Nessun precedente recente tra le due tifoserie che, per un motivo o per un altro, hanno sempre militato in categorie diverse perciò le occasioni di incontrarsi sono sempre state prossime allo zero assoluto.

Chi mastica un po’ di ultras può comunque immaginare che i punti di contatto tra le due tifoserie siano assai scarsi, del resto, inutile mentirsi, la contrapposizione politica dei due schieramenti è agli antipodi perciò è difficile, già in questa prima occasione, pensare che siano baci e abbracci.

Quello che succede prima dell’incontro è noto a tutti, o quasi, tralasciando i particolari (che spesso e volentieri non sono solamente particolari ma aspetti da non sottovalutare), si può dire che avviene uno scontro non troppo distante dallo stadio e ad avere la peggio è il gruppetto di ospiti, che probabilmente non si aspettava neppure una visita del genere in un contesto all’apparenza tranquillo.

Ora si può dar vita ad un comizio sui motivi, sulla dinamica ed anche sull’opportunità di questa azione, io tralascio volutamente questi aspetti, la valutazione è personale e le varie opinioni possono dar vita ad una marea di risposte ed interrogativi diversi.

La conseguenza immediata è che tra i locali vengono individuati dei ragazzi, autori o almeno presunti autori del misfatto, tra questi gli strascichi più gravi sono soprattutto per uno, accusato di essere l’artefice della spedizione; costui viene arrestato e sottoposto ad un Daspo di otto anni, sentenza che fa discutere per la durezza del provvedimento.

Poi anche su questo aspetto si scatena la solita discussione tra i super garantisti (chissà perché solo in materia di stadio) e quelli che riconducono il tutto ad una semplice disputa da stadio, resta il fatto che il ragazzo in questione è stato sbattuto in prima pagina sui quotidiani locali con tanto di foto, anno di nascita, nome e cognome. Mancava l’indirizzo di casa, il gruppo sanguigno ed il titolo di studio conseguito e poi le informazioni erano al completo! Basta paragonare la vicenda ad altre extra stadio per vedere se la fermezza mostrata in questo caso, viene applicata ad altri campi visto che il postulato vorrebbe, lo ricordiamo, che la legge sia uguale per tutti.

Che qualcosa sia andato non proprio liscio, lo capisco dall’ingresso allo stadio delle due tifoserie: gli ospiti si mostrano subito parecchio carichi ed aggressivi, mentre nella curva di casa, nel momento del’ingresso in curva degli ultras, viene scandito più volte il coro “Scappa coniglio neroazzurro”. Gli ospiti non si scompongono più di tanto e rispondono per le rime, poi scelgono di addentrarsi in ambito politico inneggiando a Benito Mussolini. Sull’altro versante non si resta con le mani in mano e si accetta di battagliare sul campo scelto dall’avversario, così per qualche minuto sembra di assistere ad una gara a colpi di cori tra due fazioni extra parlamentari.

Si può stare a sindacare quanto la politica possa entrare nel mondo del tifo, quanto sia giusto evidenziare le proprie idee in uno stadio di calcio, ma il poco feeling che a pelle hanno le due tifoserie, che non mancano di offendersi e rivaleggiarsi in qualsiasi modo possibile, deriva molto probabilmente proprio dal diverso pensiero politico.

Come inizio non c’è male, chi si aspettava una sfida tranquilla deve restare deluso.

Buona presenza a livello numerico degli ospiti, che marcano il settore con numerose pezze e con lo striscione “Curva Nord” appeso a centro curva, sopra il quale viene mostrato lo stendardo “Frosinone merda”. Qualche bandierone viene fatto sventolare già negli istanti che precedono l’ingresso in campo delle squadre, mentre un paio di bandierine vengono alzate solamente nel momento dell’ingresso in campo delle stesse.

La Curva Nord coreograficamente non offre niente di particolare, a livello di colore c’è il solito lungo striscione appeso alla vetrata, mentre qualche pezza colora la parte centrale.

Sotto il punto di vista del tifo le due curve non deludono, anche se visti i numeri in campo era lecito attendersi qualcosa di più. Questo perché sia gli ospiti che i locali hanno un potenziale niente male, ma spesso e volentieri non lo sfruttano a pieno. Se gli ultras del Latina non deludono sul piano della compattezza e del colore, c’è da dire che in alcune fasi manifestano qualche pausa di troppo, probabilmente non fila tutto come sperato visto che c’è un momento nel quale le diverse anime della curva arrivano quasi allo scontro, poi tutto rientra anche perché un “soggetto” munito di telecamera riprende con particolare attenzione.

Sul fronte locale il primo tempo vola via tra troppi alti e bassi, qualche coro è fatto veramente bene e coinvolge gran parte della curva, in altri frangenti è solo la zona centrale a farsi carico del tifo ed anche se il risultato è più che soddisfacente, c’è da segnalare che proprio lo zoccolo duro degli ultras amaranto fa partire un paio di volte il coro “Chi non canta resti a casa…”.

Se sul terreno di gioco non si assiste ad una bella partita, troppo spezzettata ed eccessivamente tattica, sugli spalti c’è quel mix di tensione e passione che ravviva non poco una calda serata settembrina.

La seconda frazione si apre con uno striscione esposto dalla Curva Nord: “05-09-14 un altro ‘colpo accidentale’ in questo Stato criminale. Davide vive”.

In questa seconda parte di gara le due tifoserie si ignorano quasi completamente, ormai lo scambio di opinioni si è esaurito ed ognuna prova a sostenere la propria squadra al meglio delle proprie possibilità.

Gli ultras amaranto cambiano passo ed acquistano una continuità maggiore, ora le pause sono assai rare e qualche coro viene tenuto alto anche per una decina di minuti. La squadra, rimasta in dieci, che rincorre il pareggio, motiva una tifoseria che ce la mette tutta per far sentire il proprio calore ai giocatori. Visto il pareggio raggiunto su rigore, trasformato da Cutolo, c’è da confermare come il tifo di marca labronica sia stato capace di trascinare una squadra che nei minuti finali, malgrado l’uomo in meno, ha provato perfino a agguantare il bottino pieno.

Gli ospiti, tralasciata qualche bega personale, si sono contraddistinti per un tifo asciutto ma incisivo; i numeri portati a Livorno sono stati più che discreti ed una volta trovato il giusto passo, anche in questo secondo tempo il sostegno non è stato affatto male. Da menzionare i bandieroni fatti sventolare assiduamente ai lati del gruppo principale ed i cori a fine partita per l’ex Jefferson che ha salutato i suoi vecchi tifosi.

Al triplice fischio finale, la gara termina su un pareggio che sembra accontentare le due tifoserie, le quali applaudono i giocatori mentre lasciano il terreno di gioco.

Valerio Poli.