Mens Sana Siena-Virtus Roma 76-67, Final8 2013/14

Mens Sana Siena-Virtus Roma 76-67, Final8 2013/14

Le cose bisogna farle finché se ne ha la possibilità; poi non sai mai se e quando ti ricapiteranno, quindi Carpe Diem e buttati. E io mi sono buttato in queste Final Eight di Coppa Italia di basket al Forum di Assago, estrema periferia di Milano. Potevo tranquillamente optare per una selezione di partite, ma preferisco, dato che ci sono, seguirle tutte. Chi vivrà vedrà.

Non si sono qualificate tutte le squadre che ci si sarebbe potuti aspettare ad inizio stagione: su tutte manca Varese, vicina di casa, così come mancano le campane Avellino e Caserta. Pure una qualificazione di Cremona avrebbe portato alla manifestazione un’altra corregionale e quindi tanto pubblico in più. Però le squadre di grande tradizione o dai successi recenti non mancano davvero: c’è la Mens Sana Siena, così come l’Olimpia Milano, padrona di casa e favorita del torneo, ma anche la vicina Cantù, o la Virtus Roma. Poi ci sono le outsider come Brindisi, testa di serie numero 1 in quanto campione d’inverno in serie A1, così come l’emergente Sassari e la mine vaganti Venezia e Reggiana. Sono rappresentate ben sette regioni, e penso che difficilmente ci siano state delle Final 8 così variegate dal punto di vista geografico. Poi c’è la curiosità di scoprire come funziona una maratona di tre giorni di pallacanestro, così come di vedere fino a che punto regge il proprio fisico dentro un palazzetto con la macchina fotografica al collo. Mi chiedo anche se ci sarà una grande affluenza o se, sotto questo punto di vista, le aspettative non saranno all’altezza. D’altro canto è Febbraio, e non c’è posto migliore di un palazzetto dello sport per starsene al caldo. E allora andiamo!

Mens Sana Siena-Virtus Roma 76-67, Final8 2013/14

Mens Sana Siena-Virtus Roma 76-67, Final8 2013/14

È una giornata piovosa, una delle tante in quest’ultimo periodo. Sin dalla partenza già non vedo l’ora di starmene al chiuso al palazzetto. Oggi mi attende un’autentica maratona di quattro partite, la prima alle 13, l’ultima alle 20:30. Ho con me più del solito armamentario: oltre alla mia cara vecchia borsa da fotografo si aggiungono il notebook, per scaricare subito le foto, anticiparmi un po’ di lavoro e liberare la memoria dalle schede, caricabatterie vari e abbastanza per rifocillarmi in questa lunga giornata. La mia partenza è per le 10:30, col Ti.Lo. che, puntualmente, mi aspetta sui binari, dimenticati da Dio, della stazione di Albate-Camerlata. Un’ora va preventivata solo per raggiungere Sesto S. Giovanni, dove inizierò il mio lungo viaggio in metro per arrivare dalla parte opposta dell’estrema periferia di Milano. Tutto è puntuale, e da Sesto S. Giovanni la prima tappa è la linea rossa fino alla fermata Cadorna, dove aspetterò la linea verde con capolinea Forum di Assago. Arrivato alla stazione di cambio, dovrò lasciar passare ben due convogli per Abbiategrasso prima di poter salire su quello che mi porterà, finalmente, a destinazione. Sono le 12:15 quando passa la metro la quale, progressivamente, si svuota prima di arrivare al capolinea. Fino alla fine della corsa, oltre a me, ci sono solo alcuni giornalisti. Tifosi zero. D’altronde è Venerdì, e chi mai ci sarà, alle 13 in punto, per la sfida tra Mens Sana Siena e Virtus Roma?

