Il treno della tratta Bari–Foggia ci mette una mezzora buona per portarmi a destinazione in quel di Bisceglie, dove arriverò intorno alle 20. Fortunatamente la signora con la quale ho prenotato la stanza mi accompagnerà in macchina evitandomi una lunga camminata a piedi.
Dopo una doccia veloce, la curiosità prende il sopravvento sulla stanchezza, per cui decido di farmi un bel giro a piedi nel bellissimo centro storico di Bisceglie. Devo dire che questa città, di oltre cinquantamila abitanti, mi ha colpito molto per la pulizia e l’ordine delle strade, oltre che per i suoi magnifici monumenti come la Cattedrale, il Castello e la Torre Normanna o Maestra.
L’indomani, giorno della partita, con orario d’inizio posticipato alle 17:30, mi sveglio presto e cerco di uscire subito per andare a vedere lo stadio “Gustavo Ventura”, dove di lì a poco si aprirà lo scenario sull’interessante incontro di calcio Bisceglie – Vultur Rionero.
È la mia prima volta nello stadio dei pugliesi e seppur siano solo le 10:30 mi dice bene in quanto un cancello dell’impianto è aperto per permettere ai giocatori nerazzurri di poter effettuare l’allenamento di rifinitura. Prima però mi faccio un bel giro fuori di esso, anche per capire dove si trovano esattamente i vari settori dello stadio, in quanto Bisceglie possiede una tribuna coperta, una gradinata dove prendono posto gli ultras locali ed una piccola curva che sarebbe il settore ospiti, rigorosamente in ferro.
Essendo aperto un cancello riesco ad entrare nella gradinata degli ultras locali e mi salta subito all’occhio la vetustà dell’impianto, che poi è come piace a me: vissuto e ricco di storia, tanto che se potesse parlare starei ore ed ore a sentirlo fino a farmi sanguinare le orecchie. Penso che le foto possano arrivare ad esprimere più di quanto vorrei dire io.
Rimango un’ora buona ad ammirare entrate, spalti, scritte, cancelli e bagni del settore, poi esco e mi dirigo ancora una volta in centro per rivedere il tutto alla luce del sole. Questa volta, e sempre passando per il castello, arrivo nella zona del porto e camminando a piedi mi faccio tutto il lungomare, guardando le spiagge con i sassi ed il mare azzurro, invidiando un po’ chi prende il sole o addirittura si fa un bagno nonostante sia fine settembre.
Arriva l’ora di andare, seguo le indicazioni per lo stadio, ma fortunatamente entrando in un bar mi chiamerà Raffaele, un ragazzo di Bisceglie conosciuto anni fa durante la finale nazionale di coppa Italia Eccellenza, giocata tra Bisceglie e Sporting Pisa nello storico scenario dello stadio Flaminio di Roma (quando ancora non era lasciato all’abbandono come attualmente).
Dopo due chiacchiere ed un caffè, Raffaele mi accompagna allo stadio dove arriverò con quasi quaranta minuti di anticipo. Vado al botteghino per ritirare il mio accredito e faccio caso, cosa stranissima per la Serie D, che i biglietti si vendono solo in prevendita e non al botteghino dello stadio, per cui il giorno della partita si possono ritirare solo gli accrediti come nel mio caso.
Finalmente sono dentro il rettangolo di gioco, curioso non solo di vedere per la prima volta questo stadio e la sua tifoseria dall’interno, ma anche di ammirare i tifosi ospiti, di cui si parla un gran bene da molti anni e che finalmente ho l’occasione di poter vedere in serie D, sicuramente una categoria all’altezza della loro tradizione e di quello che si dice sul loro conto.
