Nonostante l’assenza di precedenti fra le due tifoserie, questo Benevento – Lazio vede un pre-partita insolitamente movimentato con alcuni piccoli focolai di tensione fra le parti che poi, come le cronache giornalistiche riporteranno, vedranno l’immancabile coda di denunce e daspo.
Colpisce, al di là della relativa vicinanza fra le due città, l’impatto numerico e visivo degli ospiti laziali che non vedevo all’opera da diversi anni e che poi saranno autori di un tifo davvero impressionante, maestoso oserei dire in termini di potenza e continuità. Significativa la piccola coreografia organizzata per commemorare, nell’anniversario della sua scomparsa, Vincenzo Paparelli: tanti cartoncini con il suo volto contornano lo striscione “10, 100, 1000 Paparelli”, motto spesso usato in termini offensivi dagli avversari, ma di cui la tifoseria biancoceleste si è riappropriata per rivendicare la propria memoria storica da preservare, difendere e diffondere. A stretto giro dalle mille polemiche sul caso degli adesivi di Anna Frank con la maglia della Roma, anche giustamente criticabili – se vogliamo – dal punto di vista della stampa, il bel ricordo di Paparelli passa quasi inosservato e questo onestamente dispiace.
Purtroppo il Benevento, di rimando, attraversa un periodo tutt’altro che facile in cui, oltre la squadra che resta ancora ferma allo spaventoso record negativo di zero punti, si aggiungono le vicissitudini legate al cambio allenatore. Notoriamente è più facile cambiare un tecnico che una squadra intera, ma la scelta di puntare su Roberto De Zerbi ha trovato l’ambiente a dir poco contrario. Emblematico in tal senso lo striscione apparso all’indomani dell’annuncio in zona stadio, “De Zerbi zingaro”, il cui contenuto poco incline al politically correct a suscitato un vespaio di polemiche.
Ero stato l’ultima volta a Benevento in occasione dei playoff con il Perugia e trovo una situazione ai netti antipodi rispetto ad allora, in termini di entusiasmo e partecipazione. Ovviamente la deprimente situazione di classifica influisce non poco, ma a livello numerico credo che la Sud sia capace di fare meglio, perché ne ha le potenzialità e dovrebbe solo trovare la fortuna di ricevere una minima iniezione di fiducia o una prova di rispetto e di impegno nei loro confronti da parte di chi scende in campo.
È noto inoltre che, da qualche tempo, la Sud s’è divisa in maniera abbastanza netta fra primo anello e anello inferiore, dove trova posto il grosso del tifo locale, ma questa dispersione delle forze – come è ovvio che sia – non aiuta certo ad esprimere un buon tifo.
Il risultato in campo è l’ennesima tappa della Via Crucis benventana, un 1-5 senza appello figlio di un netto predominio della Lazio, mentre il deflusso dallo stadio, infine, avviene senza ulteriori problemi.
Pier Paolo Sacco.