Non lo neghiamo. Lo abbiamo scritto, dai nostri striscioni, nel nostro statuto, sulle nostre magliette.
Abbiamo un’ambizione chiara in testa: trasformare, cambiare, rivoluzionare questo esistente.

Non sappiamo bene come, ovviamente. Brecht diceva che “E’ la semplicità, che è difficile a farsi”
E dunque, giorno dopo giorno, sperimentiamo.

Lasciateci sognare però. Lasciatecela immaginare questa Rivoluzione.
E permetteteci di riconoscerci in chi, in queste ore, dalle scuole superiori alle raffinerie, dai paesini di provincia alle metropoli d’oltralpe sta combattendo per far valere la propria voce di riscatto.

C’è una canzone, di qualche annetto fa. 
Parla di una Rivoluzione, di qualche altro annetto fa.
E’ la Comune, non sono i Gilet Jaunes. E’ il 1871, non il 2018. 
Ma è pur sempre Paris, pardon.. Paname.
E poi noi più o meno ce la immaginiamo così, una Rivoluzione.
E per cominciare, bisogna sconfiggere l’apatia, la disfatta, la rassegnazione, la paura, la solitudine. 
Bisogna diventare l’incubo degli annoiati.

https://www.youtube.com/watch?v=iUM0dyUTe6A [Paname, Litfiba]