Finalmente si parte ma che sofferenza! Pisa è passata dall’euforia della promozione in serie B, conquistata un po’ a sorpresa e per questo ancora più sudata e sofferta, ad un’estate fatta di contestazione contro una presidenza fantasma, capace di lasciare una squadra senza guida tecnica e soprattutto una città senza alcun progetto valido.

Risultato? Prima giornata di campionato saltata e tifosi nerazzurri sul piede di guerra che chiedono a gran voce, con le buone e con le cattive, il ritorno in panchina di mister Gattuso ed il passaggio di società ad una nuova cordata. Proprio sul filo di lana le cose sembrano sistemarsi, il presidente Petroni vende dopo una estenuante trattativa e mister Gattuso torna al timone di una squadra che non ha mai fatto mistero di pretendere l’ex centrocampista milanista come guida tecnica.

I problemi non finiscono qui, l’Arena Garibaldi non è considerata a norma per la categoria, perciò in attesa dei lavori di ristrutturazione e di messa in sicurezza dell’impianto, la squadra deve traslocare temporaneamente in quel di Empoli. Anche su questo punto si potrebbe aprire una discussione infinita: vero che le norme cambiano e si evolvono ma in certe occasioni bisognerebbe considerare i molteplici fattori che impediscono ad una società di giocare nel proprio stadio.

Il Carlo Castellani viene preso d’assalto dagli sportivi pisani. Ottomila biglietti disponibili subito esauriti, gli ultras si posizionano in Curva Nord mentre in tribuna trovano posto i club ed i tifosi della gradinata con tanto di striscione. La Maratona, tempio degli ultras empolesi, viene lasciata chiusa ma i restanti settori si colorano completamente di nero ed azzurro.

I novaresi vengono collocati nell’abituale settore ospite, fanno il loro ingresso con qualche decina di minuti di anticipo rispetto all’inizio dell’incontro e marcano il territorio con lo striscione “Nuares” che racchiude in sé quasi tutte le anime della Curva Nord.

Traboccante l’entusiasmo del pubblico pisano, bandiere e pezze abbondano in ogni settore e primo coro che parte dal settore degli ultras, ma che ben presto coinvolge tutto il pubblico di fede nerazzurra. Chi può essere se non l’ex presidente Petroni, il soggetto chiamato in causa per il primo coro della nuova stagione?

Nel settore ospite intanto i novaresi fanno quadrato dietro al proprio striscione: sono una quarantina di unità ed accolgono le squadre in campo con una paio di bandieroni e con diverse bandierine, mentre gli ultras pisani espongono uno striscione per la squadra accompagnato da diverse bandiere.

La sfida dei numeri tra le due tifoserie è impari, i novaresi cercano di farsi sentire con cori e battimani, in alcuni frangenti ci riescono pure ma il loro tifo è un susseguirsi di alti e bassi con cori intervallati da silenzi piuttosto prolungati. Dal punto di vista estetico, i due bandieroni colorano per lunghi tratti della partita il settore ma è in particolar modo la continuità il tallone d’Achille di questa sera per i piemontesi. Del resto la squadra non li agevola, visto che la prestazione sul terreno di gioco non è certamente di quelle da ricordare, difatti il Pisa strappa i primi tre punti della stagione.

Gli ultras pisani sfornano invece una prestazione maiuscola, cori continui e particolarmente incisivi contornati dall’uso di bandieroni e con qualche torcia accesa nei momenti clou dell’incontro. Tifo tutto incentrato sulla squadra, qualche coro per i diffidati e per i nemici di Livorno e Firenze, ma in fin dei conti lo sforzo maggiore viene fatto per trascinare gli undici in campo ad una vittoria che fa ben sperare per il proseguo della stagione.

A fine partita, qualche tifoso nerazzurro entra in campo per assicurarsi un souvenir della serata, ovviamente ripreso dalle telecamere del funzionario della Digos ben visibile a bordo campo. Rischiare una diffida per un gesto del genere non mi pare una scelta logica, come del resto non è logico diffidare un tifoso per un gesto che non è altro che un eccesso di entusiasmo. Ma di entusiasmo, calore e colore certi personaggi proprio non ne vogliono sapere: mentre nel resto d’Europa si fa un passo indietro, ascoltando ed in parte accettando le richieste dei tifosi per quanto concerne la vivibilità delle gradinate, noi come sempre arriveremo quando gli altri avranno già tagliato il traguardo e partecipato alle premiazioni.

Valerio Poli.