Alla vigilia dell’ultima partita in casa della stagione regolare (al netto di eventuale Poule scudetto o dei Play off), la società Cesena F.C. decide di proclamare la “Giornata Bianconera”, annunciando cioè che in occasione della sfida contro il Castelfidardo gli abbonamenti non saranno validi e che tutti coloro che vorranno assistere al match dovranno acquistare il tagliando di ingresso.

Agli abbonati, ad ogni modo, viene offerta la possibilità di acquistare i biglietti dello stadio ad un prezzo ridotto (5€ per le curve e 7€ per distinti).

Questa decisione, immancabilmente, scatena le proteste di molti abbonati. Gli sfoghi sui canali social del club bianconero non si fanno attendere e sono in tanti a preannunciare che, per protesta nei confronti di questa scelta, non assisteranno alla partita (forse) più importante dell’anno.

Dalle parole ai fatti, non devono essere stati pochi quelli che hanno trasformato le intenzioni in decisione concreta, soprattutto per quel che riguarda i tifosi che abitualmente prendono posto nei Distinti. Proprio quel settore presenta diversi spazi vuoti, soprattutto nelle zone centrali (quelle solitamente occupate dagli abbonati), come poche volte era capitato nel corso di questo campionato.

Per completezza di informazione, va precisato che l’abbonamento rilasciato ad inizio stagione dal Cesena F.C. per le partite casalinghe, come capita un po’ ovunque era valido per sedici delle diciassette partite totali che si sarebbero disputate tra le mura dello stadio Manuzzi. Quindi, di fatto, era previsto fin dall’inizio del campionato che ci sarebbe stata una partita non inclusa nell’abbonamento.

Discorso a parte, eventualmente, si potrebbe fare circa l’opportunità di far coincidere detta “Giornata Bianconera” proprio con l’ultima partita della stagione regolare.

Malgrado tutto, gli spettatori effettivamente presenti saranno circa ottomila. Probabilmente, la società Cesena F.C. avrebbe potuto fare qualcosa in più per riempire lo stadio in occasione di questa fondamentale partita. Magari concedendo, per debito di riconoscenza, l’ingresso gratuito a coloro che avevano sottoscritto l’abbonamento all’inizio di questa stagione tutta particolare, accordando al massimo le stesse tariffe ridotte (5€ per le curve e 7€ per distinti) al resto degli spettatori che avessero voluto assistervi.

Così facendo, si sarebbe riusciti sicuramente a riempire lo stadio di calore e passione, magari aprendo ai tifosi di casa anche la Curva Ferrovia (visto che i sostenitori ospiti presenti in quel settore sono soltanto quattro).

È il momento di serrare i ranghi

A parziale discolpa del mancato pienone va anche precisato che si gioca la domenica del 28 Aprile, cioè a cavallo di tutti i ponti e le festività che si sono susseguite da Pasqua al Primo Maggio. Vale a dire, oltretutto, nel pieno di un periodo di alta stagione per le località della riviera romagnola, con tutte le attività ricettive e commerciali già a pieno regime e che coinvolgono lavorativamente tante persone della zona.

Venendo alle note positive della vigilia, non si può mancare di menzionare il sostegno che gli ultras della Curva Mare hanno portato alla squadra bianconera il giorno prima della partita. In occasione del tradizionale allenamento di rifinitura, i ragazzi della curva hanno preso posto nella parte bassa del loro settore e da lì hanno cercato di trasmettere tutto il loro calore ed il loro entusiasmo alla squadra.

Si arriva così al giorno fatidico, quello del match tra il Cesena ed il Castelfidardo, la prima contro l’ultima che, come ormai di consueto, farà di tutto per vendere cara la pelle e non sfigurare tra le mura dello stadio Manuzzi.

Poche presenze in Curva Ferrovia

Giove pluvio accoglie i giocatori in campo e bagna buona parte del primo tempo. La Curva Ferrovia presenta un colpo d’occhio anomalo, con la presenza di alcuni steward malgrado gli spalti siano apparentemente vuoti. Solo osservando attentamente la scena si riesce a notare la presenza di due sostenitori ospiti, che poi diventeranno addirittura quattro. E spunta anche una bandierina coi colori sociali della squadra marchigiana.

Dalla parte opposta del terreno di gioco, il tifo della Curva Mare è assolutamente all’altezza della situazione. Trascinante, a partire dal calcio di inizio e fino al secondo goal messo a segno dai bianconeri.

Incessante e continuo, per tutto il resto del primo tempo, soprattutto nei momenti di appannamento della squadra di Angelini, che culminano con il goal con il quale gli ospiti dimezzano lo svantaggio e con un paio di sortite dalle parti dell’estremo difensore del Cesena che fanno tremare i polsi agli ottomila sugli spalti.

Determinante, infine, durante la seconda frazione di gioco, quando la curva di casa spinge l’undici bianconero a mettere a segno i due goal che mettono definitivamente in cassaforte il risultato.

