Ho conosciuto Peppe Milazzo in un mite pomeriggio di Ottobre: manco a farlo di proposito, il “fatidico” luogo di incontro è stata una gradinata, nello specifico quella di un campetto di provincia, alle porte di Bari. Mi è bastato osservarlo qualche minuto per capire che avevo di fronte qualcuno con i miei stessi ideali, con il mio stesso livore sociale e con la stessa rabbia verso tutto ciò che è tristemente omologato. Negli stadi come nelle strade.

È proprio questo, fondamentalmente, il punto cruciale del suo “FUOCO AI MEDIOCRI” (Formato: 13×20 – Isbn: 9788867181308 – Prezzo: 10.00 EUR – Hellnation Libri). Il romanzo, ambientato in una grande città del sud Italia famosa per la passione della tifoseria per la squadra locale, cerca di mettere in luce i vari nodi che legano il mondo della strada e quello della curva. Questi mondi, molto spesso, rappresentano dei luoghi incontrollati e senza regole dove a farla da padrone è, di solito, colui che ha maggiore forza e riesce ad imporre la sua legge.

Ci sono vari aspetti che mi hanno colpito di questo libro: in primis, la trasudante spontaneità che ha portato l’autore a scriverlo. Come nel più classico degli apprendimenti esperienziali di Lewin e Kolb, è lo scrivere dopo aver provato materialmente certe situazioni, al fine di poterle rappresentare nella maniera più realistica.

Il leitmotiv di “Fuoco ai Mediocri” è l’aver vissuto la vita di Strada (e che la S maiuscola non rappresenti, agli occhi dei superficiali, un mero errore grammaticale) per poi trascriverla in queste 96 pagine di ribellione. Interessante e condivisibile, poi, la chiara scelta stilistica di non chiarire mai la città di ambientazione dei “fatti”: questo per poter dare al lettore, dotato di un certo background culturale, la possibilità di immedesimarsi nel protagonista, a discapito di ogni qualsivoglia connotazione spaziale.

Come dice giustamente Mungo nella prefazione, Peppe Milazzo è profondamente antisistema, poiché abbatte muri e lancia ponti dove ci sono solo posti di blocco della polizia. L’autore non giudica ma descrive mondi e situazioni, case occupate, così come gli scontri e le dinamiche di curva, il tutto con una lucidità e una chiarezza rara, sicuramente profondamente veritiera. La chiarezza e la veridicità di chi ha vissuto certe situazioni, per l’appunto.

“Fuoco ai mediocri” è consigliatissimo per gli amanti delle sottoculture e… della rabbia, intesa come movimento e motore della vita.

Gianluca De Cesare.