 

QUARTO DI FINALE 1, ORE 13:00, MENS SANA SIENA – VIRTUS ROMA 76-67

Mens Sana Siena-Virtus Roma 76-67, Final8 2013/14

Mens Sana Siena-Virtus Roma 76-67, Final8 2013/14

Siena-Roma nel basket è una grande classica, nonché la replica dell’avvincente serie finale della Poule Scudetto della scorsa stagione, dove le due squadre si sono affrontate senza esclusione di colpi, regalando gioie e dolori ai tifosi, ma soprattutto tante emozioni. Il contesto di oggi, in un giorno feriale alle 13:00, è altamente surreale. Io mi sono già sistemato in sala stampa con tutto il mio arsenale, in compagnia di decine fra fotografi e giornalisti provenienti dai più disparati angoli d’Italia.

L’organizzazione del torneo è griffata RCS, la stessa casa editrice di Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport. Per chi tratta tematiche come quelle di Sport People non è il massimo essere ospiti in casa del “diavolo”, però bisogna ammettere l’efficienza della macchina organizzativa e il fatto di essere stato accreditato senza il minimo pensiero. Oltre a ciò, in sala stampa, tra una partita e l’altra, il catering fa avere di tutto, dalle birre alle crostate, senza contare un wi-fi veloce ma dalle prestazioni limitate (per esempio non ho potuto caricare live i video sul nostro canale Youtube). Un servizio da “prima classe e mezzo”, pensato soprattutto per chi farà, per tre giorni, del Forum la propria casa.

Mens Sana Siena-Virtus Roma 76-67, Final8 2013/14

Mens Sana Siena-Virtus Roma 76-67, Final8 2013/14

Entro sul parquet alle 12:45 e per me è già un fatto bello veder giocare la Virtus Roma, squadra che ho potuto seguire in anni migliori. Anche vedere diversi Romani è di per sé motivo per sentirsi, almeno parzialmente, a casa. Virtus Roma e Mens Sana, rispetto alla precedente stagione, sono profondamente cambiate nella formazione, entrambe, almeno apparentemente, ridimensionate. Eppure tutte e due le compagini in campionato sono là, vicine alla vetta, e sicuramente si giocheranno il titolo quando arriveranno le sfide che contano. Ma è un’altra storia, questa.

Per vedere le tifoserie arrivare devo aspettare pochi istanti prima della partita. Penso sia onesto e doveroso dire che, in questo caso, la sola presenza serve per avere un voto oltre la sufficienza, indipendentemente da tutto il resto. La distanza è tanta, la data e l’orario impossibili. Arrivano prima i “Roma MCMLX”, che mettono subito lo striscione insieme alla pezza “Over Forty”. In tutto il settore ho contato 18 persone, una presenza di tutto rispetto se si pensa all’altra ventina di Romani presenti nell’adiacente tribuna.

Mens Sana Siena-Virtus Roma 76-67, Final8 2013/14

Mens Sana Siena-Virtus Roma 76-67, Final8 2013/14

Una premessa importante va fatta per inquadrare questa e tutte le altre partite successive, esclusa forse la finale: il Forum è un impianto grande ma assai dispersivo, e le tifoserie ospiti vengono confinate in un “distinto” al terzo anello, e da ciò ne consegue un’impresa per i tifosi nel farsi sentire e la disperazione per me di ottenere foto almeno passabili, data l’oscurità di questi settori. Mentre il tifoso di tribuna si può godere questa ed altre partite senza lasciare il palazzetto, quello nella piccionaia dei distinti può assistere ad una partita (almeno ufficialmente), è ghettizzato in un angolino come fosse escluso dal resto, ed è controllato a vista da steward e poliziotti. Questo sarà il contesto della maggior parte delle cronache.

