Ero in cuor mio curioso di vedere all’opera la tifoseria salernitana, fresca neo promossa nella massima serie. In settimana, a smorzare gli entusiasmi, viene diramato un comunicato in cui si dispone la vendita del settore ospiti ai soli possessori della tessera del tifoso.

In classifica le due squadre occupano posizioni contrapposte: ultima posizione per gli ospiti mentre i ragazzi allenati da Vincenzo Italiano sono riusciti a riportare la Viola ai vertici come non capitava ormai da anni.

Quando mancano circa trenta minuti all’inizio dell’incontro, arriva il gruppo di tifosi granata assiepati dietro allo striscione con il nome della città con all’interno della lettera finale l’effige del Siberiano. Fra gli applausi a Ribery e ai ragazzi della Primavera che effettuano un giro di campo con la Supercoppa appena vinta, si arriva così all’avvio della contesa in campo.

Gli ospiti partono mandando subito a quel paese i tifosi gigliati mentre in Fiesole, dopo la consueta e sempre bellissima sciarpata d’apertura, viene ricordato “Bollo”, giovane tifoso fiorentino deceduto sette anni fa. Se gli ospiti chiedono a gran voce i tre punti, i Viola si esibiscono in stupendi battimani non dimenticando cori di scherno verso gli ospiti. Al minuto 13 gli applausi scroscianti dei presenti ricordano, come sempre avviene, Davide Astori.

La sfida in campo scorre piacevole, le due squadre si affrontano a viso aperto, senza timori reverenziali. Il gruppo “Quelli di sempre” espone uno striscione rivolto ai tifosi salernitani che allude alla somiglianza con Napoli, seguito da cori contro gli ospiti. Il primo tempo tempo si chiude con la squadra di casa in vantaggio di una rete grazie al gol messo a segno da Bonaventura, mentre gli ospiti intonano un ”Vada come vada la Salernitana non verrà mai lasciata sola”.

Nella ripresa la Fiorentina dilaga grazie al capocannoniere Vlahovic, autore di una doppietta. In questa fase gli ospiti si sentono poco mentre in Fiesole è festa e c’è ancora tempo per ricordare con uno striscione l’episodio del petardo scoppiato a Salerno, durante la partita di Coppa Uefa tra Fiorentina e Grasshopper giocatasi nel Novembre del 1998. Il coro “Torneremo a esser grandi come nel 56” fa da preludio alla quarta rete della Fiorentina allo scadere e dopo il triplice fischio, la Curva si ammanta con una nuova sciarpata mentre gli ospiti ripongono striscioni e bandiere rammaricati per l’ennesimo risultato negativo della propria squadra.

Sauro Subbiani