Scusate, siamo al Bar. Mi verrebbe da pensare questo quando ormai è tutto pronto per l’inizio del secondo tempo. Le due squadre sono già sistemate nelle rispettive metà campo, la palla è nel cerchio di centrocampo e il direttore di gara si appresta a fischiare.

I settori occupati dagli Ultras sono quasi vuoti e i pochi presenti rimasti a “presenziare” il materiale del gruppo, sono comodamente seduti sui variegati seggiolini del Manzi-Chiapulin.

Si tirerà così fino alla mezzora, con due terzi della seconda frazione giocati praticamente in un clima di assoluto silenzio. Quel silenzio spezzato di tanto in tanto dalle urla dei due mister a bordo campo o dai consigli dei più anziani nei confronti dei meno esperti.

Un silenzio quasi assordante, considerando che, nonostante il giorno feriale e l’orario abbastanza scomodo, l’intera prima frazione era stata caratterizzata da un costante tifo da entrambe le parti.

Ma si sa, il calcio di Settembre, soprattutto qui al Sud, è così. Anche oggi il termometro ha sfiorato i trenta gradi e una sosta al bar, che sia lunga o breve, è sempre d’obbligo. L’importante è capire che loro ci sono, e come più volte ribadito durante e a fine gara, ci saranno sempre in qualsiasi momento, nonostante le tante difficoltà che avvolgono sempre più questo mondo, nonostante la domenica non si giochi più a Foggia o Nocera.

E non può passare inosservato lo storico striscione “Gruppo Erotico esposto proprio a ridosso del terreno di gioco con accanto la scritta dal 1987… solo noi. Così come, per i più attenti ai particolari e per gli amanti del genere, non passa inosservato il piccolo drappo bianco a coprire la famosa “mela morsicata”, mostrato proprio nel trentesimo anno di militanza del gruppo. A completare il tutto le pezze a ricordare Mino e Giacomo più un paio di bandiere, la prima raffigurante l’eterno Agostino, la seconda che recita “ultras il mio credo”.

A completare il quadro, poco più in la, nel settore ospiti, presenti i drappi dipinti a mano Molfetta Ultras e S.P.Q.M., che hanno accompagnato una quindicina di sostenitori giunti appunto dalla vicina Molfetta.

A livello canoro, come già detto, il tifo dura praticamente un tempo sia da un lato che dall’altro, per poi riprendere negli ultimi minuti della gara.

Cori prolungati accompagnati dal tocco del tamburo saranno una costante del tifo di casa. Ci sarà spazio per ricordare i fratelli scomparsi e le tifoserie amiche, poi tutti su contro la celere.

Tifo ospite praticamente opposto a quello di casa, a causa dell’esiguo numero e della mancanza di un tamburo. E allora su le braccia e fuori la voce. Anche qui saranno ricordati i diffidati e manifestato il proprio disappunto per il calcio moderno.

Sul rettangolo verde vince il Barletta, ma non basta. Al turno successivo passano gli ospiti. I beniamini di casa raggiungono comunque il settore occupato dai propri sostenitori dove ascolteranno un breve discorso dal leader della tifoseria in cui sarà ribadito, per l’ennesima volta, il pensiero di tutto il gruppo: “noi ci saremo sempre e ovunque”.

Antonio Vortex.