Ultima partita di Serie C, per questa stagione, sul campo dello stadio “Zini” e sembra che tutta la città partecipi a questo evento. I colori grigiorossi sono davvero accattivanti dal punto di vista cromatico, visto che pochissime squadre nel mondo hanno adottato simili accostamenti. In Italia ricordo l’Angri, ma a livello internazionale, non saprei nominare una sola altra squadra dagli stessi colori sociali. I primi colori della Cremonese, nata nel lontano 1903, furono il bianco e il lilla, solo dopo la stagione 1913-14 la società decise di cambiare la sua divisa. Ultima citazione storica, la società nacque come polisportiva, ma la prima partita di calcio fu disputata nel 1910, mentre, due anni più tardi, avvenne l’iscrizione alla FIGC e quindi il vero debutto dell’attiva agnostica.

Le prime bancarelle si notano già lungo le strade: anche per gli ambulanti oggi sarà giornata di affari. Il problema, se ce n’è uno, è che il cielo della città Lombarda ha deciso di adottare la metà più cupa dei colori della squadra: un cielo grigio che non vuole sapere niente dell’attesa carica di aspettative della tifoseria locale. Mi dispiace anche perché pure la città meritava un giro: Cremona, oltre che meta per appassionati di calcio, lo è sopratutto per gli amanti dell’arte; la città è famosa per i suoi liutai, i famosi Stradivari, che tutti hanno almeno sentito nominare una volta ed hanno reso Cremona luogo di culto nel mondo della musica classica. Ma posso anche aggiungere che, dal 1984 al 1996, è stato il calcio ad aver fatto conoscere a Cremona un altro tipo di gloria, quella sportiva. Durante questi anni, i grigiorossi hanno disputato ben sei tornei di serie A, capitanata dallo storico presidente Domenico Luzzara (a cui è intitolata la tribuna centrale dello stadio) e che sul terreno di gioco ha visto avvicendarsi giocatori di gran livello come Gianluca Vialli o Attilio Lombardo e, in panchina, mister Emiliano Mondonico, ex della Cremonese anche da calciatore, oltre all’indimenticato Gigi Simoni.

Ma la Cremonese ha segnato la storia del calcio vincendo anche un trofeo internazionale nel leggendario Wembley, il 27 marzo 1993. Quel giorno 1.500 tifosi sostennero i grigiorossi e li videro battere il Derby County (ed i suoi 40.000 tifosi !) per 3-1, alzando al cielo la Coppa Anglo-Italiana. Chi potrebbe immaginare una simile avventura sportiva nel calcio globalizzato del 2017? Non sembra parlare solo di un altro mondo, ma proprio di un altro sport. Speriamo, come appassionati di calcio, di avere altre occasioni per vivere storie del genere e non sempre le stesse inflazionate sfide di Champions che ogni anno ripropone sempre le solite semifinali tra Real e Bayern o Barcellona e Chelsea. L’industria calcio forse avrà trovato un prodotto perfetto per il consumatore e soprattutto per gli sponsor, ma il vero amante del calcio non ricorderà queste partite fotocopia con la stessa intensità emotiva di un Torneo Anglo-Italiano.

Come dice bene il famoso intellettuale francese Edgard Morin, parlando dei due opposti politici in Francia, ma anche in Europa e nel mondo: «L’opposizione tra progressisti e conservatori, ignora che il progresso necessita conservazione (della natura, della cultura), e che questa conservazione necessita progresso». Questa interpretazione mi sembra anche applicabile al mondo del calcio, dove la gente si racchiude in slogan vuoti di sensi come “No al calcio moderno”, ma gode alla qualificazione della propria squadra alla Champions o ai play off di serie B. Il calcio, come la natura e la cultura, necessita anche conservazione delle proprie tradizioni, ma anche progresso nelle sue scelte. Oggi invece, vedendo famiglie, compagnie di amici, ragazzi e ragazze, il calcio, anche se industria, con tutti gli scandali che ci sono attorno, riesce ancora a risultare uno dei pochi mezzi di aggregazione in cui la gente si mischia tralasciando le barriere sociali.

