Rabbia e Indignazione. Sono gli unici sentimenti che riusciamo a provare dopo le ennesimi indagini che ci riguardano.
Rabbia perché mai come questa volta siamo completamente estranei alle accuse a noi rivolte e indignati perché a Chieti non si indaga su chi per affari personali ha causato ad una società sportiva dilettante un debito superiore ai 2 milioni di euro, ma si pensa ad indagare chi tutela dignità e storia di una maglia.
Per questo presunto dirigente parla la sua carriera. Conoscere le sue azioni è fin troppo facile, informatevi.
La curatrice fallimentare è stata trattata con rispetto e l’incontro è stato chiesto dalla stessa, con il tramite del sindaco, per avere consigli e suggerimenti sulla strada più opportuna da percorrere e si è svolto in un clima di grande cordialità. La stessa già ci conosceva, quindi non avevamo nessun motivo di presentarci nei modi aggressivi dei quali ci accusano.
Lotteremo fino in fondo, con ogni mezzo possibile, affinché queste accuse facciano la fine che meritano e affinché la verità venga a galla.
Siamo stufi di queste ingiustizie

COLPEVOLI SOLO DI AMARE QUESTA CITTÀ!