Questo periodo difficile ha toccato un punto di non ritorno al termine del match contro Recanati. Dopo la partita infatti qualcuno della società è andato da alcuni esponenti del gruppo a rinfacciare presunte responsabilità per la sconfitta.
Fate pure.
Noi siamo abituati ad essere bene o male dalla parte del torto, tifiamo ma prendiamo le multe, ci facciamo rispettare arrivano provvedimenti, non tifiamo siamo responsabili della sconfitta. Anche quando facciamo da ombrello a provocazioni che spesso arrivano da varie parti del palazzo verso gli ospiti. Forse invece in questi casi facciamo comodo.
Fate pure, noi siamo abituati.
Ci teniamo solo a specificare che noi tifiamo comunque e ovunque senza avere alcun obbligo nei confronti di chicchessia, se non nei confronti della nostra smodata passione per l’Andrea Costa.
Chi ci accusa per la sconfitta di ieri pensi alle sue di responsabilità per la situazione attuale, noi le nostre siamo abituati ad assumercele sempre.
C’è poi una soluzione molto semplice alla situazione attuale: chi se la sente può tifare, se la società pensa di avere tifosi troppo scapestrati, faccia un cast per arruolarne di nuovi.
Noi adesso siamo in difficoltà e siamo stati costretti, con profonda sofferenza, ad attuare questa protesta. Se alla società non interessa almeno rispetti chi ha sempre sostenuto l’Andrea Costa anche nei momenti più bui mettendoci la faccia sempre e comunque, anche in trasferta l’anno che abbiamo chiuso a 2 punti.
Purtroppo noi adesso dobbiamo difenderci, non abbiamo mai chiesto impunità, oggi però siamo davanti a una situazione in cui non si puniscono i “responsabili” ma si annunciano Daspo in numero pesante che puniscono un gruppo in quanto tale, e pertanto come Gruppo siamo costretti a difenderci.
Il Daspo non è un semplice “provvedimento disciplinare”, il Daspo è un provvedimento che non toglie solo la possibilità di venire a vedere l’Andrea Costa ma che vincola la libertà di circolazione a praticamente metà gruppo.
Capite, non parliamo di un semplice “provvedimento disciplinare” a qualche responsabile.
Una situazione che probabilmente non è figlia solo della partita contro Trieste ma di un contesto in cui l’Onda d’Urto è sempre stata in prima fila con la bandiera di Imola e dell’Andrea Costa in mano, un contesto di tensione in cui comunque non siamo noi a decidere la gestione dell’ordine pubblico a partire dalle scelte di dare in alcune partite sempre 600 biglietti agli ospiti.
L’episodio di venerdì, con la società che prima di chiederci e di porsi delle domande ci accusa, non fa altro che rafforzare la nostra posizione che in questo momento ci vede lontani dal nostro solito posto.
Ci rivolgiamo invece a chi scende in campo affrontando anche critiche ingiuste: Forza ragazzi, non possiamo essere con voi fisicamente ma siamo sempre con voi e continueremo a dimostrarvelo come possiamo.