Un’ora prima della partita si notano tanti tifosi in giro per lo stadio, mentre la pioggia comincia a cadere piuttosto fitta. Malato da tre giorni, ho il pieno di medicine per seguire questa partita, ma questo è davvero un colpo di troppo. Trovo un rifugio di fortuna e aspetto che Giove Pluvio decida di partire per altri lidi.

Dopo un bel po’ riesco a ritirare il mio accredito al botteghino. Lo stadio è quasi esaurito, ci saranno 9.000 spettatori circa e visto che la squadra ospite non avrà seguito di tifosi organizzati, la società ha deciso di aprire anche la curva nord ai tifosi di casa.

Lo stadio ha sempre il suo fascino. Ovviamente parliamo di un impianto vecchio e malconcio, come testimoniano le gradinate in ferro aggiunte per sopraelevare i distinti, operazione portata a termine tredici anni fa, per adeguare lo stadio l’ultima volta che la Cremonese era stata in serie B. Oggi quella parte sopraelevata è chiusa al pubblico, ospitando solo una gigantografia del mai dimenticato Erminio Favalli, storico dirigente di chi la curva porta il nome.

La pioggia continua a cadere e gli ombrelli a far la loro comparsa. Questo dettaglio permette di far la cernita in curva e distinguere tifoso da ultras o da spettatore. Peccato che lo stadio non sia coperto in tutti i quattro settori, sarebbe l’unico ammodernamento capace di rendere l’ambiente davvero ottimale. Per il resto è un campo perfetto secondo me, ricco di storia, con spalti vicini al campo e un bel settore ospite, per le sfide del tifo.

La curva oggi è pienissima, colma all’inverosimile e con le pezze dei vari gruppi appese al plexiglas che separa il campo dagli spalti. Il progetto “Curva Sud Cremona” ha conosciuto la sua fine nel giugno 2016, ma non sembra che la curva sia per questo divisa. Si possono notare due gruppi, al centro la nuova realtà degli “Underfives” e nella parte più vicina ai distinti ci sono i ragazzi che si ritrovano dietro la pezza “Assenti presenti”, ma si possono anche notare pezze più datate come quella degli “Alcooligans” o degli “Old Red Grey”. Per concludere questa presentazione, bisogna aggiungere che sono ovviamente presenti gli amici delle “Teste Quadre” Reggiana, per rinsaldare questo gemellaggio che dura ormai dalla stagione 1978/79 (per la cronaca, i Boys della Cremonese instaurarono questo rapporto con gli Ultras Ghetto della Reggiana).

A qualche minuto dall’inizio della gara, le bandiere cominciano a sventolae e alcuni tifosi tirano fuori le sciarpe. Quando poi le squadre entrano sul campo, comincia lo spettacolo della Curva Sud: una fumogenata vecchio stampo, grigia e rossa, con dietro alcune torce. Il risultato è bellissimo e per tre minuti ci sarà un bel fumo continuo che si alzerà al cielo.

Il tifo fa più fatica e bisogna aspettare un po’ che il ritmo prenda piede. La posta in palio, una vittoria obbligatoria, non è sempre facile da gestire, tra nervi tesi e occasionali. Quando la curva tifa, un bel pezzo del centro curva più i suoi lati, seguono le istruzioni dei lanciacori, ma senza megafono il compito non è facilissimo.

Prima del fischio d’inizio c’è un minuto di raccogliamento. La partita all’inizio è a senso unico e dopo cinque minuti i grigiorossi segnano, con l’esultanza di tutto lo stadio. Anche nel settore ospiti c’è entusiasmo, per una delle poche volte in questa stagione. La tifoseria però è nervosa e il tifo stenta a decollare, anche se la parte centrale ci prova eccome. In curva ospiti, lo ricordo oggi occupata da tifosi di casa, alcuni canti vengono ripresi ed è interessante vedere come la gente abbia voglia di tifare, anche se è indubbiamente più facile farlo con le istruzioni degli ultras.

