Per i reati di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, dieci ultras messinesi sono stati condannati con pene che variano da 8 mesi a 3 anni e 6 mesi. I fatti contestati avvennero il 30 maggio dello scorso anno, fuori dallo stadio “San Filippo” di Messina in occasione del derby che contrapponeva i locali agli storici rivali della Reggina. Con la vittoria degli ospiti, il Messina fu condannato alla retrocessione nei dilettanti e gli episodi che ne conseguirono sono costati dunque caro ai dieci, già arrestati nell’immediata vigilia e poi rilasciati in attesa del processo.
Per tutti è stata predisposta anche l’erogazione del Daspo dalla durata di due anni, periodo durante il quale saranno oltretutto chiamati a firmare in caserma ogni qual volta la loro squadra sarà impegnata in gare ufficiali.
Presenti a quella gara con un nostro inviato, raccontammo alcuni avvenimenti a margine della stessa, ma avemmo anche modo di sottolineare quanto sproporzionata ci fosse sembrata l’applicazione delle pene immediate (gli arresti nello specifico) in relazione agli eventi che si verificarono. Senza che ciò voglia sembrare una difesa di parte al mondo del tifo, che in fondo è pure parte della nostra “mission editoriale”, ma è spesso evidente che l’appartenenza al mondo del tifo sia una aggravante pregiudiziale, in barba a chi narra di ultras impuniti. Chiamatelo “populismo” se volete, ma i carabinieri che hanno ucciso Ricky Magherini sono stati appena condannati a soli 8 e 7 mesi a testa. Se volete indignarvi, signori cialtroni che infestate la nostra aria via social o via etere, indirizzate ai giusti destinatari i vostri latrati senza senso.
Matteo Falcone.