Venezia, Quartiere Sant’Elena. Là dove la città vive davvero. Là, lontano dalle orde turistiche che ogni giorno affollano il centro della città famosa in tutto il mondo. E là dove, mentre scrivo queste righe, cominciano a riunirsi i tifosi arancioneroverdi del Venezia in attesa della loro partita contro il Fano.
Sono seduto in un angolo, con uno Spritz sul tavolo ed i rumori dei tifosi sullo sfondo. Discutono, qualcuno canticchia un po’, aspettano con ansia: con un solo punto il Venezia può raggiungere matematicamente la promozione in Serie B. Perché inizio questo pezzo con un racconto sui Veneziani se racconto la partita tra Mestre e Triestina? Perché anche l’altra squadra della Laguna, due giorni prima, per uno strano parallelismo del destino aveva tutte le carte in mano per chiudere anch’essa il discorso promozione (dalla D alla C). Ma non ce l’ha fatta e dovrà attendere ancora.
Per gli arancioneri sarebbe servita una vittoria contro la Triestina, sua diretta inseguitrice. Cosa non facile, certo, ma dopo il 3-0 firmato Gritti a 20 minuti dalla fine, i Mestrini pensavano di avercela fatta. Invece no, la Triestina non concede il dolcetto al Mestre e rimonta lo svantaggio. Al 3-3 finale più di qualcuno tra i 1.700 presenti al Baracca non avrà saputo come sentirsi: deluso per la promozione sfuggita? Felice perché il punticino tiene comunque a distanza la Triestina e rinvia solo, ma non annulla, la festa? Preso in giro per una rimonta inverosimile che si vede raramente in Italia? La tifoseria Mestrina opta per l’ottimismo e chiama la squadra sotto il settore. A gran voce la invitano a centrare la promozione nella trasferta di domenica prossima a Vigasio. Durante tutto ciò, anche i Triestini festeggiano il pareggio rocambolesco come una vittoria, ben consapevoli che per accorciare le distanze serviva solo una vittoria. Così però almeno hanno fatto uno scherzetto al Mestre, costringendolo a sudare ancora per la matematica.
Che gli Ultras della Triestina fossero della partita non era per niente sicuro. Nella settimana antecedente la gara avevano annunciato di volerla boicottare, spiegando in un breve comunicato i loro motivi: troppo pochi biglietti concessi, biglietti oltretutto nominativi. E così niente Curva Furlan, a quanto pare. Gli Ultras hanno comunque fatto il viaggio fino a Mestre e in qualche modo, sinceramente non ho idea come, riescono comunque nell’impresa di entrare allo stadio. Lo faranno dopo circa un quarto d’ora, posizionandosi in basso nel settore ospiti per il resto del primo tempo. Al di là del “Noi non siamo gente comune” e qualche sfottò rivolto alla società del Mestre, li si sente poco.
Nel secondo tempo, sul punteggio di 2-0 per il Mestre, cambiano sistemazione ed entrano per davvero in Curva. Prendono ovviamente subito in mano le redini e fanno partire un tifo che a me personalmente è piaciuto molto: tre sciarpate, tanti battimani, bandiere sempre in movimento e cori coinvolgenti. Dopo il 3-0 per il Mestre cantano “Torneremo, torneremo, torneremo in Serie A” facendo ridere per la loro goliardia. Poi rimbomba un coro dei più conosciuti dall’Argentina: “I disi che semo matti e fora de testa, ma a noi Alabardati non ne interessa, ooh Triestina, ooh Triestina…” (e perdonate gli errori in triestino, ostico da scrivere per uno svizzero…). Non sembrano prendere troppo sul serio la partita: sarà per lo svantaggio, sarà per la classifica proibitiva, per la quale anche una vittoria non sarebbe stata troppo d’aiuto; tutto ciò dà vita ad una sorte di tifo libero, senza troppa pressione. E riescono davvero bene in ciò.
Anche la tifoseria di casa è in grande spolvero. Ormai da decenni il Mestre aspetta il ritorno nel calcio che conta, e dopo aver girovagato nelle zone basse del mondo calcistico non può che esseci una grande fame di calcio. Lo si è notato per tutto l’anno, ma con la squadra che ha definitivamente spiccato il volo e con il ritorno del Mestre nel suo vero stadio, anche la tifoseria sembra aver fatto un salto di qualità. Almeno in termini numerici, perché poi al tifo non partecipano tutti presenti in Curva: come in tanti posti, anche qui c’è tanta gente che frequenta quel settore perché è quello meno costoso, non curandosi poi dell’impegno degli Ultras per far cantare tutti.
Qualche volta, Orange Insanity e soci riescono comunque a svegliare anche gli altri presenti e far partire alcuni cori che rimbombano. Per il resto cantano prevalentemente per sé stessi, e lo fanno bene. Iniziano con una bella fumogenata e anche loro (affiancati dai ragazzi dell’East End dell’Atletico Morena di Roma di cui si nota anche una bandiera) sventolano costantemente un paio di bandiere e sono belli colorati.
Ad un certo punto si nota un po’ di tensione, non tanto per i rapporti tra le tifoserie, quanto per la partita che vorrebbero vincere a tutti costi. Parte meglio la Triestina, ma dopo il 3-0 è ovviamente clima di gran festa al Baracca, smorzato poi improvvisamente da un pareggio arrivato in pieno recupero.
Così, il Mestre deve aspettare un’altra settimana per centrare davvero la promozione. E la Triestina, ripescaggi a parte, molto probabilmente un altro anno.
Remo Zollinger.