Ore 18.00 di una domenica fredda di un calcio dove ormai non ci sono orari: si gioca Bologna-Sassuolo. Le due città distano poco più di 60 km e ciò giustifica, per alcuni, definire questa partita un derby, mentre per altri è un incontro come tanti altri.

Rispetto alle ultime partite, grazie a diverse promozioni, si registra una presenza di quasi 21.000 persone. La Curva Bulgarelli è esaurita in poco tempo e i distinti sono completi per quasi 3/4.

Al momento dell’entrata dei giocatori vengono sventolati tutti i bandieroni, le bandierine e le pezze a due aste, mentre dalla zona “Mai Domi” viene esposto uno striscione in favore di Adam Masina (da notare che, alcuni giorni prima, qualcuno su Wikipedia ha modificato alcune notizie sulla sua biografia e sulle sue origini, usando anche alcuni termini poco pertinenti), “Attaccamento alla maglia grinta e disciplina avanti cosi Adam Masina”, seguito da un lungo applauso in tutti i settori dello stadio.

Pochi minuti dopo, un altro striscione in zona “Vecchia Guardia” viene esposto: “Arbitri vergogna Fenucci difendi il Bologna”, riferito ad alcuni episodi arbitrali dove il Bologna è stato danneggiato; i dirigenti bolognesi vengono invitati ad alzare la voce.

Buono il tifo, ma purtroppo manca quel qualcosina in più per poter migliorare.

Sul fronte ospite, presenti circa 100-120 tifosi, sparsi in tutto il settore con le pezze “I ragasso del Sasol”, “Luca c’è”, “Parma”, “Sasol” più quelli di alcuni club. Manca il gruppo principale “Pochi ma sbronzi Curva Nord” (che si sono autosospesi dopo aver ricevuto diverse diffide in occasione di Carpi-Sassuolo della stagione scorsa, che hanno praticamente dimezzato il gruppo).

Sul tifo neroverde ben poco da dire: l’unico coro che si sente ogni tanto è “Sasol Sasol”, per il resto nulla da segnalare: da qualche tempo, infatti, la Curva Nord Sassuolo ha sospeso le proprie attività. Dopo il derby col Carpi sono piovute loro addosso ben 38 diffide e per una realtà numericamente piccola come la loro, ciò ha comportato un durissimo colpo a livello organizzativo e l’auto-sospensione è stata quantomeno fisiologica.

Fabio Bisio.