In simultanea con la palla a due arrivano i ragazzi della Brigata di Siena, con una loro pezza di rappresentanza, insieme allo stendardo “Pochi ma ‘briachi” e ad “Assenti giustificati”, senza contare lo striscione dei primi ad arrivare, gli “Ossi Duri”. In tutti e quattro i quarti la partita seguirà un copione piuttosto monotono: tra fasi più o meno concitate, Siena prenderà subito il largo in apertura e Roma non riuscirà mai a colmare in maniera significativa il gap, rincorrendo e dimostrando tutti i propri limiti soprattutto in fase di rimbalzo, affidandosi quasi esclusivamente alle giocate da tre punti. Un successo da definire facile, per quanto nel basket nulla è mai veramente scontato.

Mens Sana Siena-Virtus Roma 76-67, Final8 2013/14

Mens Sana Siena-Virtus Roma 76-67, Final8 2013/14

Nei due distinti ospiti i numeri si equivalgono, anche se fra i Toscani c’è pure qualche tifoso non ultras, mentre questa categoria di tifosi, per quanto riguarda Roma, ha preferito la tribuna, lasciando il settore interamente ai “MCMLX”. I Romani non sono continui e si fanno sentire di tanto in tanto, specialmente con manate e cori piuttosto potenti. I Senesi, pur con tutte le difficoltà del caso, sono abbastanza costanti e prediligono il tifo con cori tenuti più a lungo, favoriti anche dall’andamento della partita. Data la rivalità, sono diversi i cori ostili reciproci tra le tifoserie e, su sette partite viste in totale, questa sarà l’unica che registrerà astio fra i convenuti. D’altro canto la rivalità fra le due piazze è storica e radicata, ulteriormente rinforzata dalla finale scudetto della scorsa stagione e dalla rinnovata amicizia dei Romani con i Pistoiesi.

Da segnalare, in un palazzetto semi-vuoto, nel terzo anello di tribuna, la presenza molto chiassosa di un migliaio di bambini delle scuole elementari, che adotteranno prevalentemente Siena e ne schiamazzeranno il nome fino all’ultimo. Cosa non si fa pur di mostrare alle telecamere un palazzetto non vuoto. Alla fine passa Siena e le tifoserie se ne vanno, allontanate dagli steward, alla chetichella: il prossimo quarto incombe ed alcuni Brindisini si sono già sistemati nel distinto della stessa curva dei Romani, ma dalla parte opposta.

 

QUARTO DI FINALE 2, ORE 15:30, BRINDISI – REYER VENEZIA 93-80

Brindisi–Reyer Venezia 93-80, Final8 Coppa Italia 2013/14

Brindisi–Reyer Venezia 93-80, Final8 Coppa Italia 2013/14

La notizia me la dà Simone tramite sms: “lo sai che i Veneziani sono in contestazione e non ci saranno?”. No, ecco. Appunto. Non lo sapevo proprio, per quanto sapessi quanta brutta aria tirava alle latitudini ultras dalle parti della Laguna. La polemica tra il presidente della Reyer “Umana” (sponsor e azienda di lavoro interinale che, tra l’altro, si occupa dei contratti di tutti i dipendenti della società di basket, giocatori inclusi) Luigi Brugnaro e la tifoseria organizzata è esplosa a tutti gli effetti con deflagrazioni ancora in corso e dalla durata futura incerta.

Dapprima era una sterile polemica tra il patron e la curva sui cori offensivi effettuati da quest’ultima contro la rivale di sempre Treviso. Non c’è voluto molto, tuttavia, a scoprire tutti gli altarini dietro a questa boutade del presidente veneziano: nei suoi visionari progetti vorrebbe far diventare la gloriosa Reyer una “squadra metropolitana”, comprendente anche Treviso e Padova. A farne le spese di tutto ciò, principalmente, i tifosi lagunari, colore che dovrebbero materialmente rinunciare al loro sodalizio e al loro titolo sportivo. Della vicenda ce ne stiamo occupando e, sicuramente, è destinata a diventare uno degli emblemi di come il “basket moderno” stia diventando, in quanto a porcate, sempre più affine al calcio (coi risultati che tutti possiamo vedere sotto ai nostri occhi quotidianamente).