Il tappeto di sciarpe bianconere

Ma si continua a cantare anche dopo, un po’ più rilassati e con una gran voglia (repressa) di festeggiare la promozione. Un desiderio che traspare dai cori, che si fanno via via sempre più goliardici, dalle bandiere dei gruppi ultras che continuano a sventolare ininterrottamente e da un paio di belle sciarpate che tappezzano di bianconero tutta la curva di casa.

Purtroppo, alla fine di questo Cesena – Castelfidardo, contrariamente a ciò che tutti avevano sperato, anche se nessuno aveva avuto il coraggio di dirlo ad alta voce, nessuna buona notizia giunge da Campobasso, dove il coriaceo Matelica, che insegue a soli tre punti di distanza, ha vinto per uno a zero e, addirittura, è stato graziato dalla traversa quasi allo scadere.

Una vittoria, quella dei marchigiani, che ne tiene accese le speranze e, nel contempo, strozza in gola ai tifosi bianconeri quel grido liberatorio che in tanti avrebbero voluto sfogare già quest’oggi.

Poco male, allora, perché quelle urla di gioia represse si trasformano immediatamente in urla di incitamento alla squadra che, schierata a fine partita davanti alla Curva Mare, guarda dritto negli occhi i suoi ultras ed applaude ai cori con cui li si invita a non mollare fino alla fine.

Tra il Cesena e la serie C ci sono ancora novanta minuti di gioco, il Giulianova ed un solo punto da conquistare.

Anticipi d’estate in Curva

Al di là di come andrà a finire il cinque di Maggio, quando l’arbitro fischierà tre volte in quel di Giulianova, una cosa è certa, ossia che questo pubblico e questa tifoseria hanno ampiamente dimostrato, semmai ce ne fosse stato bisogno, tutto l’attaccamento e l’amore per i propri colori, dalla prima all’ultima giornata di questa dannata serie D.

Il fallimento societario del vecchio A.C. Cesena, prima, e la ripartenza dalla quarta serie, dopo, non sono riusciti a scalfire neppure minimamente la fede e la passione della Romagna bianconera, né nei tifosi di Cesena città, né nei tanti sostenitori bianconeri sparsi per i quattro angoli della Romagna.

Lo striscione per il “Biondo”

A margine di questa partita, a dire il vero, qualche motivo per festeggiare c’è stato. Prima di tutto, c’era da celebrare l’addio al calcio giocato da parte di Davide Biondini, il centrocampista bianconero che a Cesena è nato, anche calcisticamente, prima di spiccare  il volo per approdare in serie A e, addirittura, in Nazionale maggiore (due presenze e zero goal per lui). Biondini che assieme al compagno di squadra De Feudis ha accettato di scendere fino in serie D, pur di concludere la carriera di calciatore nella sua squadra del cuore. Una scelta d’amore, che è stata più volte menzionata dal mister Angelini nel corso del campionato, rimarcando il fondamentale ruolo di motivatore e collante dello spogliatoio che il “Biondo” ha rivestito nel corso della stagione che si sta per concludere. Un sacrificio non da poco, da parte di un giocatore che ha militato in serie A fino allo scorso anno e che, malgrado qualche acciacco, avrebbe ancora potuto trovare un ingaggio più cospicuo, magari in serie B.

Schachner, l’ispiratore delle WSB

E poi, c’è stato un altro momento molto significativo. Ossia quello che si è vissuto durante l’intervallo tra il primo ed il secondo tempo, quando nell’ambito dell’iniziativa denominata “Leggende Bianconere”, voluta dal Cesena F.C. per celebrare le glorie del passato, si è voluto rendere omaggio all’indimenticato Walter Schachner, mitico attaccante austriaco che negli anni ’80 ha calcato i campi della serie A, cominciando la sua avventura italiana proprio a Cesena. In Romagna, il “panzer” austriaco visse due storiche ed indimenticabili stagioni, 81/82 e 82/83, dove mise a referto cinquantotto presenze e ben diciassette goal, che lo portarono successivamente a vestire per tre anni la maglia del Toro e nei successivi due anni quella dell’Avellino, prima di fare ritorno in patria.

Il legame tra Walter Schachner e la tifoseria bianconera romagnola è stato breve ma intenso. Basti pensare, ad esempio, che in suo onore il principale gruppo ultrras bianconero, le Brigate Bianconere, decise di modificare il proprio nome in  Weisschwarz Brigaden.

Grande la commozione di tutti i presenti, a cominciare dallo stesso Schachner, che dopo la cerimonia di rito al centro del campo è voluto andare sotto la Curva Mare, accolto da eroe tra foto ricordo, selfie, strette di mano, abbracci, sciarpe e, addirittura, una riproduzione della maglia dell’A.C. Cesena di quegli anni, che gli è stata regalata da alcuni tifosi della curva.

Roba che, se non fosse stato per l’inizio del secondo tempo, a quest’ora sarebbero ancora tutti lì a far bisboccia. Perché il calcio non sarà mai solo un gioco.

Giangiuseppe Gassi