La Cremonese prova a segnare un secondo goal, ma il portiere romano Reinholds Reinis salva tutto, mentre ad Alessandria la concorrente alla vittoria finale ha appena segnato…

L’arbitro fischia la fine del primo tempo e, dalla parte centrale della Curva Sud, viene issato uno striscione che glorifica le leggende grigiorosse. Ne approfitto per andare al bar della tribuna e con grande piacere noto che il bel libro “Noi siamo i Cremonesi”, che narra la storia della tifoseria di casa, è messo ben in evidenza alla vista di tutti i tifosi.

Il secondo tempo inizia come è finito il primo, con la Cremonese che prova a segnare un secondo goal, per assicurarsi la promozione, ma proprio non ce la fa. Il tifo ancora una volta è sotto tono, con quello che c’è in ballo si può capire che sia difficile concentrarsi solo su questo e tanta gente segue la partita con un gran nervosismo, anche in tribuna…

Le condizioni climatiche non aiutano assolutamente e a più riprese la Curva chiama a raccolta lo stadio intero, che non segue molto le sue indicazioni, ma non molla e prova, sotto un pioggia freddissima, a sostenere fino alla fine l’undici in campo.

Clamorosamente, al ventesimo della ripresa, l’arbitro fischia un rigore per la squadra capitolina e sotto lo sguardo attonito di tutto lo stadio, il Racing Roma segna l’1-1. Siamo al 6 maggio, ma cade il gelido più totale su tutto lo stadio. Per fortuna un minuto dopo segna di nuovo la Cremonese. Il tifoso grigiorosso deve avere il cuore forte: la sua squadra verrò promossa solo vincendo. Già a Livorno, la settimana scorsa, era stata bruciata un’importante possibilità, non può sempre confidare in un passo falso dei suoi avversari…

In tribuna stampa, alcuni giornalisti che sono qua solo per godersi la partita, salgono sulle loro sedie e tifano come fossero in curva, insultando i gialloverdi romani: non manca niente per sentirsi come nella Sud.

Al 28° minuto la Cremonese segna ancora, ma l’arbitro segnala un fuori gioco, il pubblico non lo capisce subito e esulta, ma dopo 20 secondi deve disilludersi. La Curva capisce il momento e lancia un “Devi vincere”, slogan mai più adatto per questa partita e questo pazzesco finale di stagione.

Il bello del calcio si vede in queste partite: gente in tribuna furiosa, calciatori grigiorossi che provano a segnare a tutti i costi e la Curva che spinge, credendo ancora nell’obiettivo massimo, mentre questa maledetta pioggia non vuol saperne di smettere.

Ogni volta che la casacca nera, oggi in blu, fischia, sembra che tutti vogliano il suo male. L’arbitro non si discute, si odia, per parafrasare un motto famoso. Finalmente però arriva il goal del 3-1, segnato al 42° proprio sotto la curva Sud!

Lo stadio esplode e i giocatori sommergono il goleador, torce e fumogeni vengono accesi nella Sud e adesso tutti non aspettano altro che il fischio finale. Tre minuti di recupero. Gente in piedi anche in tribuna, insulti e bandiere che sventolano in Curva. Tre fischi dell’arbitro ed ecco che finalmente la Cremonese è in serie B!

Dopo undici anni di Serie C, i grigiorossi ritrovano la serie cadetta. La festa ha inizio e ovviamente il primo tributo dei giocatori è per la Curva. Dopo è la volta dei distinti, la curva ospiti e la tribuna ringraziate anch’esse per il sostegno. La pioggia continua ma, come ci si può immaginare, la gente continua a sventolare i propri vessilli, con i primi caroselli che cominciano a farsi sentire per le strade del centro.

Prima di lasciare gli spalti, c’è ancora un ultimo striscione di benvenuto, immagino per un neonato, che per forza di cose adotterà questi colori particolari.

La notte sarà lunga a Cremona, sarà ricordata sicuramente come una delle più belle degli ultimi anni non solo per i tifosi, ma anche per tutti gli abitanti della città Lombarda.

Sebastien Louis.