Si arriva a gara 3 di questa semifinale playoff fra Fortitudo e Casale con gli ospiti in vantaggio per 2-0 dopo ave vinto entrambe le due gare sul proprio parquet ed ha quindi a disposizione il primo match point per accedere alla finale che vale la promozione in A2.
PalaDozza completamente esaurito per questo incontro, 5.700 circa gli spettatori. Visto il momento cruciale della stagione, il clima risulta a dir poco “caldo” e già diverso tempo prima della palla a due, i tifosi della “F” si radunano fuori dal loro settore, in attesa di entrare per organizzare al meglio la coreografia.
Quando mancano pochi minuti al via la Curva “Schull”, settore storico del tifo bolognese con in testa la “Fossa dei Leoni”, appare completamente colma e già diversi cori si alzano ad incitare i giocatori mentre fanno riscaldamento.
Concluso l’inno nazionale, che solitamente viene eseguito prima delle partite per decisione della Federbasket (non sempre unanimemente condivisa), prende corpo una coreografia semplice ma il cui colpo d’occhio è sicuramente ad effetto: vengono lanciati in campo una infinità di rotoli di carta che creano un effetto cascata molto suggestivo e a seguito del quale, il personale di sicurezza, perde diversi minuti per ripulire l’impianto di gioco.
In quanto a tifo vocale, i padroni di casa risultano per tutta la partita davvero assordanti nel volume, al punto che sentire gli ospiti alla mia sinistra è il più delle volte impossibile. Vengono esposti diversi striscioni durante la partita, uno riguardante una serie di diffide piovute sulla “Fossa”mentre gli “Unici”, oltre ad uno con cui salutano la salvezza in Serie B dei gemellati ascolani, prendono di mira i tifosi dell’altra sponda cestistica di Bologna paragonandoli a Young Signorino, estroverso cantante Trap divenuto fenomeno mediatico per il suo stile bizzarro. Oggetto della disputa, l’anniversario di una vittoria in un playoff scudetto per un tiro contestatissimo di Sasha Danilovic, commemorata appunto dai tifosi della Virtus nei giorni scorsi.
Ospiti presenti in circa 300 quasi tutti con indosso una maglietta rosa celebrativa di questi playoff. Come tifo veramente ottima la loro prova anche se non si parla propriamente di ultras: molte donne e gente di mezza età compongono infatti la loro truppa, ma tutti risultano molto partecipi nell’incitare la squadra con cori, battimani e diverse bandiere rossoblù.
La partita finisce con la vittoria della Fortitudo e contestualmente apre la vendita dei biglietti di gara 4. Lunghe code si formano immediatamente al botteghino per accaparrarsi il prezioso tagliando per cercare di acciuffare la finale per la promozione in A con la forza del tifo.
Luigi Bisio