La crescente repressione, la militarizzazione degli stadi, l’assurda caccia alle streghe perpetrata da organi di difesa e da una buona fetta di stampa ha portato al disgregamento e all’abbandono di molti gruppi ultras storici. Diffide e leggi in materia stadio hanno sicuramente cambiato la geografia delle curve italiane che si sono lentamente ma inesorabilmente frammentate in una marea di gruppi, gruppetti e sigle che raramente hanno avuto vita duratura. Ormai il vecchio e caro striscione di venti metri è andato in soffitta, sostituito dalla nuova pezza magari con su impressa una frase all’apparenza di poco senso oppure dalla sigla sconosciuta. La moda o l’esigenza del nuovo millennio è stata quella di non identificarsi, di sfuggire (o almeno tentare di farlo) dalle maglie sempre più strette della legge, fino a dimenticarsi quasi di portare i propri colori.

Un perfetto, almeno sulla carta, stile inglese che sinceramente non mi sembra appartenga alla nostra tradizione che poggia su una base ultras e non hooligans, poi è ovvio che i due stile si possono coniugare in sfaccettature per migliorarsi a vicenda. Non voglio star qui a scrivere una papello sulle due scuole di pensiero, tanto ormai la vicenda è arcinota e opinabile da ogni punto di vista la si guardi. Eppure i baresi di questo pomeriggio mi hanno richiamato alla memoria il vecchio striscione “Stampo Italiano”, quasi un full immersion nei tempi che furono, tempi, e qui mi riferisco all’inizio degli anni ’90, che a mio parere sono stati il top del movimento ultras italiano. Anche se da lì a poco si sarebbe scatenata un’assurda ondata di repressione che ha portato a ciò che sono i nostri stadi e le nostre curve attualmente. Senza assolutamente affermare che tutto era meglio prima, sarebbe un’affermazione fuori luogo in quanto ogni era ha le sue problematiche e di contraltare le sue carte da giocare.

Dicevo dei baresi e del loro stile tutto italiano. Si presentano in Toscana in circa seicento unità andando ad occupare quasi completamente uno spicchio del settore ospite del Carlo Castellani di Empoli, striscione in bella vista “Seguaci” contornato dalle altre sigle, un paio di megafoni per dirigere il tifo ed infine un tamburo per dettare i tempi. Che dire? Mancano solo le torce che ormai sono viste come il fumo negli occhi e poi il salto indietro con la macchina del tempo è fatto.

Magari sono un nostalgico ma poi parte il tifo dei baresi e capisci che il protagonista della giornata è proprio il sostegno alla squadra ed allora comprendi anche che dietro a una folta presenza ed a tanto colore, c’è della sostanza, c’è la voglia di non essere spettatori paganti ma protagonisti dei novanta minuti. Ed a dirla francamente, gli ultras biancorossi riescono a stare sulla cresta dell’onda per larghi tratti dell’incontro.

Se l’Empoli sul terreno di gioco in pochi minuti va avanti di due reti, ciò non intacca minimamente il tifo degli ospiti che sono un rullo compressore: i cori sono seguiti da gran parte del settore, i battimani eseguiti in maniera perfetta ed il colore è assicurato da bandiere, bandieroni e diverse due aste. Impossibile non accorgersi tra l’onda biancorossa di una bandiera blucerchiata: la presenza dei gemellati doriani è confermata dalla pezza esposta in balaustra.

Il tifo ospite si basa su cori molto prolungati, tenuti alti anche diversi minuti senza che l’intensità venga meno. A dirla tutta, un paio di lanciacori si alternano a dettare i ritmi ed uno di questi si spazientisce ben presto richiamando i presenti all’incitamento, aspetto che, sinceramente, in questo pomeriggio non è mancato ma tant’è, evidentemente pretendeva di più!

Maratona empolese che si presenta con qualche pezza di nuova fattura e con una bella bandiera marcata Desperados all’esordio casalingo. Il tifo di marca azzurra è un diesel, parte a ritmi ridotti ma ben presto, magari complice anche il risultato, riesce a toccare picchi discreti. Come al solito il tifo poggia quasi esclusivamente sullo zoccolo duro, raramente il pubblico non ultras partecipa al sostegno, anche se va evidenziato come una retrocessione per certi versi inaspettata, sia stata digerita tutto sommato nel migliore dei modi, senza un rapido ed indecoroso abbandono dei gradoni. Empoli regge l’urto e la Maratona non delude.

Se lo spettacolo sul terreno di gioco è stato piacevole, sugli spalti le cose sono andate ancor meglio. Che sia il gradito ritorno alle trasferte di massa? Intanto i baresi superano a pieni voti la loro prima trasferta della stagione. Che il gioco continui.

Valerio Poli.