Finalmente il derby… e che derby! In questa bella giornata di sole di Marzo, allo Stadio Mancini di Fano, uno tra i più famosi delle serie minori e atteso in campionato da ben 16 anni, cioè da quel lontano 1 Novembre 1998 in cui la squadra granata si impose per due a uno; per i tifosi del Fano, in quella sfortunata annata, poi conclusasi con la retrocessione nel dilettantismo, fu una delle poche emozioni .
Un campanilismo sentito quello tra Pesaresi e Fanesi; due città divise appena da una collina sopramonte nel litorale che costeggia il mare, denominata “Fosso Sejore”, e che ti conduce da una città all’altra senza neppure accorgertene. Un vivere quotidiano fianco a fianco, perché durante la settimana costantemente ci si reca per lavoro o per motivi personali presso la città limitrofa, ma quando scatta l’ora del derby esiste solo la squadra del cuore, la propria tradizione cittadina, il proprio dialetto e il proprio orgoglio d’appartenenza.
Sono settimane che le opposte sponde chiamano a raccolta la città, e dopo i bellissimi derby al “Tonino Benelli” in Agosto per la Coppa Italia (circa 3.000 spettatori con 700 Fanesi al seguito) e in autunno per la gara d’andata (con un colpo d’occhio parimenti di categoria superiore), quello di oggi è il round finale della stagione, e, come dicevo sopra, il ritorno in terra fanese atteso da 16 anni.
Gli appelli hanno dato l’esito sperato e appare una cornice di pubblico d’altri tempi, specie se pensiamo che si sta giocando per una medio-bassa classifica tutt’altro che incentivante nell’ambito di un mediocre campionato dilettantistico, ora denominato CND, dove i tifosi si sobbarcano tanti chilometri per poi magari vedersi sbattuto un cancello in faccia per la rinuncia della squadra avversaria (vedi, nel girone, il caso Bojano, noto per le sue continue rinunce o sconfitte con vagonate di goal subiti, che presto lo dovrebbero portare all’esclusione dal campionata stesso).
I tabellini del giorno dopo riporteranno 3.300 spettatori, ma, più di ogni cosa, sorprende l’atmosfera che si respira: già dalle prime ore del mattino, ogni angolo di Fano ha organizzato nel bar di quartiere il proprio prepartita per stemperare la tensione.
Quando le squadre fanno il loro ingresso in campo, dalla curva di casa si alza un autentico muro di cartoncini granata e bianchi, con spazi divisi verticalmente ed al centro un lungo striscione bianco con una scritta in granata “108 anni sotto un’unica bandiera”. Uno spettacolo autentico quello offerto dagli indomiti Panthers 1977.
Le sezioni sono tutte presenti (Gruppo Giolla, Fenile, Quelli di Marotta) e i cori sono un autentico boato, mentre il settore ospiti ancora presenta solo poche decine di spettatori, dato che il grosso del gruppo è giunto a Fano soltanto con il Treno delle 13:47 ed è ancora in corteo per le strade che conducono allo stadio. Sul settore campeggia comunque un lungo striscione “El vant d’essa Bsares”, che fa pensare ad una coreografia degna dell’evento realizzata dagli Ultras 1898 e dalla Vecchia Guardia 1979.
Attimi di tensione di lì a poco, quando, secondo quanto riportato dai giornali locali il giorno seguente, durante le operazioni di filtraggio, volano spintoni tra tifosi e FdO, che fanno registrare feriti da entrambe le parti e, in particolare, un ragazzo di 16 anni con punti di sutura alla testa (evito ogni commento, non essendo ovviamente presente alla scena, e stante le diverse versioni apparse nei giorni seguenti sugli stessi quotidiani locali).
A causa di quanto accaduto in questo frangente, la coreografia inizialmente prevista dagli ospiti non verrà realizzata, esclusa l’esposizione di un bellissimo copricurva raffigurante il simbolo societario con un pallone centrale vecchio stampo, davvero molto ben fatto.
Intanto, la gara in campo, proprio poco dopo l’ingresso di tutti gli ospiti, si sblocca. Siamo alla mezzora, e con un gol di uno dei migliori nelle file granata (Nodari, che scarica in rete un pallone vagante in area avversaria), il Fano va in vantaggio proprio sotto la curva dei suoi tifosi, un autentico formicaio di gente esultante.
Tanti i cori di sfottò tra le parti e, mentre i Pesaresi si esibiscono in una sciarpata e bandiere al vento molto ben riuscita, a cui affiancano il lancio di diversi rotoli di carta, i Panthers Fano 1977 espongono uno striscione in ricordo di Rara (uno dei fondatori del gruppo), essendo appena passato il nono anniversario dalla scomparsa, e alto scandiscono i nomi degli indimenticati Ezio e Bronco (per il quale oggi esordisce la nuova bandiera del gruppo, realizzata dai ragazzi della sezione del Giolla). Toccante anche lo striscione di incoraggiamento “Forza Cif” per l’amico Michele (detto, appunto, Cif), ultras della curva ternana che sta vivendo un duro momento personale.
I cori sono sempre di notevole intensità e senza pause, anche se gli ospiti fanno maggiore fatica a farsi sentire a causa del vento in senso opposto.
La gara prosegue senza troppi sussulti in campo e scivola via con emozioni su emozioni sugli spalti, fino all’esplosione finale dei tifosi fanesi, che festeggeranno una vittoria a lungo attesa che rappresenta una delle poche gioie vissute in questa annata, la quale prometteva una riscossa dopo la retrocessione, salvo poi dimostrarsi l’ennesima dura stagione, nuovamente nei bassifondi per evitare i play-out.
Per gli ospiti ennesima mancata vittoria nel derby (due sconfitte ed un pareggio il bilancio stagionale definitivo), ma resta sempre vivo il discorso play-off, anche se non sarà facile ricomporre i cocci di questa brutta sconfitta per le ultime rimanenti giornate di campionato.
Tutto tranquillo il post-gara. Festa fino a notte fonda nella città della Fortuna per l’attesa vittoria dell’Alma Juventus Fano.
Testo e foto di Davide Manna.