Una bellissima giornata di sole ci accoglie a Fasano per l’ultima partita della stagione. Entrambe le squadre contrapposte quest’oggi non hanno più da chiedere nulla al campionato, o meglio il Barletta sarebbe ancora in corsa per i playoff, ma a parte il valore relativo degli stessi, utili solo a stabilire una graduatoria in caso di eventuali ripescaggi, c’è un po’ di disillusione dopo una sorprendente prima parte stagione in cui la squadra ha lungamente lottato ad armi pari con la Cavese salvo poi mollare mentalmente nella parte finale. C’è però da onorare un derby comunque sentito da entrambe le tifoserie e questo può essere il vero valore aggiunto di questa gara, almeno limitatamente al fattore tifo, anche se poi inevitabilmente gli umori finiscono per riversarsi dagli spalti al campo e contagiare anche gli atleti.

Il pubblico barlettano, accorso in massa, arriva con largo anticipo al “Vito Curlo” segnalando la propria presenza con l’esplosione di diversi petardi, fuori dall’impianto, oltre all’accensione successiva e ripetuta di fumogeni. Il loro settore, baciato dal sole, è bello pieno ed offre una visuale indubbiamente interessante.

Ad inizio partita accolgono la squadra con la classica sciarpata e l’accensione di fumogeni biancorossi, rispolverando un grande classico del tifo italiano mai tramontato e che resiste impavido al tempo e alle mode. O quantomeno resiste laddove la sciarpa non è stata riposta in favore di qualche capo d’abbigliamento griffato.

Tifo vocale possente e che non ha mai tregua, nonostante il sole sul lungo periodo diventi anche invadente. Non mancano altri petardi esplosi, fumogeni e bandiere sempre al vento. Cori offensivi e goliardici verso Fasano, contraccambiati dai biancazzurri, festeggiamenti infine dopo il triplice fischio con la squadra accolta sotto il settore e invitata a lottare fino all’ultimo, per conquistare il terzo posto.

Alla Curva Sud Fasano invece, al di là delle motivazioni ultras, non resta che onorare l’ultima partita stagionale. Il settore non si presenta pieno come nel recente passato, ma la parte centrale è sempre bella attiva e compatta come sempre. Belle manate, cori a ripetere e il solito tifo di matrice fasanese, con cui hanno fino all’ultimo fatto il proprio inappuntabile dovere. Ringraziamenti finali a squadra e staff con uno striscione esposto a fine partita e testa sempre più verso il futuro che, sulle solide basi della compartecipazione popolare della tifoseria nella vita societaria, non può che riservare soddisfazioni.

Catello Onina