Torno con la mente indietro nel tempo a quando ero più giovane e ricordo che giravano già le loro foto su dei vecchi numeri della rivista Supertifo. I pugliesi prendono posto al centro della gradinata e sono in numero discreto dietro i loro stendardi attaccati alla recinzione, ed inoltre sono presenti i gemellati di Lanciano con due pezze: “Frentani non tesserati” e la pezza con sopra disegnato il vecchio stemma del Lanciano accanto al pallone di cuoio retrò e sotto la dicitura inglese “You’ ll never walk alone”, mentre nella tribuna coperta, accanto al settore ospiti, ci sono un manipolo di tifosi dietro lo striscione del Gruppo Storico Biscegliese con due bandieroni nerazzurri.
Nel complesso lo stadio presenta una buona cornice di pubblico con circa mille spettatori presenti (intorno ai 400 sono gli abbonamenti sottoscritti). Nel piccolo settore ospiti prenderanno posto quasi duecento lucani, un ottimo numero calcolando che il paese non arriva a 15 mila abitanti. Diversi stendardi di buona fattura attaccati alla recinzione, con al centro quello dedicato al brigante Carmine Crocco, una vera icona nel piccolo centro del Vulture.
Comincia la gara e le tifoserie sventolano le loro bandiere, accompagnando il tutto con battimani e mani alzate. C’è da dire che entrambe le tifoserie non si sono risparmiate affatto sul piano dell’incitamento, sostenendo molto i propri beniamini in campo. Tre bandieroni sventolati abbastanza frequentemente dai biscegliesi, qualche bandierina e bandiera più quattro stendardi da parte dei sostenitori ospiti e, benché raramente verranno alzati tutti insieme, il colore non mancherà. Al minuto 34 la squadra di casa passa in vantaggio facendo esultare entrambe le tribune dello stadio e dopo 4 minuti il Bisceglie raddoppierà per un’altra sfrenata e bella esultanza.
Gli ospiti, pur avendo un attimo di smarrimento, continueranno a cantare sostenendo i cori con discreti battimani fino alla fine della prima frazione.
Nel secondo tempo e con il calare della notte, gli ultras locali ingrosseranno le fila andando ad aumentare come numero e grazie all’aiuto degli strumenti di tifo, quali tamburo e megafono, i pugliesi garantiscono un tifo veramente di qualità oltre che continuo. I bandieroni sventolano incessantemente, così come tanti sono i battimani e le mani alzate effettuate; nel corso della seconda frazione è molto bravo il lanciacori a coinvolgere il resto dei tifosi della gradinata facendoli alzare in piedi e cantando tutti assieme il coro “Ma che bello è…”. Ci riuscirà un altro paio di volte ancora ed in più un’altra nel finale di gara, con la squadra che starà difendendo il risultato di 2-1 fino al triplice fischio.
Gli ospiti in questa seconda parte, stando sotto di due reti per quasi tutta la partita, non si perderanno mai d’animo, continuando ad incitare gli undici in campo con cori accompagnati da numerosi battimani ed inoltre dopo un quarto d’ora ci regaleranno una bella sciarpata con l’accensione di una torcia a dare risalto a tutto ciò. Belle anche se non molto continue le sbandierate. La squadra accorcia le distanze su rigore quando mancheranno sei minuti al termine e dopo ben sei minuti di recupero e con un uomo in meno l’arbitro decreterà la fine delle ostilità.
Seppur con umori opposti, le squadre si porteranno sotto i propri sostenitori a ricevere i meritati applausi: gli ospiti con in testa l’allenatore Sosa, una vecchia conoscenza del calcio italiano, i locali invece canteranno ed alzeranno le braccia a ritmo dei cori lanciati dai tifosi pugliesi.
Gli ultras locali sosteranno sugli spalti del “Ventura” ben oltre la fine dell’incontro, cantando cori in favore dei lancianesi per questa presenza ed altri sulla libertà degli ultras e per il Bisceglie.
Finita la partita incontro Raffaele, il ragazzo con cui mi ci ero visto in precedenza, che dopo un giro veloce per la città mi accompagnerà alla stazione dove mi attenderà il treno che mi porterà a casa, stanco ma felice di aver assistito a questo bello spettacolo sugli spalti. Tanto bello che secondo me non sfigurerebbe nemmeno nella categoria superiore.
Marco Gasparri.