Ritrovatomi dopo anni di militanza a girovagare gli stadi in cerca di belle partite, nonostante tutti i mutamenti del caso (leggi, repressione, stadi, barriere, generazioni e tanto altro) quest’anno la motivazione che mi sono dato per continuare a seguire il nostro fantastico mondo, che ancora affascina milioni di persone tanto da spingerle a percorrere centinaia chilometri, sono di riuscire ad essere presente in quegli stadi, e quindi paesi o città, che non sono mai riuscito a vedere prima. Ovviamente compatibilmente con il lavoro ma a volte anche all’importanza della partita stessa e soprattutto dal “portafoglio”, visto che comunque van via dei soldi.

Sono proprio queste cose che in questa domenica di fine settembre mi spingono fino a Gorgonzola (paese di ventimila abitanti alle porte di Milano) per assistere all’incontro Giana Erminio – Sambenedettese. Siamo appena alla quarta giornata ma le due squadre non stanno per nulla brillando in questo avvio di campionato, soprattutto la squadra marchigiana partita con ben altri obiettivi e ritrovatasi nella parti basse della classifica, ma nonostante questo mi aspetto una discreta presenza ospite.

Parto la mattina presto in treno ed alle dieci sono già a Milano, dove prenderò la metropolitana verde che in poco più di mezzora mi porterà direttamente alla fermata Gorgonzola. Lo stadio è ubicato a poco più di un chilometro dalla fermata, ma essendo in anticipo sul fischio d’inizio fissato alle 14:30, decido di farmi un giro per ammirare il centro storico. Dopo di che decido di dirigermi verso lo stadio comunale “Città di Gorgonzola”. Nei suoi pressi, una piccola stele vicino un ponte ricorda i tanti morti causati in zona dalla peste intorno alla metà del 1500. Una quarantina di ultras rossoblù appena arrivati invece, fanno il percorso inverso al mio e si dirigono tutti insieme verso il centro, visto che manca ancora più di un’ora alla partita.

Dopo un giro veloce intorno alla struttura, metto piede sul rettangolo verde per poterlo apprezzare anche dall’interno: ci sono un paio di tribune coperte, una grande e l’altra più piccola dove è ubicata la tribuna stampa e le postazioni per i giornalisti, tutte rigorosamente dotate di seggiolini blu con sopra impressa la scritta “città di Gorgonzola” formata da seggiolini bianchi. Dietro una delle due porte si trova il settore ospiti in ferro con seggiolini rossi, omologato per contenere fino ad ottocento tifosi.

Piccolo particolare è il nome della squadra di Gorgonzola, Giana Erminio, nome del sottotenente del reggimento Alpini caduto all’età di diciannove anni sulle trincee del Carso durante la prima guerra mondiale. Un omaggio che tutto il paese ha voluto dedicare al compianto milite, di cui anche una via del centro storico porta il nome. Poche società in Italia portano il nome di una persona e nessuna nel calcio professionistico.

Tornando alla partita odierna, i sambenedettesi entrano un quarto d’ora prima dell’inizio della gara ed una volta appese le pezze alla balconata, cominciano a farsi sentire con cori e vedere grazie allo sventolio del bandierone e di qualche bandierina, su tutte quelle del gruppo IRRIDUCIBILI. Dalla parte opposta, dopo la parentesi del gruppo HIGHLANDERS (ancora presente un grosso murales con il nome del gruppo all’esterno dello stadio), quest’oggi non ci sarà più nessuno a sostenere le casacche biancocelesti, anche se la tribuna sarà discretamente piena di spettatori che seguiranno la partita seduti.

Occhi ed orecchie dunque tutte per gli ultras ospiti, arrivati in oltre un centinaio di unità con furgoni e macchine private nonostante la distanza ed il poco felice avvio della squadra. Entrate le squadre in campo, i marchigiani le accolgono sventolando il bandierone e le varie bandierine a disposizione per poi iniziare a sostenere gli undici in campo senza un attimo di sosta: tanti sono i battimani ad accompagnare i cori ed è buono lo sventolio del bandierone.

Alla mezzora esultano per il momentaneo vantaggio siglato da Signori, accendendo una torcia per poi riprendere a tifare continuamente fino alla pausa, nonostante a due minuti dal quarantacinquesimo la Giana Erminio pervenga al pareggio con Perna.

Nel secondo tempo il gruppo rossoblù BANDA RAIA apre la sfida esponendo uno striscione per Piero Zazzetta, ex addetto stampa della società che dopo ben diciotto anni ha lasciato la Sambenedettese: “PER QUESTI COLORI HAI DATO ANIMA E CORPO, GRAZIE DI TUTTO PIERO!”, per poi riprendere a cantare sempre in maniera decisa con diversi battimani.

Dopo nove minuti i padroni di casa ribaltano il risultato segnando il gol vittoria del definitivo 2-1, ma dopo un attimo di smarrimento e qualche pausa, gli ospiti ripartiranno a tifare abbastanza bene, proseguendo con una discreta intensità corale.

Nonostante la squadra si appresti a tornarsene a casa a mani vuote, continuano ad incitarla come se niente fosse, ma anche per loro la pazienza ha evidentemente un limite visto che alla mezzora effettuano qualche coro contro i giocatori in campo, rei di scarso impegno.

Negli ultimi cinque minuti alternano pause a cori di contestazione, poi quando l’arbitro decreta la fine della contesa saranno costretti ad assistere ai festeggiamenti dei giocatori di casa che festeggiano verso la parte di tribuna dove una quindicina di tifosi più accesi, nel corso della partita, in tre – quattro occasioni avevano fatto partire il coro “Giana, Giana” seguita dal resto dei presenti.

Ovviamente restare a a guardare non è nell’indole dei marchigiani, che una volta chiamati i propri giocatori sotto al settore, evidenziano il loro lo scarso impegno che fin qui ha prodotto il deludente “score” di due pareggi e due sconfitte. A suffragare questa visione dei fatti, in settimana il presidente Fedeli rincara la dose esonerando l’allenatore Magi, ma addossando le maggiori colpe, come avevano fatto gli ultras, proprio a carico dei giocatori.

Marco Gasparri