Brindisi–Reyer Venezia 93-80, Final8 Coppa Italia 2013/14

Brindisi–Reyer Venezia 93-80, Final8 Coppa Italia 2013/14

Tolto l’albume rimane comunque il tuorlo, e posso ripagare la mia curiosità di vedere almeno la tifoseria emergente del Brindisi, fermo restando che stiamo parlando sempre di una trasferta impossibile dato giorno e orario: i biancoblu non hanno né tradizione né esperienza nel basket, ma la squadra è campione d’inverno 2013/14, sta stupendo tutti e la tifoseria sta rispondendo alla grande in casa mentre, per quanto riguarda le trasferte, sta cercando di risolvere le varie difficoltà logistiche legate a date ed orari del campionato. La loro formula matematica, tolte forse Caserta e soprattutto Avellino, è trasferta uguale impresa, sempre. Lo striscione dei “Bravi ragazzi” è già stato appeso durante Mens Sana Siena-Virtus Roma e, ovviamente, la mia speranza è di vedere il contingente ospiti allargarsi.

Brindisi–Reyer Venezia 93-80, Final8 Coppa Italia 2013/14

Brindisi–Reyer Venezia 93-80, Final8 Coppa Italia 2013/14

Dopo la prima gara di giornata tento di caricare i primi video sul canale di Youtube ma, ahimè, le impostazioni di sicurezza del wireless targato RCS non me lo consentono. Mi accontento di riposarmi un attimo e di scaricare e selezionare foto e video. Un anticipo della comunque immensa mole di lavoro. Tra una birra e un panino mi posso riaccomodare sul parquet un quarto d’ora prima della palla a due. Nei due distinti opposti il numero è già quasi al completo: i Brindisini sono una quarantina con gli striscioni regolarmente appesi (più qualche tifoso messosi appena sotto di loro), i Veneziani una trentina anche se, come annunciato, su quella sponda la contestazione è una cruda realtà. L’unico segno della presenza dei Panthers della Reyer è uno striscione piuttosto emblematico, ovvero “La passione è libertà”, un messaggio forte al loro presidente il quale vorrebbe pilotare, manco fosse il lanciacori della curva, cosa i tifosi dovrebbero o non dovrebbero intonare.

Brindisi–Reyer Venezia 93-80, Final8 Coppa Italia 2013/14

Brindisi–Reyer Venezia 93-80, Final8 Coppa Italia 2013/14

Nei primi minuti il teatrino dei bambini delle elementari presenti sui gradoni, si completa con l’esposizione di striscioni variopinti aventi come unica tematica i valori dello sport: con tali striscioni hanno vinto il diritto a vedere gratis questi quarti. Il mio pensiero su queste iniziative lo conoscete tutti e vi risparmio il pistolotto, ribadendo solo quanto voltastomaco mi faccia venire la strumentalizzazione dei bambini (schiaffati comunque nella piccionaia del terzo anello solo per coprire gli evidenti vuoti sugli spalti, e fatti andar via per le due partite serali, quelle di maggior interesse per il pubblico locale). Per la cronaca i bambini simpatizzeranno maggiormente per Venezia, forse perché più conosciuta tramite le loro nozioni.

Il primo quarto di partita è molto equilibrato, anzi, a razzo parte proprio Venezia con un pesante 9-0 a zero di parziale. Mano a mano esce la maggior forza di Brindisi, e il quarto si conclude comunque 16-20 per gli orogranata. Il secondo quarto è invece uno show pugliese, capace di mandare in visibilio i propri supporters; i blu segnano 28 punti portando, a metà partita, il punteggio sul 44-35. Come da copione, i Veneziani partecipano al gioco ma non tifano, mentre i Brindisini escono fuori insieme alla loro squadra. La mia personale impressione è che nel distinto ci sia solo una minoranza arrivata da Brindisi, la quale cerca comunque di coinvolgere tutto il settore, riuscendoci piuttosto bene. In ogni caso posso già parlare di una piacevole sorpresa, completata da numerosi tifosi del team pugliese sparsi nelle due tribune.

