Italia ’90 è stato lo spartiacque per quanto riguarda l’ammodernamento e l’abbellimento dei nostri stadi. Un evento unico, un treno che passa una volta nella vita o che comunque non è così frequente e i fatti dimostrano che, tanto per cambiare, l’Italia ha perso l’ennesima occasione per acquistare una certa credibilità. Doveva essere l’occasione per costruire impianti ad immagine e somiglianza dei tifosi, stadi all’avanguardia che avrebbero dovuto durare per decenni ed invece si sono rivelate cattedrali nel deserto. Soldi sperperati, finiti nelle tasche dei soliti noti, progetti fallimentari ed in pieno boom di “bustarelle” e tangenti non poteva che finire in questo modo.
A distanza di qualche decina di anni, siamo ancora in piena discussione di come e dove costruire gli stadi prendendo spunto, non sempre in maniera accorta, dall’estero e dagli impianti che vanno per la maggiore. Forse la domanda da porsi è se veramente convenga costruire gli stadi, vista la deriva che ha preso il calcio converrebbe ristrutturare alla meglio gli impianti esistenti e pregare gli sportivi di continuare, malgrado il marcio esistente, di credere che lo sport più bello del mondo continui ad essere uno sport.
Come un fulmine a ciel sereno, a Carrara è stato dichiarato inagibile lo Stadio dei Marmi. Si badi bene alla tempistica, perché intorno a metà settembre è cominciata a circolare la voce di possibili problemi ed in un amen è stato deciso che la Carrarese non avrebbe giocato le partite interne sul proprio manto erboso. Ovvio lo stupore degli sportivi ma anche la società e la stessa giunta comunale non si aspettavano un provvedimento del genere, del resto lo stadio di Carrara negli ultimi anni non ha subito sostanziali modifiche da far pensare ad un tal fulmine a ciel sereno. Eppure, in barba all’abbattimento delle barriere architettoniche, sono sorte problematiche su fossati e muretti, tanto per mettere in luce una problematica, poi la mancanza di spazi esterni, visto che lo stadio è praticamente circondato da palazzi, hanno fatto il resto.
Soluzioni? Nell’immediato trovare uno stadio alternativo e su la scelta è caduta su Pontedera. Cento chilometri di distanza circa tra i due centri toscani, perciò pur giocando teoricamente in casa, i tifosi della Carrarese sono obbligati a sorbirsi una mini trasferta anche se a vedere la prestazione odierna, il disagio sembra ampiamente ammortizzato.
Tifosi apuani che prendono letteralmente d’assalto il tradizionale settore destinato alla tifoseria locale, numeri importanti in questa giornata e colpo d’occhio niente male. Gradoni pieni e ritardatari che si sistemano a ridosso della rete per quello che suppongo essere un tutto esaurito. Anche la tribuna è praticamente territorio dei carraresi, qui troviamo i tifosi più tranquilli che comunque, nonostante la temperatura estiva, non mancano di indossare la sciarpa d’ordinanza.
Ospiti che fanno ingresso nel settore con qualche minuto di anticipo rispetto all’inizio delle ostilità, appendono le loro pezze e si sistemano dietro di queste. I numeri non sono dalla loro parte ma l’aspetto era ampiamente previsto. Bustocchi che animano il settore, tifano un po’ a corrente alternata ma offrono un ampio ventaglio di tematiche, dai cori di sostegno alla squadra ad altri decisamente più sui generis. Quando si arriva a menzionare la prostituzione cinese ed un falso romanticismo, si arriva a capire come il tifo ben presto travalichi le tradizionali forme per espandersi in tematiche molto più prossime alla goliardia. Qualche coro politico e la conferma di una certa antipatia verso Legnano ed i suoi tifosi sono gli altri aspetti che vengono toccati dai presenti che in fin dei conti, in barba anche al risultato, sembrano divertirsi.
Il successo dei padroni di casa arriva in rimonta, la Carrarese continua la propria corsa e punta ad essere una delle protagoniste del torneo. Notizia che visti i recenti risultati sportivi della squadra, è certamente una piacevole novità. Come del resto è piacevole notare il seguito di tifosi apuani che si candidano ad essere una delle possibili sorprese del girone.
Valerio Poli