Nel campionato di serie B che si è concluso lo scorso Giugno, gli addetti ai lavori e la stampa sportiva nazionale si sono ancora una volta stupiti di come Cesena, cittadina di circa 90.000 anime, potesse avere una media spettatori ed un numero di abbonati, in occasione delle gare casalinghe, tale da competere con altre realtà ben più popolose e dal passato calcistico altrettanto brillante, se non addirittura più prestigioso.

Puntualmente anche quest’anno, alla vigilia dell’attuale torneo di B, ha suscitato altrettanto stupore la notizia che, in occasione della prima giornata di campionato, gli abbonati dell’A.C. Cesena ammontavano già a 9.724, avendo quindi infranto il precedente record di 9.715 tessere annuali, stabilito soltanto un anno prima.

E come se non bastasse, la campagna abbonamenti dell’A.C. Cesena non si è ancora conclusa, con il traguardo dei 10.000 abbonati a portata di mano.

Alla luce di tutto ciò, l’osservatore poco esperto penserà di certo che a Cesena si viva solo di “pane & pallone”, se è vero che un cesenate su nove è abbonato allo stadio.

Sfugge, però, un particolare importante.

In effetti è vero che la città di Cesena nutre un grande amore ed una grande passione per la propria squadra di calcio, autentico orgoglio locale e motivo di vanto ormai radicato da decenni, tanto che proprio alle vicende dell’A.C. Cesena si ispirarono, nel 1970, gli autori della pellicola Il presidente del Borgorosso Football Club, con un Alberto Sordi grande protagonista. Tanto che a Cesena non esistono club ufficiali di altre squadre di calcio, incluse le solite “grandi strisciate”.

Ma è altrettanto vero che l’A.C. Cesena, storicamente, non è semplicemente la squadra di calcio della Città dei tre Papi. È, soprattutto, una sorta di rappresentativa calcistica della Romagna (ad eccezione degli altri due capoluoghi romagnoli, Ravenna e Rimini, che calcisticamente vivono da sempre di vita propria).

Tutto ciò fa sì che l’importanza calcistica e sociale dell’A.C. Cesena vada ben al di là delle mura cittadine, ponendo la squadra bianconera sullo stesso piano di quelle realtà calcistiche storicamente rappresentative non solo di una semplice provincia ma di una vera e propria micro-regione, quale è anche la Romagna.

Ed allora vengono alla mente, giusto per fare qualche esempio, i casi del Cagliari (che da sempre identifica calcisticamente la Sardegna, ma non me ne vogliano i Sassaresi), del Napoli (la squadra amata pressochè dalla quasi totalità dei campani sparsi in giro per il mondo), del Lecce (che lo storico presidente Jurlano riuscì brillantemente a trasformare in una sorta di nazionale di calcio del Salento), dell’Avellino (orgoglio calcistico di tutta l’Irpinia) oppure del Catanzaro e del Pescara che, soprattutto negli anni ’70 e ‘80, erano l’orgoglio ed il vanto delle rispettive regioni, con migliaia di calabresi ed abruzzesi pronti a seguirli ovunque.

Sono solo alcuni degli esempi che mi vengono in mente e non me ne voglia il lettore se non ho citato tutti i casi analoghi. Ma tornando allo strettissimo legame che unisce reciprocamente l’A.C. Cesena alla Romagna, quanto è effettivamente forte questo connubio?

In questa analisi ci faremo aiutare un po’ dai numeri, nello specifico da quelli relativi agli abbonati dello scorso campionato di serie B, 2015/2016, che ci sono stati gentilmente messi a disposizione dall’ufficio stampa della società bianconera.

Dati che, ovviamente, vista la congruenza dei numeri fra le due stagioni, possono ritenersi quantomeno indicativi degli abbonamenti sottoscritti alla vigilia dell’attuale campionato di serie B, 2016/2017.

Ed allora, lasciamo parlare i numeri.

Con quei 12.207 spettatori di media durante la stagione regolare, ossia la terza media spettatori più alta del torneo di B, appena al di sotto rispetto a quella fatta registrare a Cagliari (12.475 spettatori) per una squadra che, oltre ad aver vinto il campionato, rappresenta storicamente quasi tutta la Sardegna.

Con quel secondo posto nella speciale classifica degli abbonati, ben 9.715 cuori bianconeri provenienti da ogni parte della Romagna e che, durante l’estate 2015, avevano dato fiducia alla squadra di mister Drago, praticamente a scatola chiusa.

Con questi numeri, insomma, addirittura superiori rispetto a quelli fatti registrare da alcune compagini che durante la scorsa stagione militavano in serie A (Frosinone, Empoli, Chievo, Sassuolo e Carpi), i sostenitori romagnoli hanno dimostrato ancora una volta tutto il loro attaccamento e, sicuramente, di meritare anche palcoscenici ben più prestigiosi.

In particolare, analizzando i dati relativi agli abbonati, è doveroso sottolineare che se la maggior parte di questi erano residenti nella città di Cesena (5.750 abbonati su una popolazione di circa 90.000 abitanti), un’altra grossa fetta proveniva letteralmente dai quattro angoli della Romagna.