Brindisi–Reyer Venezia 93-80, Final8 Coppa Italia 2013/14

Brindisi–Reyer Venezia 93-80, Final8 Coppa Italia 2013/14

Al rientro delle squadre in campo Venezia fa l’ultimo sforzo per riequilibrare le sorti di un incontro piuttosto segnato, e inizialmente ci riesce benino, tanto che l’unico accenno di qualche coro dal settore dei Veneziani arriva proprio in questo frangente. Poi un nuovo black-out veneto ridà il via libera ai Pugliesi, che concluderanno prima il terzo quarto sul punteggio di 60-53, e poi daranno il colpo di grazia agli avversari con un buon 93-80. In tutto ciò i Brindisini hanno dato un notevole crescendo alla loro performance, fatta anche di sciarpe alzate e battimani. Di sicuro un punteggio più che positivo per loro, mentre ai Veneziani auguro sicuramente tempi migliori. Non perderemo assolutamente di vista la loro importantissima battaglia.

 

QUARTO DI FINALE 3, ORE 18:00, CANTU’ – REGGIANA 77-84

Cantù–Reggiana 77-84, Final8 Coppa Italia 2013/14

Cantù–Reggiana 77-84, Final8 Coppa Italia 2013/14

La kermesse entra nel vivo e il numero di giornalisti e fotografi aumenta a dismisura in sala stampa. Le due squadre più attese, per motivi di vicinanza ma anche di prestigio, stanno per scendere in campo. La stanchezza, dopo due partite vissute quasi completamente in piedi (brutto vizio persino quando si sta a far foto a bordo campo), comincia veramente a farsi sentire. Provo uno strano mix prima di birra e poi di caffè ma non funziona molto. Almeno aumentano le vivande proporzionalmente all’incremento dei finti esitanti intorno al tavolo. Anche le foto della seconda partita le ho scaricate sul mio pc, ma francamente vorrei iniziare a vedere numeri più importanti, sia nei settori ospiti sia in tribuna. Adesso l’orario è interessante, la sfida accattivante.

Cantù–Reggiana 77-84, Final8 Coppa Italia 2013/14

Cantù–Reggiana 77-84, Final8 Coppa Italia 2013/14

Assisto a bordo campo all’ingresso degli Eagles Cantù, nulla di particolarmente ad effetto, ma colpisce vedere come uno di quei famigerati spicchi si riempia come si deve. Il gruppo arriva insieme e si compatta immediatamente dietro lo storico striscione Eagles. Partono subito cori potenti, alcuni diretti contro Milano. Non potrebbe essere altrimenti.

La palla a due si avvicina, le tribune del Forum iniziano ad avere numeri più consoni al trofeo in palio, ma il settore dei Reggiani è praticamente semivuoto, senza nessun segno di tifo organizzato. Possibile? Per ora non posso che ammirare il tifo di uno dei migliori gruppi del basket italiano. I ragazzi di Cantù accolgono la squadra con una bella sciarpata, finalmente un po’ di vero colore su questi spalti. I cori rimbombano per il palazzetto, così come il battito delle mani. L’effetto del sesto uomo si vede eccome. Gli Eagles sono poco più di un centinaio, numero né eccezionale né deludente, tenendo conto del fattore Venerdì e dell’orario, nonostante la vicinanza in termini di chilometri. Non mancano bandiere sventolate a ripetizione e stendardi.

