Ad entrare nell’insidiosa tana del Lupo stavolta è il temibile Lanciano di Baroni. La squadra abruzzese, dopo un inizio incredibile di campionato, ha conosciuto un’inevitabile flessione, mantenendosi, comunque, costantemente nelle zone alte della classifica. Non è sbagliato, dunque, considerare questa sfida di altissima classifica. A prescindere dal nome non altisonante dell’avversario, al “Partenio” sono oltre 8.000 i paganti.
Nonostante non tutta la tifoseria del Lanciano sia in sintonia col discorso Tessera del Tifoso, nel settore ospiti c’è una buona rappresentanza rossonera, composta da non meno di 150 tifosi, con al seguito striscioni e bandiere. Anche se non tutto il contingente possa definirsi ultras, gli ospiti si distinguono stando costantemente in piedi, raggruppandosi con una certa compattezza e seguendo tutte le direttive che vengono impartite dai tifosi più attivi. Lo scopo è quello di far fronte comune per appoggiare la squadra in un grande momento della Lanciano calcistica, e un po’ tutti fanno quel che possono, cercando di non seguire passivamente la partita.
Nonostante lo 0-3 devastante di fine primo tempo, i padroni di casa, forti del loro numero, cercano di sostenere i loro beniamini con il solito, inconfondibile, stile. Ma stavolta non basta né la Curva Sud né la spinta dello stadio per rimediare ad una partita compromessa già alla sua metà, e il secondo tempo servirà ai biancoverdi giusto per realizzare il gol della bandiera. Da notare uno striscione in ricordo di Mario Miele ed Antonio Petrillo: il primo, leader dei Cruels, è scomparso all’età di 39 anni circa un anno fa, mentre il secondo, morto nel 1997, è stato un elemento portante dei New Bush; insomma, quello che ormai viene definito il “nuovo corso” della Curva Sud onora e non scinde il legame con chi ha fatto un pezzo di storia ultras della propria città.
Testo di Stefano Severi.
Foto di Tobia Conte.