Già dalle precedenti stagioni, da quando cioè il campionato di terza serie è divenuto di interesse televisivo, i tre gironi che lo compongono, con strane rotazioni basate sulle fasi lunari o più verosimilmente sulle bizze, i capricci e le necessità del palinsesto, passano alternativamente a giocare dal venerdì fino al lunedì, senza farsi mancare qualche sortita il mercoledì per il turno che, con un po’ di faccia tosta, chiamano infrasettimanale. Come se gli altri invece si giocassero tutti rigorosamente di domenica.

La partita fra Cesena e Carrarese si gioca di lunedì sera e la discrepanza fra i numeri ufficiali e la percezione pur soggettiva dei presenti effettivi è evidente. I dati forniti dalla società parlano di 8.579 spettatori ma oltre ai 2.224 che hanno acquistato un biglietto, è plausibile che qualcuno fra i 6.535 abbonati si sia fatto scoraggiare dal giorno lavorativo, dall’orario, dall’avversario non di grande richiamo, dal cielo che minaccia male. Parlano di riportare le famiglie allo stadio ma è pacifico che dei tanti bambini soliti andare allo stadio con i propri genitori, ha dovuto fare i conti con la sveglia del giorno successivo per andare a scuola. Qualche vuoto in più del solito soprattutto nei Distinti, mentre la Curva Mare è ancora e sempre sorprendentemente piena e contribuisce a restituire l’immagine di una tifoseria che per partecipazione non ha davvero nulla a che vedere con queste categorie, nemmeno quando si esprime al di sotto dei suoi standard.

Il tifo vocale vero e proprio della Curva è su livelli medio-alti: buono sì ma non straordinario insomma. Gli eventi del campo hanno dato una mano a tenere alto il sostegno anche se, in una forma di mutuo soccorso, è stato anche la squadra a sua volta a trarre beneficio dalle ondate di entusiasmo indotte nella propria tifoseria.

A dire il vero la partita è stata più sofferta di quanto il vantaggio di Kargbo già al 14° facesse prevedere, con la Carrarese che sfiora più volte il pareggio e poi, quando sempre Kargbo raddoppia, una grossa dormita della difesa permette subito dopo ai toscani di accorciare le distanze e rimettersi in gioco. L’abbrivio spinge la Carrarese a crederci e ad un certo forcing, mentre i bianconeri vacillano a difesa dell’esiguo vantaggio. In questa fase, la curva che aveva fin lì tenuto bene segnalandosi per bei boati secchi, sbanda anch’essa con qualche pausa un po’ più prolungata e qualche coro non proprio indovinato o adeguato al momento. Negli ultimi minuti ci si è messa anche la pioggia a rendere più difficile il loro compito ma c’è stato chi, sfidando le intemperie, è rimasto nella parte bassa e più esposta del settore con qualcuno che s’è azzardato pure a togliere la maglia restando a torso nudo sotto l’acqua.

Al netto degli ultimi 15 minuti critici e alla stregua delle valutazioni quantitative di cui sopra, non si può far altro che ammettere che la tifoseria Cesenate resta un bello spettacolo, quasi unico per intensità e calore ben al di sopra della media in questa Serie C. Va inoltre riconosciuto agli aficonados del Cavaluccio di non essere figli dei risultati o della categoria e sono ben poche, al netto di quelle fisiologiche, le differenze che si sono potute notare negli anni fra quando erano in Serie A o quando sono precipitati in D e infine oggi che sono in C.

I carraresi invece si sono presentati in discreto numero tenuto conto che si gioca, come detto, di lunedì sera, ulteriore aggravante per chi si deve sobbarcare una trasferta, con strade chiuse e disagi per via dell’allerta meteo che hanno contribuito ad estendere le distanze. Arrivano a partita iniziata, ingresso ad effetto dopo il quale tifano per tutta la partita, anche se in ragione delle proporzioni numeriche che li vedono in svantaggio rispetto ai dirimpettai, i loro cori si intuiscono un po’ più nettamente in un paio di occasioni. Eppure appaiono sempre attivi per tutta la partita, fra battimani, bandiere sempre sventolanti e braccia alzate, segni insomma di un sostegno vivo, presente e continuo.

A fine gara la squadra non può che andare a ringraziarli per il supporto ricevuto, stessa cosa che fa il Cesena sia presso i Distinti, dove si raccolgono i casual, questa sera molto meno numerosi del solito, che presso la Curva Mare dove, nonostante la pioggia che proprio in quei momenti si fa più veemente, si intrattengono lungamente a cantare “Romagna mia” con gli ultras che incorniciano il momento con una bella sciarpata.

Giangiuseppe Gassi