Cantù–Reggiana 77-84, Final8 Coppa Italia 2013/14

Cantù–Reggiana 77-84, Final8 Coppa Italia 2013/14

Parte molto meglio la Reggiana e Cantù è subito indietro affannosamente. Ma la sorpresa è un’altra: i Reggiani nelle due tribune sono tantissimi, sicuramente più del normale pubblico canturino. Non so quantificare benissimo ma, in base alle varie esultanze, mi viene impossibile pensare a meno di 2.000 unità. Un esodo che, se si fosse raggruppato intorno al suo settore ospiti, avrebbe lasciato veramente una traccia indelebile. Il settore ospiti rimane invece semivuoto.

Cantù, al termine del primo quarto, è inaspettatamente sotto di 15 a 24. Nel secondo quarto forse c’è un minimo calo nel tifo dei biancoblu, pur continuando ad essere altamente apprezzabile. Non manca tanto la continuità nel tifo, ma quella nell’intensità. La partita influisce e contro ogni pronostico Reggio Emilia è assoluta padrona del campo. A circa quattro minuti dall’intervallo arrivano, finalmente, i Reggiani del settore ospiti, e il contingente dello spicchio situato in piccionaia raggiunge le circa 60 unità. Colpisce la vera ovazione del folto pubblico reggiano in tribuna all’arrivo degli ultras, i quali alzano subito lo striscione “Delle assenze ce ne freghiamo, dai ragazzi noi ci crediamo”. I granata fanno le prove generali e il tifo coinvolge entrambe le tribune. Gli Eagles tentano, per avere un effetto simile, un “Canturino batti le mani”, ma la gente brianzola in tribuna è in minoranza (nonostante parliamo di almeno un migliaio di tifosi) ed esterrefatta dell’esito parziale dell’incontro. Si va negli spogliatoi sul 44-33 per la Reggiana.

Cantù–Reggiana 77-84, Final8 Coppa Italia 2013/14

Cantù–Reggiana 77-84, Final8 Coppa Italia 2013/14

Nel terzo quarto, a campi invertiti, Cantù torna in campo più agguerrita e anche dal settore degli Eagles parte la carica. Stavolta Reggio Emilia non tiene più il passo, e la partita si riequilibra sul 62-61 a termine del periodo. Il settore ospiti di fede granata non molla di un centimetro, sostenuto spesso e volentieri dalla marea emiliana in tribuna. Tuttavia l’avvicinarsi della parità mette il piede all’acceleratore al tifo dei canturini, ora molto più incisivi rispetto al secondo quarto, con le tribune molto più coinvolte.

Si arriva alla resa dei conti degli ultimi 10 minuti. La sfida è un testa a testa avvincente, ma qualche errore di troppo tira Cantù in trappola, con una Reggiana fresca e piuttosto cinica. La contesa prende, a sorpresa, la strada della via Emilia nei minuti finali, nonostante, con molto cuore ma troppa fallosità, Cantù cerchi di non arrendersi mai. I granata capiscono l’unicità del momento, e il pubblico in tribuna aiuta gli ultrà a sopperire al gap numerico e organizzativo con gli Eagles. Questi ultimi danno il meglio di loro, cercando continuamente di scuotere la squadra; dal settore una

Cantù–Reggiana 77-84, Final8 Coppa Italia 2013/14

Cantù–Reggiana 77-84, Final8 Coppa Italia 2013/14

fitta schiera di sciarpe si alza di nuovo, in maniera molto riuscita.

La partita finisce 77-84 ma i Canturini escono con onore e con l’ennesima conferma della loro qualità, mentre più di qualcosa si può rimproverare alla loro squadra. Per la Reggiana e i suoi tifosi il sogno continua, i chilometri non sono poi tantissimi e si potrà tornare all’indomani, magari sognando Milano.