E quando si parla di Romagna non si intendono soltanto i piccoli centri che gravitano intorno all’asse Cesena-Forlì, bensì tutti i comuni delle tre province della Romagna storica, a partire da Imola (con i suoi 14 abbonati, malgrado ci si trovi ormai quasi alle porte di Bologna e a ben 60 km da Cesena) e finendo a Gabicce Mare (4 abbonati e 57 km. da percorrere per arrivare al Manuzzi), fino a spingersi ancora più in là, come a Pesaro (dove si registrano ben 11 abbonati in città, seppure a 70 km. da Cesena) ed alle ancor più lontane Urbino (90 km. da Cesena) e Sant’Angelo in Vado (90 km. da Cesena), rispettivamente con 4 e 2 abbonati al Manuzzi.

Ma se vi piacciono i numeri, è negli altri capoluoghi della Romagna e nelle rispettive provincie che si registrano i dati più sorprendenti e considerevoli, specie se si considera che in alcune di queste città, come nel caso di Rimini e Ravenna, esistono realtà calcistiche storicamente consolidate che vivono da sempre una forte rivalità nei confronti dell’A.C. Cesena.

Quindi, partendo dall’analizzare i dati relativi agli abbonati residenti nella stessa provincia di Forlì-Cesena, si osserverà che se è vero che non sorprende più di tanto che nella sola città di Forlì (26 km dal Manuzzi) vivano ben 539 abbonati all’A.C. Cesena, o che in quel di Cesenatico (a 16 km) ne vivano ben 377, salta sicuramente all’occhio il dato di tutti quei comuni situati lungo la Via Emilia, tra Cesena e Rimini, come Gambettola (10 km dal Manuzzi e 144 abbonati) e Longiano (12 km e 167 abbonati) ma soprattutto quelli che addirittura sono geograficamente più vicini alla capitale italiana del turismo balneare che non allo stadio Manuzzi.

È questo il caso di Savignano sul Rubicone (218 abbonati che dista 12 km da Rimini e 15 km da Cesena) e della vicina San Mauro Pascoli (dove ci sono 148 abbonati distanti 13 km da Rimini e 17 km. da Cesena), così come nella piccola Gatteo (15 km da Cesena e 17 km da Rimini), dove in 85 hanno deciso di frequentare gli spalti del Manuzzi per tutta la stagione.

Ancora più sorprendente è il dato di quei comuni a nord di Rimini che, seppure decisamente più vicini allo stadio “Romeo Neri” che non a quello Cesenate, han fatto registrare un numero di abbonati di tutto rispetto, come nel caso di Santarcangelo di Romagna dove, a soli 6 km da Rimini e a 20 da Cesena, sono stati sottoscritti ben 116 abbonamenti, oppure Bellaria Igea Marina, dove è solo una semplice strada (Via Tolemaide) a separare i 185 abbonati di fede bianconera dal quartiere di Torre Pedrera (zona nord di Rimini).

Dati che sorprendono ma che non sono casi isolati, tanto più se si pensa che nella stessa città di Rimini (26 km da Cesena) vivono ben 242 abbonati al Cesena, così come sono in 63 quelli che da Riccione (40 km da Cesena e confinanti con il quartiere di Miramare, zona sud di Rimini) si sono recati in riva al Savio tutte le volte che Sensi & Co. hanno giocato tra le mura amiche, a cui poi vanno aggiunti i circa 100 abbonati residenti in tutti gli altri comuni della zona sud di Rimini, che distano non meno di 50 km dal Manuzzi (Misano Adriatico, Cattolica, Morciano, San Clemente, etc.), così come i 27 sammarinesi che, tanto per rimanere in zona, è doveroso menzionare.

Infine, Ravenna e zone limitrofe, dove il dato che balza all’occhio è il sorprendente numero di abbonati residenti nella città bizantina (distante 40 km da Cesena), con ben 309 ravennati di comprovata fede bianconera, così come sono tanti anche quelli che al sabato pomeriggio si recano al Manuzzi partendo dalla vicina Cervia (264 abbonati a 20 km da Cesena ed altrettanti km da Ravenna) e da Faenza (ben 67 abbonati che di km per arrivare allo stadio Manuzzi ne devono percorrere almeno 45).

Per non parlare, infine, dei dati davvero significativi fatti registrare nei comuni della Bassa Ravennate, geograficamente piuttosto distanti da Cesena, come Lugo (27 abbonati e 55 km da percorrere per loro), Russi (31 abbonati a 40 km da Cesena), Alfonsine(24 abbonati che di km ne devono fare almeno 50) e Bagnacavallo (17 fedelissimi e 50 km di strada anche per loro).

In conclusione, tutti questi numeri stanno a dimostrare, se ancora ce ne fosse bisogno, il forte senso di appartenenza dell’A.C. Cesena rispetto all’immaginario sportivo romagnolo ed il conseguente forte attaccamento dei romagnoli a quella che, a conti fatti, è la squadra di calcio più rappresentativa della Romagna.

Mi permetto, infine, un’ultimissima considerazione.

Alla luce di tutti questi dati, ancor più onore al merito va riconosciuto a tutti quei sostenitori del Rimini, del Ravenna e del Forlì che, domenica dopo domenica, continuano a seguire e sostenere le rispettive compagini calcistiche cittadine, da tempo ormai relegate nelle categorie inferiori, senza mai piangersi addosso o rimanere inutilmente aggrappati ai ricordi di antichi fasti, più o meno recenti.

Giangiuseppe Gassi.