopo il gol dell’ex al quale segue qualche pausa di troppo. Nel secondo tempo riaprono la contesa facendosi sentire spesso ed esponendo lo striscione “DANILO TIENI DURO”, preludio al gol con cui bomber Coda accorcia le distanze, esultando con il resto della squadra proprio sotto al settore.
Gli ultras crescono verticalmente nella ripresa, aiutandosi con dei battimani molto convincenti. Il gol del pareggio al novantesimo su calcio di rigore, raddrizza una partita che molti ormai credevano persa. Finisce in perfetta parità dopo dieci minuti di recupero tra lo sgomento dei tifosi bianconeri che accompagnano la squadra negli spogliatoi con sonori fischi, mentre i giallorossi festeggiano applaudendo la squadra per non aver mollato fino alla fine. Un punto che consolida il sesto posto in classifica e alimenta la classifica dei padroni di casa pur non risolvendone i mali atavici visto che ora la distanza dalla zona play out si è ridotta a sole tre lunghezze.
Marco Gasparri