 

QUARTO DI FINALE 4, ORE 20:30, OLIMPIA MILANO – DINAMO SASSARI 80-82

Comincio ad essere fuso. La fatica si fa sentire eccome. In me matura una certezza, vedendo i tremendi orari del capolinea della M2 (una partenza ogni mezzora da Assago): non assisterò in toto all’ultimo match, altrimenti rischio seriamente di tornare a notte inoltrata, e domani devo essere di nuovo qui. Più o meno riuscirò ad assistere a metà partita. Un po’ mi dispiace, ma per l’altro po’ devo fare di necessità virtù. Riguardo le foto fatte oggi. Francamente non ne sono soddisfatto, pago pegno per l’attrezzatura non professionale e l’oscurità del terzo anello. Ma anche la stanchezza mi riduce in condizioni simil-straccio, e la qualità degli scatti ne risente ulteriormente. Un ultimo sforzo, poi la staffetta finirà.

Olimpia Milano-Dinamo Sassari 80-82, Final8 Coppa Italia 2013/14

Olimpia Milano-Dinamo Sassari 80-82, Final8 Coppa Italia 2013/14

Il pubblico milanese ha risposto abbastanza bene al richiamo di questa coppa e, soprattutto in raffronto alle precedenti partite, il colpo d’occhio è discreto. Nel terzo anello, ma nel mezzo della curva, gli Ultras Milano montano il loro striscione “Curva Milano”. Mi sembra stiano preparando una coreografia, e questo è apprezzabile. Un po’ a sorpresa e un po’ no, dalla parte opposta, il Commando di Sassari ha già appeso il suo striscione, segno incontrovertibile di aver timbrato questo difficile cartellino. Qualcuno si è sobbarcato il viaggio dalla Sardegna per fare presenza, ma non credo che la maggior parte del settore arrivi dall’isola. In tutto, comunque, ci sono una cinquantina di tifosi raggruppati.

Alla presentazione delle squadre dalla Curva Milano si srotola una coreografia semplice ma intonata: in mezzo al settore una coccarda tricolore copre le teste dei presenti, mentre, da un lato e dall’altro, gli striscioni “Vincerla insieme”, “un solo obiettivo”, completano l’opera. Un azzardo: probabilmente i due striscioni dovevano essere invertiti, almeno a me suona di più.

Olimpia Milano-Dinamo Sassari 80-82, Final8 Coppa Italia 2013/14

Olimpia Milano-Dinamo Sassari 80-82, Final8 Coppa Italia 2013/14

La partita comincia e gli ultras di casa si posizionano in mezzo alla curva; sono circa una cinquantina di ragazzi ma, data l’occasione di gala e avendoli visti nei play-off dello scorso anno, mi aspettavo onestamente qualcosa in più. Inoltre, nonostante il tifo senza soste, gli effettivi appaiono sparpagliati e per nulla raggruppati. Sicuramente andranno rivisti in un’altra occasione. I Sassaresi fanno quel che possono: sono quasi tutti seduti e quei pochi in piedi cercano di coinvolgere il settore con qualche coro secco e sporadico. Il Commando, dato il potenziale esiguo, difficilmente avrebbe potuto fare qualcosa di più.

Tutto ciò che ho scritto vale solo per i primi due quarti. I primi 10’ sono stati senza storia, con Milano avanti per 24-11, mentre al rientro negli spogliatoi i biancoblu riducono lo svantaggio di 5 punti, chiudendo sul 38-30 per l’Olimpia. Me ne vado convinto di rivedere le “scarpette rosse” anche all’indomani ma, al mio ritorno a casa, la sorpresa sarà enorme: Sassari ha completato la rimonta ed è passata, con un finale al cardiopalma, per 80-82. Già immagino la gioia dei Sardi presenti e lo sconforto dei Milanesi. Tanto che, già al Sabato, un comunicato degli Ultras Milano annuncerà l’inizio di una forte contestazione verso la squadra, accompagnata dall’astensione completa al tifo: l’Olimpia ha fame di vittorie da anni ed evidentemente i tifosi sono stufi di aspettare. Per me la maratona del primo giorno è terminata, e per le semifinali mi attendono gli incontri Brindisi-Mens Sana Siena e Dinamo Sassari-Reggiana.

Testo e foto di Stefano Severi.