Per la Fortitudo Bologna arriva finalmente contro Ferrara il tanto atteso match promozione. Già verso le 10.00 intorno al PalaDozza c’è molto fermento fra i tifosi che si organizzano per preparare la coreografia iniziale e l’eventuale festa.
Bruciati in meno di un’ora, com’era prevedibile, i pochi biglietti rimasti per l’ennesimo “sold out” di stagione con 5.570 spettatori.
Diversi minuti prima dell’inizio della partita, la Fossa dei Leoni ricorda, con diversi due aste, tutti i nomi di quanti giocarono l’ultima partita della Eagles Basket Bologna, squadra prima radiata e poi fallita nel 2012 a cui seguì la rifondazione della Fortitudo. Al centro della Curva Schull, l’esplicativo striscione: “SE SIAMO QUÀ È GRAZIE A VOI”.
Nel settore laterale, dove trovano spazio gli Unici, si vede un bandierone copricurva con i simboli emblematici di Bologna e con l’aggiunta dello striscione “RIPRENDIAMOCELA”; con loro si evince anche la presenza degli Ultras 1898 dell’Ascoli Calcio.
Durante la partita altri striscioni trovano esposizione, tra questi quello a favore dei diffidati tanto su sponda cestistica che nella curva Costa del Bologna FC.
Vista l’importanza della partita, il tifo è possente, ampiamente a livelli di quella Serie A che va stagliandosi all’orizzonte. Man mano che si avvicina il fischio finale e la squadra di casa mantiene il suo vantaggio e con esso la promozione a portata di mano, inizia una coreografia molto semplice per quanto lungamente attesa: a circa 3 minuti dalla fine lentamente sale una gigantesca lettera “A” in curva Schull con tutto il Paladozza che si aggrega cantando “SERIE A SERIE A”.
Al fischio finale pacifica invasione di campo in cui tutti festeggiano quasi come se fosse la liberazione da un sortilegio: la Fortitudo mancava dalla Serie A da maggio 2009; festa che prosegue poi all’esterno del PalaDozza e per le vie del centro cittadino di Bologna.
Da Ferrara presenti circa un centinaio di persone, l’unica pezza esposta nel settore ha la dicitura SESTO UOMO-DISAGIO ESTENSE; poco da segnalare per loro escluso qualche battimani ed un “FERRARA FERRARA” oltre i quali sono poi sistematicamente sovrastati dal tifo di casa: oggi la scena è tutta per loro e non poteva essere altrimenti dopo un’attesa durata un decennio.
Luigi Bisio