Mentre in Italia si continuano ad erigere inutili barriere, nel resto d’Europa l’idea di creare, all’interno degli stadi, delle aree apposite dotate di spalti in piedi (rail seats) si fa sempre più concreta. Dopo l’esperienza più che positiva in Germania, sia in termini di sicurezza sia in merito all’atmosfera generale all’interno degli stessi impianti sportivi, dove si sono registrati, costantemente, dei veri e propri record di affluenza rispetto alla maggior parte degli altri club europei, ecco che l’iniziativa comincia a trovare spazio anche nella terra dove, sostanzialmente, il calcio è nato.
Il dibattito su questa tematica, che consentirebbe anche una creazione di settori a prezzi veramente popolari, tornando a rendere, finalmente, il calcio uno sport accessibile a tutti, ha preso ulteriore forza all’inizio del 2016 dopo l’appello dei “Conservatives” del Galles. Una proposta che però ha ottenuto sostegno e approvazione in maniera del tutto trasversale tra le forze politiche che compongono l’attuale Assemblea del Galles. Sono quindi stati lanciati dei progetti pilota ai quali club come Cardiff City, Newport County, Swansea e Wrexham, hanno dato piena disponibilità.
Inoltre importanti e blasonate squadre della Premier, come il Manchester United, il Chelsea, l’Arsenal ed il Crystal Palace, su sollecitazione dei propri tifosi, stanno invocando da tempo una immediata modifica dell’attuale normativa che bandisce gli spalti in piedi dagli stadi inglesi.
Tale divieto è entrato in vigore a seguito della tragedia di Hillsborough. Dopo quel tragico avvenimento un’apposita commissione presieduta dal giudice Taylor, ha avuto modo di redigere un rapporto (conosciuto ai più, per l’appunto, con il nome di “Rapporto Taylor”) che avrebbe dovuto far luce sulle cause della strage avvenuta allo stadio di Sheffield e trovare delle soluzioni per prevenire ed evitare episodi del genere anche in futuro.
Tramite le parole del Ministro dello Sport, Tracey Crouch, il Governo inglese ha recentemente ammesso, di fatto, di non essere ancora pienamente convinto in merito alla reintroduzione degli spalti in piedi. Lo stesso Crocuh ha però anche sottolineato che verranno osservati, con molta attenzione, esperimenti di questo genere che potrebbero ulteriormente dimostrare la validità di questa proposta.
Uno di questi “esperimenti” ha appena avuto il via in Scozia, dove le autorità godono di una sorta di autonomia decisionale sulle attività legate alla sicurezza all’interno degli impianti sportivi di propria competenza. Ed ecco quindi che proprio qualche giorno fa il Celtic ha pubblicato le immagini relative all’ammodernamento della “Lisbon Lions Stand” del Celtic Park che prevede un settore (quello abitualmente occupato dalla Green Brigade, gli storici sostenitori del Celtic) da circa tremila posti dedicato agli spalti in piedi e dotato di seggiolini richiudibili. Questi ultimi, va anche detto, sono assolutamente necessari per la realizzazione di queste aree perché i regolamenti UEFA stabiliscono che le partite delle coppe europee debbano giocarsi, obbligatoriamente, all’interno di impianti sportivi interamente coperti da seggiolini.
Per ottenere i permessi necessari da parte delle autorità preposte, ci sono voluti anni di mediazioni e negoziati ed è evidente che un fattore determinante in merito al via libera per questa soluzione è stata, senza dubbio, la sentenza definitiva proprio sulla tragedia di Hillsborough, che ha individuato nell’operato e nell’azione delle forze di polizia impegnate quel giorno, le maggiori responsabilità per quanto accaduto.
Quello del Celtic Park è comunque un ulteriore ed importantissimo passo per poter vedere la realizzazione di queste specifiche aree negli stadi di tutta Europa. Compreso, ovviamente, l’Italia dove tra i primi ad evidenziare questa necessità sono stati, senza dubbio, gli appartenenti al Supporter’ Trust “MyRoma” che però, in relazione alla realizzazione del nuovo stadio della squadra capitolina, hanno dovuto incassare l’opposizione nei confronti di questa proposta da parte della società giallorossa.
Situazione totalmente differente, invece, come già detto, in Germania e, ad esempio, in Olanda, dove il PSV Eindhoven ha già annunciato che il settore del Philips Stadion dedicato agli spalti in piedi è in fase di completamento, per la gioia della tifoseria biancorossa che aveva caldeggiato fortemente questa proposta.
Eppure non ci vuole di certo una mente eccelsa per comprendere che questo tipo di soluzione possa essere più che positiva, sia per la possibilità di attrarre, grazie al notevole ridimensionamento dei prezzi, una fetta ancora più ampia di tifosi e appassionati allo stadio, e sia per poter tornare a dare agli impianti sportivi quell’atmosfera di calore e passione che, troppo spesso ormai, manca, a causa di assurdi divieti e limitazioni annesse e connesse.
La sensazione, però, è che queste motivazioni e questi fattori positivi non riscuotano assolutamente l’interesse dei potenti del calcio nostrano. Forse per miopia e per mancanza di prospettiva. O forse, più semplicemente, perché le priorità, per questi personaggi, sono ben altre. Anche se queste priorità dovessero andare sistematicamente a discapito degli appassionati e dei tifosi. Senza i quali, lo ricordiamo, il calcio non avrebbe assolutamente ragione di esistere.
Daniele Caroleo