L’esordio di campionato dell’Atalanta tra le mura di casa è anticipato dalla comunicazione, via social nei giorni precedenti e con volantinaggio la sera della partita, dello sciopero del tifo della Nord per i primi quindici minuti di gioco. È questa la forma di protesta che la  curva orobica decide di mettere in atto per denunciare l’accanimento della “giustizia” nei confronti di Claudio (meglio conosciuto come “il Bocia”) e del Baffo (esponente di lungo corso del movimento ultras bergamasco). Ma più in generale è la chiosa del volantino che dovrebbe fare riflettere, a Bergamo come altrove, perché, come è noto, la repressione non ha mai conosciuto confini geografici: “NON PRETENDIAMO IMPUNITÀ MA SIAMO STANCHI  DI DIFFIDE ED ANNI DI FIRME PER POI VEDERCI ASSOLTI DA UN GIUDICE”.

A fronte di queste argomentazioni oggettive, a Lorsignori fischiano le orecchie e scatta così una rappresaglia a tutti gli effetti: sono le 19,45 quando la pagina facebook “Sostieni la Curva”, infatti, comunica che è stato impedito l’ingresso allo striscione “SIAMO TUTTI CON CLAUDIO” e che, per questo motivo, nessuno striscione sarà esposto in Nord.

All’ingresso delle squadre, quindi, il colpo d’occhio della “Pisani” e quello del settore ospiti, seppure per ragioni diverse, sembra più quello di un’amichevole estiva che della prima di campionato: poco colore e nessun coro ad accogliere i ventidue che sbucano dal tunnel degli spogliatoi. Tempo per qualche fischio partito dai Forever Atalanta per l’ex Sportiello, oggi portiere dei ciociari, e poi comincia il minuto di raccoglimento in ricordo delle vittime del ponte crollato a Genova. Un silenzio vero, non interrotto anzitempo da applausi, al quale si accompagna lo striscione “Siamo tutti con Genova” esposto in tribuna ed il “Genova non mollare” degli ultras collocati nella curva Morosini.

Il match comincia nel silenzio di un Comunale pur gremito da oltre 18.200 spettatori e dopo una manciata di minuti alcuni ribelli si arrampicano in cima alla Nord, più a rischio e pericolo di ulteriori rappresaglie che della propria incolumità, per appendere proprio quel “SIAMO TUTTI CON CLAUDIO” che Qualcuno voleva bandire. Attingiamo nuovamente da “Sostieni la Curva” per sapere come sono andate le cose: “Prima della partita abbiamo, come sempre introdotto tutti i nostri striscioni, materiale, bandiere e giornalino. Tra gli striscioni c’era anche quello “Siamo tutti con Claudio”, qui è accaduto l’impensabile.  La polizia ha iniziato a chiamare via radio i responsabili per capire se far entrare o no questo pericoloso striscione. Quando c’è stata data la notizia che era stato vietato l’accesso in tutti è cresciuta una grande rabbia. Perché vietare l’ingresso? quale frase offensiva, razzista o violenta ha questo striscione?! Circa 200 ragazzi sono partiti dal Baretto con questo striscione in mano ed entrati nel prefiltraggio abbiamo preteso la motivazione del divieto. La digos presente, ha, davanti a tutti noi, detto che per loro non era un problema, visto che non conteneva nulla di illegittimo, ma che il questore Fabiano aveva deciso che quello striscione non poteva entrare. Dopo qualche minuto, qualcuno ha contattato qualche responsabile dell’ordine pubblico, forse lo stesso questore, il quale ha permesso l’accesso per motivi di ordine pubblico. Il problema, in questo lunedì sera, nella nostra Bergamo, era uno striscione di vicinanza ad un amico.”

Un occhio al campo ed uno agli spalti e si arriva al 9° minuto, quando gli ospiti colpiscono il palo, a Gollini battuto, nella prima incursione in area avversaria.  Di lì a poco il contingente ultras frusinate fa il proprio ingresso e posiziona i principali striscioni sulla balconata centrale. Anche per loro il primo pensiero, o per meglio dire il primo coro, è rivolto ai diffidati.

Un paio di giri di lancette e gli uomini di Gasperini passano in vantaggio: Toloi gestisce palla all’altezza della trequarti campo, Barrow taglia diagonalmente sbilanciando la difesa avversaria ed apre lo spazio giusto per Gomez, che riceve palla e insacca.

La marcatura orobica coincide sostanzialmente con la fine dello sciopero del tifo: “Il Claudio deve rientrare” urlato a squarciagola dalla Nord (e non solo)  esprime al tempo stesso la rabbia del presente e la speranza nel futuro, chissà…

La formazione ciociara  fatica ad organizzare una controffensiva degna di questo nome, mentre i propri sostenitori si prodigano un incitamento dove i cori secchi ed i battimani fanno la parte del leone. Il divario numerico è improponibile ma in varie occasioni li sento nitidamente anche se sono collocato a ridosso della Nord. Scocca la mezzora ed il doppio treno degli orobici anticipa di poco un’ottima occasione del Papu per raddoppiare.

Prima del duplice fischio c’è poi tempo  per il coro “… senza permessi e senza tessere…” di parte neroazzurra e per altri battimani su sponda ospite.

Alla ripresa delle ostilità la Nord si presenta adorna degli striscioni “Bergamo” e “A guardia di una fede”, segno che qualcuno l’intervallo non l’ha passato al bar ma si è dato al free-climbing. Si replica, con anche maggiore veemenza, la pioggia di fischi per Sportiello: poca roba in confronto alla grandinata di goal che l’estremo difensore si accinge a subire. L’ombrello difensivo dei gialloblù è fragile e prima Hateboer (al 48°) e poi Pasalic (al 61°) mettono al sicuro il risultato, massimizzando i perfetti assist ricevuti da Gomez.

Messa da parte la rabbia iniziale, la Nord ora festeggia e trascina ampi settori del resto dello stadio, soprattutto nei cinque minuti abbondanti di “despacito”. Se in campo il Frosinone ormai non ha più nulla da dire, i sostenitori al seguito non si scompongono più di tanto e proseguono sui livelli del primo tempo.

Appuntati sul taccuino il coro sulla melodia di “Ufo Robot” dedicato a Marten De Roon e, fatto più unico che raro al Brumana, la mancanza di cori offensivi tra le due fazioni, lascio lo stadio al 90° e mi perdo il quarto sigillo, opera di un Papu incontenibile che, dopo due anni, consente ai bergamaschi di trovare i tre punti nell’esordio di campionato.

E ora testa al preliminare di Europa League con il Copenaghen.

Lele Viganò