Non è affatto presuntuoso Fabio Besaldo, l’autore di “Di rosso e di blu”: è assolutamente vero che se gran parte della notorietà di Amantea deriva dal suo fascino turistico, questo piccolo centro in provincia di Cosenza deve parecchia della sua fama anche alla trentennale epopea di alcuni suoi concittadini al seguito dei rossoblu del capoluogo.

Se dal 1986 infatti il Cosenza ha attraversato alterne fortune calcistiche (o per dirla tutta più periodi bui che felici), se i suoi ultras hanno faticato non poco a superare il lutto dovuto allo scioglimento dei “Nuclei Sconvolti”, Amantea ha invece percorso questi anni in controtendente continuità e vivacità, pur tra gli immancabili alti e bassi ma costantemente al fianco dei Lupi.

Questo libro, edito da Coessenza, ripercorre dunque i trent’anni che vanno dal 1986 al 2016 dal punto di vista di Amantea. Non è “la” storia ma “una storia”, uno dei tanti punti di vista possibili. D’altronde, a volte, come diceva lo stesso Fabio (non ricordo nemmeno più se nel libro o a voce), bastava cambiare scompartimento del treno per avere un racconto totalmente diverso pur durante la stessa trasferta.

Chiaramente i toni sono spesso celebrativi ed è giusto che sia così, il pregio però è che permane sullo sfondo una sincera umiltà ed una non meno presente autocritica che restituiscono credibilità ad ogni singolo racconto. Lo stile di Fabio Besaldo è molto genuino, quasi rustico in certi passaggi, con troppi puntini di sospensione per i miei gusti, ma globalmente – e sono assolutamente sincero – il libro è davvero molto godibile e si lascia leggere altrettanto bene.

Riannodare con Fabio Besaldo i fili della memoria, in questo lungo scorcio di vita ultras, fa riflettere francamente tantissimo su ciò che eravamo e su quel che siamo diventati. Su come è cambiato non solo il mondo del tifo, ma anche quello calcistico e più ancora la società in cui questi attori si muovono. Ricordo tanti dei fatti snocciolati, alcuni per interesse alle vicende ultras, altri perché esondavano nella cronaca nera vera e propria: ai tempi mi rimase impresso, per esempio, un Lecce-Cosenza del marzo 1993 in cui un tifoso leccese perse la mano per una bomba carta partita dal settore ospiti. In un’analisi veloce e vuoi anche semplicistica, quell’evento per me non aveva niente a che fare con l’essere ultras e creò in me un forte dissidio tra l’idea e il rispetto che avevo per questa tifoseria ed un gesto così fuori da quelli che io consideravo i suoi canoni, la sua cifra identitaria. Mi ha fatto piacere leggere la stessa critica dura e senza attenuanti fatta da Besaldo, su questo caso specifico ma anche su altri. C’è insomma il giusto equilibrio fra l’autocelebrazione e l’autocritica, come dicevo poc’anzi, che rende solido questo libro anche da un punto di vista storico.

Tantissimi gli eventi narrati secondo un ordine grosso modo cronologico, anche se non mancano capitoli a parte per argomenti più pregni di significato come l’amicizia con la Nord Atalantina, la trasferta di Cagliari 2000/01, i rapporti con le altre tifoserie, ecc.

Non di meno, a proposito di rapporti, questo libro ha il pregio di svolgere testimonianza storica non solo di Amantea, ma anche di tutti i personaggi e i gruppi della Sud e della Nord con cui si sono interfacciati ed hanno convissuto in questi lunghi anni di militanza. Dagli indimenticabili “Nuclei Sconvolti” alle “Brigate”, dalla “Nuova Guardia” ai “Cosenza Supporters” passando per i recenti “Anni Ottanta” che invece hanno scelto la Tribuna come proprio spazio vitale.

Credo si sia intuito già che siamo di fronte ad un libro di carattere essenzialmente narrativo. Se quelli precedentemente identificati come punti deboli sono sempre sapientemente pareggiati (uno stile di scrittura molto spartano compensato da un’ottima scorrevolezza del testo, così come la parte autocelebrativa da momenti autocritici), il difetto più grande è nella scelta di relegare tutto il materiale fotografico in appendice. Scelta comprensibile per ottimizzare i costi di produzione, ma lasciato così a fine libro, finisce per perdere di centralità ed interesse. Oltretutto trent’anni sono tanti e meritavano qualche scatto in più, oltre che meglio valorizzato ed inserito nel capitolo di riferimento.

Detto ciò per completezza di analisi e critica, resta comunque intatto il valore di questo libro importante, di un gruppo importante, all’interno di una curva importante, che nel suo piccolo ha dato grandi contributi alla storia del movimento ultras italiano. Auguri ad Amantea e complimenti sinceri a Fabio Besaldo.

Il libro, consistente di 146 pagine, è identificabile dal codice isbn 978-88-96741-42-9 per chi volesse ordinarlo tramite la propria libreria di fiducia. Altresì è possibile acquistarlo online al prezzo di 20 € (15 il costo del libro+5 per spedizione raccomandata) versando sull’iban IT19E0306780600000000051890 intestato a Fabio Besaldo ed indicando nella causale l’indirizzo di spedizione. Oppure comunicandoglielo direttamente all’autore alla mail fabiobesaldo@libero.it, a cui resta a disposizione per qualsiasi altra informazione.

Matteo Falcone.