Divieto di trasferta che s’è abbattuto inevitabile sui sostenitori del Messina e che ha caratterizzato questa partita dal punto di vista ultras. Hanno pesato gli incidenti avvenuti tra le opposte tifoserie qualche mese prima all’imbarco dei traghetti. I tifosi siciliani rientravano dalla trasferta di Torre del Greco, quelli del Bari erano pronti ad imbarcarsi per raggiungere Reggio Calabria, quando è scoccata la scintilla forse anche alimentata da ruggini relative alla partita della prima giornata di campionato. Lo strascico di daspo per entrambi le tifoserie è stato la più logica e pesante delle conseguenze.
Pochi giorni dopo questa partita, con un comunicato, la Sud di Messina ha fatto poi inoltre sapere che né le partite in casa né quelle in esterna dei giallorossi vedranno più la loro partecipazione. “Ci fermiamo a tempo indeterminato”, in una netta presa di posizione contro la presidenza Sciotto che sta ormai scontentando tutti i tifosi, rendendo ancora più difficile il legame della squadra con i tifosi. Su una diversa direttrice la Gioventù Giallorossa: “Contesteremo Sciotto a modo nostro” – fanno sapere – ma senza abbandonare gli spalti.
Questa domenica dunque, la partita del tifo perde parecchio impatto, data l’assenza coatta di una tifoseria storica e di assoluto rispetto in quel del San Nicola.
Tanto freddo, alternato a pioggia portano evidenti spazi vuoti in Curva Nord che si compatta centralmente comunque alla spicciolata: come al solito tante bandiere a dare il benvenuto in campo alla squadra, cori molto potenti e interessanti battimani. La Nord è autrice di una prova come sempre dignitosa e volenterosa, non manca qualche torcia accesa a dare colore ad un ambiente climatico cupo ed anzi enfatizzate da questa atmosfera.
Il secondo tempo, partito molto in sordina, ritorna con il passare dei minuti ad essere lo stesso monologo del primo. Cori prolungati che accompagnano l’incedere delle lancette verso il fischio finale e il coro “Che importa se…”, con cui chiudono la propria gara, è un po’ il manifesto programmatico del loro approccio a questa categoria, co cui con molta umiltà si sono approcciati fin dalla prima giornata. Da segnalare, nessun coro verso la tifoseria avversaria assente, nonostante non corra buon sangue.
Massimo D’Innocenzi