A parte qualche sortita da semplice spettatore, torno al “Manuzzi” di Cesena con una certa curiosità per questa prima giornata di Serie C, che ha visto i padroni di casa inseriti nel girone B, assieme alla Carrarese che oggi ospitano. La curiosità è soprattutto quella di capire la reazione della piazza, da sempre legatissima alle sorti del proprio sodalizio, a quella che è stata una buona estate, in cui la società statunitense ha operato con oculatezza sul mercato, allestendo una squadra capace quantomeno di far dimenticare l’amaro epilogo della scorsa stagione. Un’uscita beffarda al primo turno dei Playoff per mano del Monopoli, battuto in casa propria e da cui poi si sono fatti ribaltare in tutti i sensi nella gara di ritorno in Romagna. Calciatori e mister congedati con una salva di fischi dopo un campionato di tifo incondizionato, al netto di un andamento in campo non sempre convincente, rimpiazzati poi da una rosa interessante messa fra le mani di un tecnico, Mimmo Toscano, già autore di tre promozioni dalla C alla B. Se devo dirla fuori dai denti mi aspetto tanto in termini di entusiasmo dalla Curva Mare, come – se devo essere altrettanto onesto – non mi aspetto granché dagli ospiti carraresi, reduci da una serie di annate funestate da divisioni interne e campionati in chiaroscuro.

La realtà però, è noto, si diverte sempre a smentire le aspettative, così già dal loro ingresso, trovo molto positiva la presenza carrarese: pur divisi in due gruppi (marginale in termini numerici e di apporto quello che fa capo al Settore 1908), si rendono da subito autori di un tifo positivo e continuo, in cui non lesinano qualche pizzicata – nel prepartita – ai padroni di casa che però quasi non ci danno peso, eccezion fatta per il gruppetto nei distinti che si farà sentire solo nel secondo tempo.

Non è invece di molto diversa rispetto ai suoi soliti standard la prestazione della Curva Mare, né sotto il profilo numerico e nemmeno da quello qualitativo, che comunque risulta sempre positivo. Molto bello il colpo d’occhio iniziale, con tante bandiere bianconere a salutare l’ingresso in campo delle due squadre, alcune delle quali ancora non avevo avuto occasione di vedere. I dati ufficiali comunicati a fine primo tempo parleranno di 7.278 spettatori, inclusa la sempre aleatoria quota abbonati di 5.448 tifosi, numeri in crescendo rispetto alla passata stagione anche se la Curva di casa appare più o meno la stessa di sempre, con il settore superiore pieno ad eccezione dell’angolo destro, mentre sono vuoti entrambi i due angoli del settore inferiore.

Numeri importanti rispetto alla media di categoria e oltretutto in miglioramento dal recente passato (condizionato però anche dalle mille limitazioni sanitarie, va detto), eppure – esattamente come nel tifo propriamente detto – la sensazione è che il messaggio implicito sia trasmettere sì fiducia ma aspettando questa volta che chi la riceve, dimostri appieno di meritarla. Come un amante deluso che ora cerca una prova nell’altra metà.

Dopo il calcio d’inizio scema ovviamente un po’ il colore della Mare ma sono sempre tante le bandiere, piccole e grandi, che sventolano in continuazione. L’abbrivio permette loro di condurre un buon primo tempo in cui, anche se i veri e propri boati saranno limitati, esercitano quella superiorità canora che sempre sarebbe richiesta alla tifoseria di casa. Quando il volume comincia fisiologicamente a calare, arriva il goal di Stiven Shpendi, prodotto del vivaio cesenate scelto in coppia in attacco con il gemello Christian, che fa esplodere lo stadio e regala nuova linfa con cui poi la Curva chiude in scioltezza il suo primo tempo.

Al contrario i carraresi sembrano patire oltremodo il goal subito e dopo una prima parte in cui – chiaramente in proporzione al numero – avevano fatto molto bene, soprattutto in termini di continuità, faticano a ripartire. Si trascinano questa sorta di abulia anche oltre il secondo tempo, ma poi lentamente riprendono a carburare e si riassestano sugli stessi positivi livelli iniziali. Decisiva la scelta di puntare sullo stesso coro lungamente sostenuto, cosa che innesca una gara con sé stessi, ricompattando le loro fila e dando la scossa anche a quelli che s’erano fatti avvilire dallo svantaggio.

Niente da dire anche del secondo tempo cesenate, fra bandiere sempre al vento, sciarpate che offrono l’immagine di una Curva colorata e in salute, mentre i battimani ben partecipati, scandiscono i tempi del tifo ma offrono anche un impatto visivo decisamente positivo allorquando tutte le braccia restano alzate contemporaneamente al cielo, in attesa che un nuovo coro prenda il via.

Nel persistente caldo che ci ricorda che siamo ancora in estate (per fortuna stemperato da un leggero ma piacevole venticello), il tempo e il tifo sembrano adattarsi scorrendo lentamente e più flemmatici man mano che la gara si avvicina alla fine. A sovvertire l’inerzia ci pensa quasi alla mezz’ora la rete del carrarese Giannetti, che ovviamente galvanizza i tifosi ospiti e assesta un duro colpo ai padroni di casa, che somatizzata però la delusione, riescono a ripartire. L’intento è quello di spingere la squadra a non abbattersi e reagire, cercando magari l’assalto d’orgoglio per riprendersi il dominio della gara e con esso magari anche i tre punti. Sul terreno di gioco però, dopo una partita fin qui tutt’altro che disprezzabile del Cesena, è la Carrarese a menare le danze tanto che, al minuto 35, realizza il più classico e micidiale degli uno-due grazie a Bozhanaj con cui chiude di fatto ogni velleità avversaria.

Da qui in poi domina il nervosismo, in campo dove il Cesena non riesce a ritrovare il bandolo della matassa e imbastire una controffensiva degna, e anche sugli spalti dove, a questo punto, anche la Curva di casa si lascia andare a qualche sonoro “Carrara Carrara vaffanc**o”.

Inesorabile giunge il triplice fischio che mentre regala ai carraresi una bella e meritata vittoria per il positivo tifo offerto, allo stesso tempo dà ragione a quell’amante ferito che è il tifoso cesenate, deluso da come sono andate le cose, innamorato al punto da dare nuovamente fiducia ma che per lasciarsi andare e prendere dall’euforia, aspetta che dall’altra parte ci sia un segnale netto di cambiamento. Che per ora non c’è stato. Sarebbe stupido parlare di ultime possibilità alla seconda giornata di campionato, specie da un punto di vista tecnico, ma al prossimo turno c’è già il derby romagnolo in casa del Rimini e dopo tante buone intenzioni, sarebbe comunque ora che la squadra restituisca alla tifoseria almeno parte di quello che finora la stessa ha dato.

Matteo Falcone